Non ce l’ha fatta Isabelle Caro, la modella francese simbolo della lotta all’anoressia. E’ morta a novembre ma la notizia é stata diffusa solo pochi giorni fa, su molti quotidiani campeggiava l’immagine del suo corpo scarnito e sofferente immortalato da Oliviero Toscani per una campagna pubblicitaria in seguito censurata dall’authority perché giudicata troppo cruda.
Nata da una relazione clandestina, la sua infanzia era stata segnata da rimproveri ed incomprensioni da parte di una madre autoritaria, lei stessa era solita raccontare nelle interviste di come, dopo un rimprovero della stessa per il peso giudicato eccessivo, aveva smesso di mangiare. Era entrata in coma all’età di 24 anni con un peso di appena 25 kg per un altezza di 1.65 m e una volta dimessa dall’ospedale aveva deciso di uscirne e di fare in modo che la sua esperienza potesse essere d’aiuto a chi soffrisse degli stessi disturbi, raccontando la sua esperienza nel libro “La ragazza che non voleva crescere” in cui rivela la sua vita ed il suo rapporto con la malattia.
Isabelle aveva intuito la gravità del problema. Solo in Italia sono 250.000 le persone che soffrono di anoressia e l’età minima in cui può manifestarsi è scesa ai 7/8 anni, ed è considerata la prima causa di morte tra le ragazze sotto i 25 anni d’età
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