15 dicembre 2010

poesia di Elisabetta dedicata a tutti i bambini


Sono mamma e voglio augurare
a tutti i bimbi un natale da non dimenticare
fatti di dolci, salute ed allegria
tanti doni e senza malinconia.
Auguro a te un po meno fortunato
un Natale molto spensierato
e la speranza con tutto il mio cuore
che tutto passi e regni buono umore
...che questo Natale sia per tutti pieno di amore
così da tenerlo stretto, stretto nel cuore

Elisabetta
 

14 dicembre 2010

Scoperta una nuova forma di allergia: tutto da rifare per la diagnosi di Attilio Speciani

Quanti hanno iniziato a starnutire, tossire, lacrimare o grattarsi piene di ponfi, e sono poi usciti dallo studio dell'allergologo con le pive nel sacco, sentendosi dire che non avevano nessuna allergia? Purtroppo sono tante, e la pratica quotidiana ci mette continuamente in contatto con persone che pur manifestando sintomi tipici dell'allergia, non riescono ad evidenziare nel loro sangue delle reazioni di tipo IgE. Le IgE, o immunoglobuline E, sono gli anticorpi scoperti ormai negli anni 60 dai coniugi Ishizaka, con cui si è pensato per tanti anni di catalogare l'allergia. Lo studio delle IgE è sicuramente utile, e in genere tutti gli episodi di reazione acuta, immediata, sono legati a questi anticorpi. Quando però si affronta il tema della infiammazione cronica, o delle allergie persistenti, oppure ancora dei fenomeni legati alla allergia e alla intolleranza alimentare, ci si scontra quasi sempre con la assenza di questi anticorpi, e con una serie di dubbi non da poco.
Come ha dimostrato Brandt in un bellissimo lavoro pubblicato nel 2006 sul Journal of Allergy and Clinical Immunology (Brandt EB et al, J Allergy Clin Immunol 2006 Aug;118(2):420-7), le intolleranze alimentari determinano spesso reazioni identiche a quelle allergiche, pure in assenza del classico meccanismo fino ad oggi conosciuto. In questi casi la diagnosi deve allora passare attraverso la ricerca di anticorpi o di reazioni cellulari diverse dalle IgE. 
Noi infatti affrontiamo da anni questo tema utilizzando dei test non convenzionali, come ad esempio ALCAT e DRIA, che vannno effettivamente ad indagare la reazione che avviene tra un estratto di alimento e un gruppo di globuli bianchi (ALCAT) oppure la reazione che avviene tra l'intero sistema neuroimmunologico e il cibo (test DRIA). 
Ma da qualche settimana una nuova scoperta scientifica, pubblicata su una delle riviste più autorevoli della allergologia mondiale, ha messo in subbuglio il mondo accademico: l'americano Fred Finkelman ha scoperto infatti che esistono almeno due differenti vie di attivazione della allergia. E lo stesso tipo di reazione evidente nei topolini (che hanno caratteristiche immunologiche molto simili a quella degli esseri umani), secondo la ricerca descritta sull'ultimo numero del Journal of Allergy and Clinical Immunology (Finkelman FD. J Allergy Clin Immunol 2007;120:506-15) dovrebbe essere applicabile anche agli esseri umani.
Significa che tutte le analisi allergologiche svolte fino ad oggi sono state , nella migliore delle ipotesi, parziali. Le tante persone che non hanno ricevuto diagnosi, perché sono state provate e testate solo le IgE, possono pensare che le indicazioni a loro date a quel punto fossero, quanto meno, non complete.
La descrizione di questa allergia a due vive, quella classica e quella alternativa, è troppo vicina al modello classico delle ipersensibilità alimentari ritardate (intolleranze) perché non ci stimoli a pensare che questo sia (come già anticipato da Sampson) un modello sempre presente nell'organismo, più o meno affiancato alla reazione di tipo IgE.
Infatti i due tipi di reazione dipendono da:
  • via classica, modulata dalle IgE, dall'istamina, stimolata da piccole quantità di antigene, in presenza anche di basse quantità di anticorpi 
  • via alternativa, modulata dalle IgG, da un gruppo di globuli bianchi (macrofagi), stimolata da grandi quantità di antigeni, ripetute per più tempo, in presenza di quantità importanti di anticorpi.
Siamo di fronte ad una scoperta straordinaria, che deve far ripensare completamente il modo in cui si sviluppano o si controllano le allergie. Bisogna anche ricordare che le IgG sono in grado di determinare dei fenomeni di tolleranza nei confronti della allergia classica, per cui non devono mai essere considerate del tutto dannose.
E per quanto riguarda la gestione delle allergie, gli allergologi dovranno, da oggi, confrontarsi con un pezzo di realtà scientifica in più, e non potranno sottrarsi alla sistematica domanda dei pazienti, di andare cioè al di là della immediatezza diagnostica delle IgE.
Per lo studio delle allergie alimentari ritardate (intolleranze) non possiamo che ribadire la necessità di uno studio diagnostico che valuti la reattività cellulare. I risultati avuti fino ad oggi ci confermano, con l'evidenza scientifica della nuova scoperta, che eravamo nel giusto.
Dottor Attilio Speciani
immunologo e allergologo clinico

