20 gennaio 2011

Vitamina B12 contro l'Alzheimer

Ovviamente questo va fatto sotto il controllo e il consiglio del proprio medico curante: un'assunzione vitaminica eccessiva, infatti, fa male anziché fare bene.
 Nuove confortanti evidenze sul ruolo della vitamina B12 nel prevenire la demenza senile arrivano dalla Svezia. Uno studio pubblicato su “Neurology” afferma infatti che la presenza di vitamina B12 nel sangue protegge e previene l'insorgenza di Alzheimer.
La ricerca condotta dal gruppo di ricerca del dottor Hoosmand del Karolinska Institutet di Stoccolma ha monitorato per 7 anni un gruppo di anziani di età compresa tra i 65 e i 79 anni, che all'inizio dell'osservazione non presentavano demenza. Dei 271 volontari 17 hanno sviluppato la malattia e tutti periodicamente sono stati sottoposti ad analisi del sangue. Ciò che è emerso è che chi non presenta segni di demenza ha alti livelli ematici di vitamina B12, mentre in chi la malattia è insorta è stato riscontrato un innalzamento dei livelli di un'altra molecola, l'omocisteina, ritenuta responsabile di problemi cardiaci, ictus e danni ...
e danni cerebrali, la cui concentrazione può essere tenuta a bada proprio dalla VITAMINA B12. Le due sostanze hanno una relazione quantitativa con l'insorgenza della malattia, difatti, per ogni micromole di omocisteina in eccesso il rischio diAlzheimer aumenta del 16%, mentre per ogni picomole in più della forma attiva di VITAMINA B12 il rischio diminuisce del 2%.
Certo la dimensione del campione è limitata ma questo lavoro si aggiunge ai già tanti che negli anni passati hanno correlato gli effetti protettiva della vitamina B e che lasciano sperare nello sviluppo di nuove terapie a base di VITAMINE B.
Ad esempio uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition e svolto da alcuni ricercatori dell'Università di Oxford, aveva dimostrato come in pazienti anziani con livelli bassi di vitamina B12 i danni neurologici subiti fosseero il doppio rispetto ai coetanei dotati del giusto apporto vitaminico.
Precedenti studi della stessa squadra di ricercatori avevano messo in luce come il vino e il cioccolato, oltre al latte, possano arrecare effetti benefici simili a quelli evidenziati dal latte.
Gli studiosi inglesi stanno cercando di capire se gli integratori vitaminici possano aiutare a risolvere i problemi di memoria.
Un altro studio svolto dai ricercatori dell'Università di Oxford, diretto sempre da David Smith e pubblicato sulla rivista “Neurology”, aveva premiato la vitamina B12 come elemento fondamentale per avere e conservare una buona memoria.
I ricercatori avevano evidenziato che pazienti anziani con un basso livello di vitamina B12 sono soggetti maggiormente al rischio di incorrere in vere e proprie amnesie, con un rischio sei volte maggiore a chi, invece, ha un livello medio-alto di vitamina B12.
Questo ulteriore studio dimostrava, quindi, come non fosse un luogo comune dire che mangiare il pesce fa bene al cervello: la vitamina B12 si trova infatti in grande quantità nel pesce, nella carne e nel latte e previene il deterioramento neurologico.
Un'altra ricerca, pubblicata su “Neuropsychology”, metteva in luce i rapporti tra un genotipo e la predisposizione di alcuni anziani alla malattia di Alzheimer. Il genotipo in questione, l’allele ε4 nel gene dell’apolipoproteina E (APOE), è presente in circa il 15% delle persone ed è un fattore di rischio per la demenza. La ricerca indica che quasi una persona su quattro fra coloro che hanno una copia dell'allele 4 e quasi metà delle persone che hanno due copie dell'allele 4 svilupperà la malattia di Alzheimer.
È già noto alla ricerca, inoltre, che bassi livelli di due VITAMINE B, B12 e i folati sono legati ad una diminuzione della memoria e ad un maggior rischio di essere colpiti dalla malattia di Alzheimer. Finora pochi studi avevano esaminato insieme i due fattori, genotipo e VITAMINE, in relazione alle prestazioni cognitive di chi raggiunge le età più mature. Lo studio è stato condotto da ricercatori svedesi e britannici su 167 persone in buona salute, dall'età media di 83 anni.
A ciascuno dei partecipanti è stato praticato il prelievo del sangue per verificare i livelli delle vitamine ed il genotipo. Infine sono stati sottoposti ad una serie di test della memoria.
Dallo studio è emerso che la combinazione di bassi livelli di vitamina B12 e del genotipo con l’allele 4 è associabile in maniera significativa con una memoria meno efficiente. Gli autori dello studio precisano inoltre che le persone dal genotipo con l’allele 4 possono ottenere notevoli benefici per le loro capacità cognitive assumendo le vitamine B12 e folati. Si può dunque ritenere che assumere più vitamine del gruppo B può essere un efficace arma preventiva per la salute di chi ha superato certe soglie di età.