La sindrome
dell'intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS) è una condizione
patologica che, secondo i dati della World Gastroenterology Organisation
(2009), interessa il 9-23% della popolazione mondiale. La IBS interferisce in
maniera rilevante sulla qualità della vita, essendo spesso associata ad una
personalità ansiosa indirizzata prevalentemente verso i disturbi intestinali.
La dieta è importante per la terapia, ma data anche la variabilità dei sintomi
(prevalenza di diarrea, IBS-D, prevalenza di stipsi, IBS-C, alternanza di
diarrea e stipsi, IBS-M), che si associano al dolore addominale, è difficile
trovare in letteratura indicazioni univoche e precise sul comportamento
alimentare più opportuno, nonostante qualche tentativo di inserire anche
consigli dietetici in linee guida terapeutiche più ampie (Linee guida NICE,
2008). È perciò motivo di interesse la lettura delle nuove linee guida
dietetiche elaborate dalla British Dietetic Association (BDA), che sono fo
ndate sulle evidenze deducibili dall'analisi di 30 studi pubblicati tra il
gennaio 1985 e il novembre 2009 nei principali database internazionali. La
terapia dietetica si realizza lungo 3 linee
1.
dopo un accurato
studio clinico per indagare sulla salubrità dell'alimentazione e dello stile di
vita e per definire i sintomi e il sottotipo dell'IBS, va posta l'attenzione
sul latte e i suoi derivati, valutando la tolleranza al lattosio con
l'esecuzione di un breath test; se tale esame non è realizzabile viene
consigliato di prescrivere una dieta a basso contenuto di lattosio e valutare
gli effetti a breve, medio e lungo termine; gli studi considerati documentano,
sia pure con una evidenza debole-moderata, la scomparsa dei sintomi o la loro
attenuazione in una buona percentuale di casi, qualunque sia stata la durata
del trattamento, da 3 settimane a 5 anni; la dieta deve porre attenzione anche
ai polisaccaridi non amilacei ed essere equilibrata nell'apporto di fibre, cibi
grassi, caffè, alcol, liquidi; anche per i polisaccaridi non amilacei vi è
un'evidenza non costante e lieve-moderata nella capacità di ridurre i sintomi
2.
in caso di insuccesso
dei provvedimenti di prima linea nei soggetti con IBS-C va eseguito un
tentativo con fibre vegetali non solubili, che aumentano il peso delle feci
senza incrementare in modo significativo i fenomeni di fermentazione;
naturalmente va invece ridotta l'assunzione di carboidrati fermentabili,
soprattutto nei soggetti con documentata o sospetta intolleranza al fruttosio e
nei soggetti con meteorismo, flatulenza e dolore addominale; in questa fase può
essere iniziato l'uso dei probiotici, valutando gli effetti di un solo
preparato per un periodo di almeno 4 settimane; i probiotici possono
ridurre i sintomi in modo significativo in una discreta percentuale di pazienti
(in uno studio hanno ridotto soltanto la flatulenza e in 2 studi dopo 6 e 8
settimane di impiego non hanno avuto alcun effetto sul quadro clinico)
3.
nei soggetti con IBS-D
la terza linea terapeutica prevede il ricorso a una dieta empirica che impieghi
solo alimenti abitualmente ben tollerati o una dieta di eliminazione,
rinunciando in maniera sequenziale a 1 o 2 alimenti per volta; se nell'arco di
2-4 settimane non vi è scomparsa o miglioramento dei sintomi, è poco probabile
che essi siano dovuti agli alimenti eliminati (è ovvio che la dieta di
eliminazione può richiedere anche tempi molto lunghi per dare risultati
terapeutici).
Le
procedure terapeutiche sopra riportate sono derivate da uno studio molto
attento e rigoroso. In prima istanza sono stati selezionati 1.130 lavori; di
essi 112 sono stati considerati utilizzabili, ma alla fine solo 30 avevano i
criteri di inclusione individuati dal gruppo di studio della BDA. Questo gruppo
perciò, preso atto della scarsa numerosità di studi attendibili e delle
evidenze in linea di massima deboli, esprime una corretta conclusione secondo
cui la ricerca in futuro s i deve fondare su studi controllati, ben disegnati,
con una casistica numerosa e con un lungo periodo di follow up. Inoltre
l'obiettivo di valutare il rapporto efficacia/sicurezza di terapie dietetiche
richiede una attenta stratificazione dei sottotipi di IBS.
McKenzie YA et al. (per il Gruppo Specialistico Gastroenterologico della
British Dietetic Association). British Dietetic Association evidence-based
guidelines for the dietary management of irritable bowel syndrome in adults. J
Hum Nutr Diet 2012; 25: 260-274