04 gennaio 2011

“Un bambino obeso ha una forte possibilità di sviluppare patologie in età adulta”

Esiste una condizione nell’infanzia che
permette di identificare precocemente
i futuri predisposti a malattie cardiovascolari,
ipertensione arteriosa e diabete:
l’obesità. L’obesità infantile è una patologia
di sempre maggiore interesse sia per
la sua diffusione nei paesi industrializzati
sia per la riconosciuta associazione con
l’obesità in età adulta e con le patologie
correlate. Diverse sono le definizioni di
obesità ma, come già indicato nel n. 1 di
questa rivista dal Dr. Adesso, quella più
utilizzata è basata sull’indice di massa
corporea (BMI). Esso si calcola dividendo
il peso per l’altezza in metri elevata
al quadrato, si ha così il soprappeso per
valori tra 25 e 30, e l’obesità per valori
superiori a 30.
Attualmente circa il 7% della popolazione
mondiale è obesa, la percentuale dei
soggetti in soprappeso è 2-3 volte maggiore.
Questo fenomeno si sta diffondendo
come una epidemia, dall’America del
nord e Nord Europa all’area del Mediterraneo,
proprio in quei paesi considerati la
culla di una salutare ed equilibrata dieta.
Recentissimi dati Eurispes (2008) dicono
che in Italia i “fuori-peso” sono quasi
5 milioni con tendenza a preoccupante
crescita e a far meditare sono soprattutto
i giovani: 4% bambini e adolescenti obesi
e 24% in soprappeso con la Campania che
conquista la maglia nera (36% bambini e
ragazzi in eccesso peso).
Tralasciando le cause (ormonali, farmaci
ecc.) già segnalate nel succitato
intervento, sembra giusto sottolineare
gli aspetti comportamentali che la favoriscono
e gli eventuali rimedi. E’ stato
evidenziato che bambini che dedicano
meno tempo all’attività fisica sono a più
alto rischio di sviluppare obesità durante
l’infanzia e l’adolescenza.
Televisione, computer e uso di videogames
hanno contribuito a uno stile di vita
più sedentario e al consumo di merende
e cibi pubblicizzati ad alto contenuto di
grassi ed eccessivo tasso calorico. I bambini
obesi tendono a saltare la colazione,
ma mangiano eccessivamente durante la
giornata. Il consumo di bevande dolci a
elevato contenuto di zuccheri è la causa
principale dell’incremento calorico, soprattutto
perché esse tendono a rimpiazzare,
nell’adolescente, il consumo di latte
e calcio. E’ dimostrato che l’allattamento
al seno ha un effetto protettivo.
In generale, soggetti con peggiore livello
socioeconomico sono più predisposti a
diventare obesi rispetto a soggetti con
livello socioeconomico migliore, i quali
possono avere maggiori disponibilità di
condurre uno stile di vita migliore, di accedere
a cibi migliori e hanno maggiore
facilità di svolgere attività fisica.
Come scrive il Prof. Panizon “nel Mondo
Ricco l’obesità è la malattia delle
classi più povere; nel Mondo Povero alla
malnutrizione dei più poveri si affianca
infelicemente l’obesità dei ricchi, tanto
più violenta quanto più la ricchezza è
recente”. La percezione dell’obesità da
parte del bambino lo porta a considerarsi
pigro, egoista, scarsamente intelligente,
a isolarsi socialmente ed avere scarsi risultati
a scuola. Tra gli adolescenti possono
comparire sintomi di depressione
e ansia. Il pediatra deve identificare il
bambino in soprappeso e intervenire
prima che diventi obeso, dando consigli
nutrizionali di base come eliminare le
bevande zuccherate e gassate, contenere
i condimenti grassi, controllare le porzioni,
aumentare i consumi di frutta e verdura,
ridurre i cibi precotti, incoraggiare
un’attività fisica quotidiana. Dopo aver
controllato i progressi, se questi sono insufficienti
si indirizzerà a un programma
alimentare mirato e poi ad un eventuale
intervento specialistico.
Il ricorso a un approccio farmacologico
o addirittura chirurgico è solo per forme
complicate. Le strategie di salute pubblica
mirate alla prevenzione del fenomeno
dovrebbero partire dalla scuola per
essere estese a tutta la comunità. Una
corretta educazione alimentare è essenziale
dalla scuola materna a tutti i livelli
scolastici successivi. Primario obiettivo
sarebbe quello di ridurre tutte le attività
sedentarie, con possibilità di poter
svolgere esercizi fisici nelle scuole, nelle
aree e strutture di ricreazione.
Da quanto esposto risulta necessario un
intervento multidisciplinare, pena l’insuccesso
sia dal punto di vista preventivo
che terapeutico con lo scopo di avere un
futuro di bambini, adolescenti, adulti e
anziani con peso normale.