13 dicembre 2010

Per Natale niente albicocche australiane...


tavola natale spese spesa
Per la tavola di Natale qualche specialita' e' gradita, ma meglio evitare frutta e verdure fuori stagione, soprattutto se provenienti da luoghi remoti. Hanno prezzi stratosferici, probabilmente non sanno di niente, e quel che peggio inquinano il Pianeta. Se proprio si vuole stupire gli ospiti meglio scegliere 'rarita' made in italy come cachi e fico d'India o antiche varieta', dalla mela limoncella alla pera madernassa. Dalle albicocche australiane vendute a 28 euro al chilo, alle ciliegie del Cile che arrivano a 35 euro, Coldiretti ha preparato una lista nera dei consumi di Natale da evitare.

Secondo lo studio dell'organizzazione agricola negli ultimi dieci anni si e' assistito in Italia ad una crescita esponenziale degli sbarchi di frutta straniera ''contro'' stagione, come le more dal Messico (+6.100%), i mirtilli dall'Argentina (+560%) o le ciliegie dal Cile (+122%) i cui arrivi si concentrano proprio nel periodo di Natale. Il consumo durante le feste di fine anno di prodotti fuori stagione provenienti di migliaia di chilometri di distanza e' - sottolinea la Coldiretti - una tendenza in forte ascesa che concorre a far saltare il budget dei cenoni, con prezzi superiori ben oltre le dieci volte quelli di mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine Made in Italy. Un'usanza che ''appare del tutto ingiustificata, perche' si tratta spesso di prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi inquinanti che liberano nell'aria gas ad effetto serra''.

Le albicocche dall'Australia, le ciliegie e le pesche dal Cile e i mirtilli argentini occupano il podio della top ten dei cibi che sprecano energia e inquinano il Natale. E' stato calcolato che - sottolinea la Coldiretti - un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre 16.000 km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3 chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per piu' di 11.000 chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica. Tra i prodotti piu' diffusi che rischiano di ''inquinare il Natale'' ci sono anche - continua la Coldiretti - le angurie del Brasile, le more dal Messico, gli asparagi dal Peru', i meloni dal Guadalupe e i fagiolini dall'Egitto. E per alcuni di questi prodotti - conclude la Coldiretti - non ci sono solo problemi per motivi ambientali, ma ci sono anche perplessità di carattere sanitario.
12 dicembre 2010

I prodotti con il marchio Coop, Esselunga, Auchan... sono spesso uguali a quelli di Granarolo, Agnesi, Ponti, Scottex, Galbusera.

Prodotti uguali ma prezzi diversi ?
Gli esperti di marketing li chiamano "private label", ma i consumatori li conoscono come prodotti con il marchio del supermercato. La Coop ne ha 2500, Esselunga 1800, mentre nei punti vendita Auchan, Conad, Carrefour, Gs se ne trovano oltre mille.
Si tratta di salumi, biscotti, pasta, salsa di pomodoro, olio, aceto, marmellate ... e persino pannolini e carta igienica. Spesso sono prodotti da aziende leader di mercato che espongono i loro articoli sullo scaffale a pochi centimetri di distanza.
Qualche esempio? Cominciamo con Granarolo che produce latte e yogurt per alcune insenge di supermercati, Agnesi confeziona la pasta, Monini l'olio, Maia le uova e poi c'è Ponti, Sammontana, Santa Rosa.... Capire che i prodotti firmati dai supermercati sono simili a quelli delle grandi marche non è facilissimo.
Per farlo bisogna controllare il nome e l'indirizzo dell'azienda produttrice e confrontare l'elenco degli ingredienti.
Vediamo qualche caso.
Il riso Carnaroli della Coop e il riso Carnaroli firmato dalla Scotti hanno un formato pressoché identico e sono confezionati nello stesso stabilimento. Per l'aceto Ponti il discorso è analogo. In questo caso cambia il formato della bottiglia, ma il contenuto sembra uguale. Anche l'indirizzo sui rotoli della carta igienica Scottex e su quelli di Coop è identico.


Cambiamo supermercato. La salsa di pomodoro in bottiglia di vetro firmata Esselunga è confezionata nello stabilimento dove si produce la polpa di pomodoro Santa Rosa. Le uova Esselunga e le uova Maia sono confezionate in un unico centro. Il discorso potrebbe continuare con i biscotti Galbusera, lo yogurt Mila e altri ...
Certo i prodotti provenienti dallo stesso stabilimento non sono necessariamente uguali, basta modificare la materia prima per ottenere una marmellata con meno frutta o una pasta con meno proteine. Se però si confronta   l'elenco degli ingredienti e la tabella nutrizionale si scopre  che spesso i prodotti con il marchio dei supermercati sono identici a quelli con marchi famosi oppure le differenze sono marginali.
Aquesto punto la cosa più interessante è il prezzo che risulta inferiore del 25-30%.
venerdì 05 febbraio 2010

ilfattoalimentare

08 dicembre 2010

9 Dicembre 2010: giornata contro la corruzione e le mafie

FLARE organizza la Giornata internazionale contro la corruzione e le mafie, che verrà celebrata il 9 Dicembre 2010 a Bruxelles, nel Parlamento Europeo.


