06 ottobre 2014

CANCRO AL SENO DOPO LA MENOPAUSA

Se colonizzato da una flora batterica sana e diversificata, l’intestino delle donne in post-menopausa è più efficiente nel metabolizzare gli estrogeni, potenziali fattori di rischio per il cancro al seno. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism coordinato da Barbara Fuhrman, professore di epidemiologia all’University of Arkansas for Medical Sciences. «La capacità di metabolizzare gli estrogeni e il rischio di cancro al seno nelle donne in post-menopausa dipende anche dalla composizione del microbiota intestinale» esordisce la ricercatrice, ricordando che gli estrogeni vengono metabolizzati in gran parte nel fegato ed escreti con la bile nell’intestino. «E il microbiota, a seconda dei batteri che lo compongono, può ulteriormente modificare i metaboliti favorendone il riassorbimento nel flusso sanguigno» riprende, ipotizzando che le donne con un microbiota efficiente nel metabolizzare gli estrogeni intestinali potrebbero avere un ridotto rischio di cancro al seno. Lo studio ha coinvolto 60 donne da 55 a 70 anni in post-menopausa assistite dal provider sanitario Kaiser Permanente in Colorado. «Tutte avevano una mammografia normale prima di entrare nello studio» riprende l’epidemiologa, spiegando che durante il follow-up sono stati prelevati sia campioni di feci per valutare la biodiversità della flora batterica, sia campioni di urina per esaminare il rapporto tra estrogeni e i loro metaboliti. «I pazienti con microbiota polimorfo avevano un rapporto più elevato tra metaboliti ed estrogeni, specie in presenza di batteri della classe Clostridium, soprattutto il genere Ruminococcus. Viceversa, la presenza di un elevato numero di germi del genere Bacteroides era inversamente proporzionale al tasso di metabolizzazione. «Dato che i risultati dello studio si basano sul sequenziamento dell’Rna ribosomiale e non su quello del genoma, è difficile stabilire un collegamento diretto tra una singola specie di microbi e la produzione di metaboliti degli estrogeni» puntualizza Fuhrman. E conclude: «Ciononostante, questi dati sono il primo passo verso la comprensione del ruolo del microbiota nell’omeostasi degli estrogeni e il suo impatto sulla salute umana».


J Clin Endocrinol Metab 2014. doi: 10.1210/jc.2014-2222