PROGRAMMA DETTAGLIATO DEI CORSI PER NUTRIZIONISTI



07 dicembre 2010

Il resveratrolo, attivo contro i radicali liberi

Il resveratrolo ha da tempo attirato l’interesse tra i ricercatori che si occupano di prevenzione delle patologie o di come rallentare l’invecchiamento.

Il resveratrolo si può trovare nel vino, e la sua presenza ha reso molte ricerche favorevoli alla questa bevanda, suscitando un ovvio entusiamo da parte degli appassionati.

Non di rado, infatti, capita di assistere a servizi televisivi, o di leggere articoli su riviste di ampia diffusione che tessono gli elogi di un consumo costante del prodotto, ma pensare di contrastare l’infarto o l’invecchiamento bevendo vino è una palese esagerazione.

Ma cerchiamo di capire innanzi tutto di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo al resveratrolo.

Questa sostanza appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi come l’arachide e in particolari piante (la medicina tradizionale asiatica, ad esempio, prevede l’utilizzo della Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato.

Nell’uva il composto è contenuto all’interno dei semi e della buccia, mentre il contenuto nel vino dipende dalla pianta della vite, dalla posizione geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione.

Come conseguenza, la quantità dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o rosato.

Le attività biologiche di questa sostanza sono diverse. Essendo sostanza antinvecchiamento, il resveratrolo è considerato un antiossidante, attivo quindi contro alcuni radicali liberi, che impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. Questo primo effetto è quindi alla base della motivazione di chi sostiene la sua efficacia contro l’invecchiamento e nella riduzione del rischio cardiovascolare.

L’effetto antinfiammatorio sarebbe invece supportato dalle capacità del resveratrolo di inibire alcune reazioni, come la ciclo-ossigenasi, esattamente come fanno i più classici antinfiammatori.

Oggi si sa anche che aumenta i livelli di Interleuchina 10, facilitando una azione di controllo delle allergie, delle intolleranze alimentari e delle malattie immunitarie.

Le proprietà antiossidanti, antibatteriche ed antivirali del resveratrolo sono solo l’ultima delle conferme scientifiche sull’importanza di una corretta alimentazione nel rafforzamento delle difese immunitarie necessarie a prevenire e combattere anche il virus influenzale.

A tal proposito, un adeguato regime alimentare deve basarsi su un consumo costante di frutta (l’uva) e verdura, che è ricca di antiossidanti, ma anche di latte, uova, alimenti ricchi di elementi probiotici (yogurt) nonché formaggi come il parmigiano. Secondo alcuni esperti va tenuto in debita considerazione anche l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione delle malattie.


Fonte: rivista Tuttobene

03 dicembre 2010

CORSO "GRAVIDANZA SERENA"

ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE

ENDOMETRIOSI E OMEGA3

L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda l'endometriosi e la relazione esistente tra alimentazione e insorgenza di questa patologia.
Ne soffrono, solo in Italia, circa 3 milioni di donne. Si tratta di una patologia complessa e ad andamento cronico, caratterizzata da presenza anomala di tessuto all'interno dell'utero (può interessare i distretti più prossimi all'utero: ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino) che può condurre a infertilità. Ad oggi non si è giunti ad individuare una cura definitiva, ma è certamente possibile agire in termini di prevenzione. 

Gli studiosi della Harvard Medical School di Boston hanno pubblicato i risultati del proprio studio sulle pagine di Human Reproduction. 


La ricerca ha coinvolto 70.000 donne osservate nell'arco di 12 anni durante i quali i ricercatori, guidati da Stacey Missmer, hanno esaminato il collegamento tra la dieta abituale delle donne e l’incidenza dell’endometriosi.

I risultati hanno evidenziato che per le donne che assumevano la più elevata quantità di acidi grassi omega-3, il rischio di endometriosi si riduceva del 22% rispetto alle altre donne.
Non solo, lo studio ha anche osservato come un eccessivo consumo di grassi trans (comunemente definiti “grassi cattivi”) contribuisse ad aumentare del 48% il rischio di endometriosi.
I ricercatori della HMS non sono al momento in grado di determinare l’esatta correlazione tra i due fattori, ma nel frattempo si mostrano soddisfatti per i risultati ottenuti (anche se la correlazione tra omega3 ed riduzione dell'endometriosi è da tempo nota e in particolare attribuibile alla relazione tra acidi grassi omega 3 e metabolismo delle prostaglandine PGE1).


ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE

Una dieta equilibrata a base di alimenti integrali e biologici ricca di acidi grassi omega-3 favorisce la prevenzione dell’endometriosi.

Sottolineo integrali e biologici per il semplice fatto che i cibi raffinati sono depauperati delle loro poprietà nutritive e che i cibi non biologici sono poveri a livello nutrizionale e carichi di residui di pesticidi e diserbanti chimici.

Omega 3: un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Si consiglia un incremento di consumo nella dieta di: olio extravergine di oliva e oli vegetali (lino e canapa i più ricchi in Omega3) usati a crudo, noci e semi oleosi (lino, girasole, canapa, noci, zucca), pesce azzurro pescato. 

Ricchi in omega 3 anche gli olii di pesce che personalmente  continuo a sconsigliare per la presenza dei residui chimici usati per l'estrazione e per il crescente inquinamento in metalli pesanti specialmente nei pesci grassi da cui questi acidi grassi vengono estratti.

Le fibre: è noto che un aumentato consumo di fibre nella dieta aiuta la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino. 


L’aumentato consumo di fibre determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti. 


Pertanto è opportuno mettere alla base dell'alimentazione il consumo di: cereali integrali (riso, orzo, farro ecc..), frutta e verdura, legumi.


Tra le verdure in particolare quelle ricche di flavoni (pigmenti gialli, dalla tossicità quasi nulla che costituiscono la vitamina P, attiva nel regolarizzare le contrazioni e la frequenza cardiaca, la vasodilatazione delle coronirie, la pressione arteriosa, le funzioni intestinali e dell'utero, la secrezione biliare, il ricambio del calcio) quali sedano, prezzemolo e timo da consumare freschi e crudi.
Sono particolarmente indicate le verdure appartenenti alla famiglia delle Crocifere (broccoli, cavolfiori, crauti, cavoletti di bruxelles), grazie al contenuto in  indolo-3-carpinolo, naturale regolatore del metabolismo degli estrogeni e agente antitumorale.

Latte e derivati: tali prodotti possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 e PGF2A, responsabili di alcuni processi infiammatori. Si consiglia pertanto una assunzione estremamente ridotta di tali cibi.

Carni e grassi di origine animale: stesso discorso fatto per i latticini in quanto anche il consumo di carni (specialmente carni rosse e insaccati) e pesci da allevamento promuove la produzione di PGF2A. Inoltre se industriali tali cibi possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali, in particolare la presenza di diossine nelle carni non biologiche da allevamento intensivo è dimostrato assumere un ruolo determinante nell'insorgenza dell'endometriosi.

Caffè e fumo: Tra le sostanze eccitanti di uso comune andrebbero evitate quelle contenute in caffè e fumo. In particolare caffeina e nicotina, tra i numerosi effetti acuti sul sistema endocrino, stimolano il rilascio di cortisolo e adrenalina: questo meccanismo ripetuto continuamente con l'assunzione di dosi quotidiane delle sostanze eleva il livello di stress psicofisico con tutto quello che ne consegue in generale e in particolare su patologie ad andamento cronico come l'endometriosi.

Altri alimenti da ridurre : 


- alcool, 
- cioccolato, 
- grassi saturi, 
- burro e margarina, 
- bevande ad alto contenuto di zucchero
- carboidrati raffinati (pane e pasta bianca, merendine confezionate, prodotti da forno non integrali in genere). 



Da evitare: tutti i prodotti a base di soia per il loro contenuto di fitoestrogeni.

Stile di vita: periodi di stress prolungato portano a uno squilibrio dei livelli di cortisolo al quale si accompagna l'abbassamento dei livelli di progesterone, condizione questa può favorire l'insorgenza dell'endometriosi. 

02 dicembre 2010

tavola rotonda dal tema NUTRIZIONE E SPORT presso l'Università di Camerino

tavola rotonda ad ingresso gratuito.
NUTRIZIONE E SPORT: DALLA VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA ALLA PREPARAZIONE ATLETICA

L'Organizzazione Mondiale della Salute ribadisce il suo "riconoscimento" all'OSTEOPATIA e indica i paramentri di formazione. da tuttosteopatia.it

L'OMS ‐ Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l'Osteopatia. Il 9 novembre 2010 hapubblicato, dopo diversi anni di lavoro, i parametri di riferimento per la formazione inOsteopatia. Si tratta di 28 pagine (comprese prefazione e riferimenti), in cui si trovano iprincipi fondamentali, i problemi di formazione e di sicurezza affrontati in tema di osteopatia.Il documento, pubblicato in lingua inglese “sarà presto tradotto in italiano dal CSdO in accordocon Regione Lombardia assicura Alfonso Mandara, vice presidente del Consiglio Superiore diOsteopatia e divulgato integralmente”......Questo èsenz'altro un grande passo in avanti affichè il Ministero della Salute italiano possa adottareprovvedimenti legislativi volti a riconoscere l'Osteopatia anche in Italia come in molte Nazionieuropee e non solo. Partendo dai principi base dell’Osteopatia, questa importantepubblicazione ne descrive la storia e la filosofia, apportando delucidazioni in merito a cinquemodelli principali del rapporto tra struttura e funzione: biomeccanico;respiratorio/circolatorio; neurologico; biopsicosociale e bioenergetico.Questi invece i parametri di riferimento per la formazione in Osteopatia:Fissate a 4.200 le ore di studio necessarie per conseguire il diploma in Osteopatia a tempopieno, con 1000 ore di pratica clinica. La scuola full‐time, di 4 anni, è riservata a quanti nonabbiano acquisito conoscenze preliminari nel campo della salute, ma che abbiano conseguitoil diploma di scuola superiore. Essenziale è il tirocinio clinico in una struttura osteopaticaappropriata dove può essere richiesto allo studente la compilazione di una tesi o di unprogetto.La seconda tipologia formativa descritta nel documento (part‐time) è riservata aglialtri professionisti nel campo della salute, che vogliano diventare professionisti qualificati inosteopatia. Questa prevede l’espletamento dello stesso programma di studio, con gli stessicontenuti che tuttavia si legge nel documento insieme alla durata del corso, possono esseremodificati a seconda delle precedenti esperienze e della formazione dei singoli richiedenti. Ilprogramma relativo dipenderà molto dalla formazione preliminare e dalle esperienze clinichedei singoli studenti. Il programma ha una durata di 1.000 ore per essere adeguate in funzionedelle competenze individuali. I Parametri di riferimento per la formazione in Osteopatiasanciti dall’OMS definiscono inoltre nello specifico il piano di studi annuale, compresa laspecifica di ore per ogni materia.L'ultima sezione del documento è dedicata al capitolo sulle “questioni di sicurezza”, fornendodelucidazioni sui parametri di riferimento per comprendere le controindicazioni deltrattamento osteopatico in specifiche condizioni. “Questa relazione – scrive sul sito dell’EFO ‐European Federation of Osteopaths il direttore Armand Gersanois DO sarà senza dubbioutile agli Stati dove l'osteopatia non è ancora regolamentata e in cui il titolo Eur Ost DO,potrebbe diventare il segno distintivo della ricognizione professionale”. Come nel caso italiano.

INTERVISTE A CHI CE L'HA FATTA da Voglio vivere così

SANDRO GIACOPUZZI. VITICOLTORE 27/2/2010  
Sandro mi accoglie nella sua enoteca in centro città. Si capisce subito che è una persona generosa perché sul bancone ci sono molte tartine, fresche, disposte con cura, abbondantemente farcite. Gli occhi calmi e stanchi ma di una stanchezza serena, appagata. Riesce a fare molte cose insieme senza mai inciampare in un movimento agitato, sta al suo posto con orgoglio, conosce il ritmo della vita. Questo è il dono che ha ricevuto dal suo lavoro: è un viticoltore, lavora nell'azienda di famiglia insieme ai suoi due fratelli da quando il padre, dopo un periodo di malattia, ha deciso di abbandonare l'impresa edile che dirigeva per dedicarsi alle sue vigne. Quell'anno in cui la vita del padre è cambiata la vita dell'intera famiglia ha subito uno scossone. Sandro tornava da scuola, aveva sedici anni, posava la cartella e si dedicava alla terra fino a tarda sera, insieme al padre.
Professione viticoltore Sandro Giacopuzzi
Sorride al pensiero di come sia divenuta una moda, da qualche tempo, ritirarsi in campagna, per reagire alla povertà della vita in ufficio. Ci si compra un rustico, si vive in simbiosi con la natura, condizionati dal sole e dalla pioggia, di nuovo in silenzio, con l'attenzione agli odori.
La sua azienda vinicola si trova a Castelnuovo del Garda, ospitata in una vecchia corte di fine Ottocento, Corte Sant'Arcadio. La scelta, fin da subito, è stata di privilegiare la qualità e quindi di mantenere il più possibile inalterata la genuinità del vino. Una strada più impegnativa ma l'unica che, alla lunga, possa dare soddisfazione. Da sempre la cura dei vigneti è ecologica, per difendere le piante vengono utilizzate sostanze che siano il meno nocive possibile. Si cerca di sfruttare al massimo l'aiuto della natura, se la quantità eccede, si diradano i grappoli, praticando sapienti potature al fine di consentire al sole di raggiungerli e di maturarli al meglio. La raccolta è fatta rigorosamente a mano e portata alla cantina in cassette, per ridurre il rischio di ossidazione. Il mostofiore viene ottenuto con bassissime rese, cioè non viene schiacciato all'inverosimile ma quel tanto che basta per ricavarne il prodotto migliore.
Corte Sant'Arcadio Verona
La fretta il più delle volte costringe a scorciatoie che tagliano a metà il naturale percorso delle cose, ecco perché invece di eccedere con le sostanze chimiche, Sandro preferisce fare piccoli imbottigliamenti mensili in modo che il vino possa essere il più fresco possibile e conservato nel migliore dei modi.
Non c'è mai un giorno canonico di festa, se c'è siccità l'acqua va data anche di domenica. Però si vive all'aperto, si sente l'aria in faccia e il caldo pizzicare la pelle. La pioggia ti bagna, la terra si prende in mano, si legge. Quante parole risparmiate, invece i sensi di nuovo utili. Sandro ha due bambini e due lavori. La mattina in enoteca e il pomeriggio in campagna. Il lavoro e la vita procedono insieme, i suoi figli sono stati abituati fin da piccoli a raccogliere le uova nel pollaio e a vedere mungere le mucche. Non si oppone a questo ritmo nessun manuale di pedagogia spicciola sui padri che lavorano troppo, nessun consiglio su come stimolare la separazione e l'individuazione dei figli. La vita accade come quando fuori piove, con un andamento necessario, pacificante.
Sandro Giacopuzzi 
A cura di Sara Gamberini

1960-2010. Buon Compleanno Extra Vergine. Tributo Al Re Dei Grassi

Dov'è? Milano (MI)
Per info http://www.olioofficina.it/
Telefono 02.89516688
email info@luigicaricato.net oppure a redazione@teatronaturale.it
Sito Internet http://www.olioofficina.it/2010/11/buon-compleanno-extra-vergine-il-programma-della-giornata-evento/
Cosa succede? Il 2 dicembre a Milano non perdete l'evento dedicato ai cinquant'anni dell'olio extra vergine di oliva. Era il 13 novembre del 1960 quando la legge 1407 ha ufficialmente introdotto la denominazione commerciale “olio extra vergine di oliva”, ad oggi ancora in vigore in ogni angolo del mondo. Per celebrare la nascita del re dei grassi, Luigi Coricato ha ideato una giornata ricca di appuntamenti dalle 10 della mattina al The Westin Palace, sala Sforzesca Piazza della Repubblica, 20. Protagonista è l'olio di oliva extra vergine, di cui si parlerà sotto il profilo economico, politico, storico e ovviamente gastronomico. Si prega di confermare la presenza scrivendo a redazione@teatronaturale.it.
Il giorno da non perdere è: Il 2 dicembre

Se All'acqua Del Rubinetto Preferisci La Minerale... Almeno bevi quella dei paesi tuoi! di Monica Valeri.

da " il giornale del cibo"

01 dicembre 2010

La fontana della giovinezza? Ridurre lo zucchero Se le cellule tumorali sono «nutrite» con pochi zuccheri muoiono, quelle normali vivono di più: ecco perché mangiare poco aiuta a vivere più a lungo

Su invertebrati, moscerini e topolini c'è la certezza da tempo: mangiar poco allunga la vita, anche di parecchio. Qualche mese fa lo stesso risultato è stato dimostrato in animali che sono nostri parenti stretti, i macachi. Ora una ricerca condotta su cellule umane segna un altro punto a favore della teoria della restrizione calorica, secondo cui «tirar la cinghia» fa vivere più a lungo e molto probabilmente meglio. STUDIO SPERIMENTALE – La ricerca, uscita sul FASEB Journal, è stata condotta su cellule polmonari umane normali e precancerose, in uno stadio che precede di poco la trasformazione tumorale vera e propria. Entrambi i tipi cellulari sono stati fatti crescere in vari terreni di coltura, ricevendo quantità di glucosio normali o ridotte; i ricercatori, del Center for Aging e del Comprehensive Cancer Center dell'Università dell'Alabama, le hanno seguite nel corso di alcune settimane per vedere come e quanto si moltiplicavano e per registrarne la sopravvivenza. Chiari i risultati: se lo zucchero a disposizione scarseggiava, le cellule normali vivevano più a lungo, quelle pre-tumorali morivano. C'è dell'altro: valutando l'espressione e l'attività di alcuni geni-chiave delle cellule i ricercatori si sono accorti che la «dieta» a basso contenuto di glucosio stimolava un aumento dei livelli di telomerasi, l'enzima che «mantiene giovani» i telomeri (le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia); inoltre, la scarsità di glucosio riduceva l'attività di un altro gene che invece rallenta la funzione della telomerasi.
CONFERME – Tutti effetti che non dipendono da mutazioni nel DNA, ma sono una reazione all'ambiente in cui si trova la cellula: si chiamano effetti epigenetici e stanno assumendo una sempre maggiore importanza agli occhi degli scienziati perché possono condizionare il destino delle cellule molto più di quanto ci si aspettasse in passato. I dati degli statunitensi portano acqua al mulino di chi da anni sostiene che ridurre l'introito di cibo (specialmente dolce, parrebbe) possa farci vivere di più e meglio. Il direttore della rivista su cui è stato pubblicato il lavoro si spinge a prevedere che ci vorrà poco per «ottenere una fontana della giovinezza farmacologica, una pillola in grado di far vivere a lungo e senza tumori»; l'autore dell'articolo, Trygve Tollefsbol, spera dal canto suo che «la scoperta possa aiutare a capire come prevenire i tumori e altre malattie età-correlate, riducendo e controllando l'introito calorico in specifiche popolazioni cellulari». In altre parole, «affamare» selettivamente cellule che altrimenti invecchierebbero presto o le cellule tumorali: per farlo ci vorranno farmaci che per ora sono più che futuribili. Per stare meglio e invecchiare senza acciacchi, meglio cominciare allora mangiando poco e sano: la dimostrazione che basta introdurre cento calorie in meno al giorno per tagliare del 10 per cento il rischio di disabilità tipiche dell'anziano è arrivata poco tempo fa, da una ricerca presentata all'ultimo congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatra. Condotta non su cellule, ma su uomini e donne in carne e ossa. E visto che gli indizi vanno tutti nello stesso senso, pare proprio che convenga essere parchi a tavola se vogliamo arrivare a soffiare su 80 o 90 candeline, magari in buona salute.
Elena Meli
21 gennaio 2010

29 novembre 2010

I pilastri della dieta - Fotogallery

I pilastri della dieta - Fotogallery

L'Unesco premia la dieta mediterranea Anche la pasta è patrimonio dell'Umanità


A Nairobi, la candidatura votata all'unanimità dopo una lunga discussione. Il riconoscimento dedicato al sindaco Angelo Vassallo, ucciso in un agguato il 5 settembre a Pollica, in Campania. Il ministro Galan: "Traguardo storico per la nostra tradizione alimentare"

NAIROBI - La dieta mediterranea è patrimonio dell'umanità. Dopo una lunga discussione l'Unesco ha infine proclamato ufficialmente la pasta al pomodoro, il basilico, l'olio e l'insieme delle pratiche alimentari, sociali e culturali che rappresentano la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

L'ok è arrivato questo pomeriggio da parte del comitato intergovernativo dell'Unesco riunito a Nairobi come ha confermato, Pier Luigi Petrillo, responsabile della delegazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che ha aggiunto che la "Dieta Mediterranea è stata approvata all'unanimità". "Al momento della proclamazione - ha continuato Petrillo - c'è stata un'ovazione tra i delegati di tutti i 166 Stati presenti. Molti delegati si sono riuniti intorno alla delegazione italiana per le felicitazioni".

Non è stato facile. Per la decisione Italia, Grecia, Marocco e Spagna hanno contato ma l'Albania era contraria. Il percorso era stato iniziato nel 2007 dall'allora ministro dell'agricoltura Paolo De Castro con la sottoscrizione, assieme alla Spagna, di una dichiarazione congiunta. ll responsabile del ministero ha detto che i quattro Paesi che hanno sostenuto la candidatura per la Dieta Mediterranea si sono trovati concordi nel volere "dedicare il riconoscimento al sindaco Angelo Vassallo", ucciso in un agguato lo scorso 5 settembre a Pollica in Campania.

"Noi tutti ricordiamo Pollica come una comunità emblematica - ha precisato Petrillo - Ci tenevamo molto, perché il sindaco Vassallo aveva lavorato con il nostro ministero su questa candidatura. "E' stato un bel momento. Io mi sono un po' commosso", ha concluso Petrillo. "So che a Nairobi - ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - la delegazione del ministero ha dedicato il prestigioso riconoscimento dell'Unesco proprio a un uomo simbolo del Cilento, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Mi associo a loro, non senza commozione, per ricordare colui che con tanta passione aveva sostenuto con convinzione e passione fin dall'inizio questo progetto: sono certo che il risultato raggiunto oggi lo avrebbe reso orgoglioso".

La discussione in sede Unesco è stata problematica e ha rischiato di essere rinviata, ha spiegato Petrillo, da domenica a Nairobi con l'obiettivo di portare a casa il risultato. "L'Albania, membro del comitato che deve decidere - ha detto -, ha fatto un intervento duro nei confronti delle candidature che possono avere valore commerciale come ad esempio la Dieta Mediterranea, e si è detta molto preoccupata che in Italia si stia già festeggiando per un riconoscimento che ancora non c'è".

Soddisfatto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan. "Dopo giorni di trattative, il risultato sperato è arrivato. Questo prestigioso successo mi riempie d'orgoglio e rappresenta un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e per la cultura dell'intero Paese", ha detto. "La proclamazione della Dieta Mediterranea rappresenta una svolta epocale nel processo di valorizzazione di usi e costumi legati alle diete alimentari dei vari popoli, ha aggiunto Galan che poi ha ringraziato "di cuore" la comunità del Cilento, il cui sostegno convinto nel corso della candidatura è stato indispensabile, e in particolare il presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano.

La decisione ha effetti collaterali importanti. All'estero i prodotti base della dieta mediterranea made in Italy stanno già volando forte, con un aumento del 9 per cento nelle esportazioni in quantità, che conferma la grande fiducia conquistata dalle produzioni tricolori a tavola. E ora la Coldiretti può festeggiare, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell'anno, ciò che questa mattina con la prima maxispaghettata doc al Campidoglio a Roma, si augurava e basta. Molto positive, ricorda la Coldiretti, sono le performance di ortaggi (+20% in quantità nell'export), frutta (+18%) e olio d'oliva (+10%), ma anche conserva di pomodoro (+3%), pasta (+2%) e vino (+1%), a dimostrazione della tenuta del made in Italy a tavola nonostante la crisi globale. Il successo all'estero dei prodotti della dieta mediterranea, conclude Coldiretti, rappresenta anche un volano di sviluppo per il turismo enogastronomico che vale 5 miliardi e si conferma il vero motore della vacanza made in Italy, unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale.
(16 novembre 2010)

Proteine, frutta e legumi la dieta perfetta, buona per tutti


Lo studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine. Il progetto guidato dai danesi, partito nel 2005, e finanziato dall'Unione europea. Carni magre e prodotti caseari (magri), uova, pesce e legumi e gran parte della frutta: si può mangiare a volontà, senza pesare le porzioni. E senza accumulare chili di troppo

di ELENA DUSI
SI FREGIA del nome di "dieta perfetta" perché è quella che è stata testata sul più alto numero di persone. E come spesso avviene, contiene una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che si può mangiare a volontà: non c'è bisogno di pesare le mini-porzioni sulla bilancia. Quella cattiva è che pasta e pane sono ammessi solo in forma integrale, mentre carne e formaggi devono rigorosamente essere magri. I carboidrati raffinati sono i veri nemici della linea, è la conclusione dell'università di Copenaghen, che insieme ad altri otto centri di ricerca europei ha coinvolto in uno sforzo di dimagrimento collettivo 772 famiglie con problemi di linea in tutta Europa: il campione più vasto mai arruolato in uno studio per la lotta all'obesità.

Al centro della "dieta perfetta" ci sono le proteine: carni magre e prodotti caseari purché poveri di grassi, uova, pesce e ovviamente i legumi. Alcuni tipi di frutta sono contingentati (banane, uva, kiwi, ananas e melone), ma per il resto si può andare a ruota libera. "Con questi cibi, si ha il permesso di mangiare fino alla sazietà, senza bisogno di fare il calcolo delle calorie e senza guadagnare peso" è l'affermazione più stupefacente dello studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

La dieta collettiva guidata dai danesi prende il nome di "Progetto Diogenes" (da Diet, obesity and genes). È partita nel 2005 ed è stata finanziata dall'Unione europea con 14,5 milioni di euro. Una parte del successo del regime ricco di proteine e povero in carboidrati raffinati sta anche nella sua semplicità. Seguirlo è molto più facile e piacevole rispetto all'alimentazione con pane e pasta a volontà, ma poca carne, formaggi e pesce. "Le proteine - spiegano infatti i ricercatori - danno un maggior senso di sazietà e regalano la giusta sensazione per intraprendere attività fisica". Anche i cereali integrali, rispetto a quelli raffinati, hanno il vantaggio di estinguere prima la fame.

Tra gli altri cibi consigliati nella "dieta perfetta" ci sono noci e mandorle. Niente freni per frutti come mele, pere, arance, lamponi e fragole. Luce verde anche per la verdura, con l'accortezza di preferire carote e barbabietole crude anziché cotte. La pasta andrebbe preferibilmente mangiata al dente. Il riso, oltre che integrale, è ben accetto anche nella varietà basmati. I dolci invece vengono catalogati tra le "calorie vuote": deleterie per la linea e poco utili dal punto di vista nutritivo. È importante, sottolineano i nutrizionisti di Diogenes, che il livello di glucosio del sangue non subisca sbalzi repentini: "I picchi troppo bruschi - scrivono i ricercatori - hanno effetti indesiderati, sia dal punto di vista del metabolismo che da quello delle performance mentali. Sarebbe opportuno scegliere cibi che vengono digeriti lentamente, mantenendo alto il livello di sazietà e più stabile il tasso di glicemia".
(25 novembre 2010)

28 novembre 2010

MCS: AFFINCHÉ VENGA RICONOSCIUTA COME MALATTIA SOCIALE

Il papavero rosso che sboccia oltre le sbarre simboleggia il superamento della condizione di isolamento: è un messaggio di speranza rivolto a chi ha fede e crede nelle proprie capacità perchè sa che desiderare intimamente di compiere un'azione è il punto di partenza per poter raggiungere l'obiettivo prefissato !!!
E' questa, in sintesi, la filosofia del gruppo nato nel giugno 2010 in Sicilia; gruppo che si batte ogni giorno affinchè si dissolvano le barriere chimiche che tendono a limitare la libertà di chi non è nelle condizioni di sopportare i veleni imposti dalla chimica!
I promotori del gruppo hanno deciso di mettere da parte le battaglie personali e la ricerca di piccole utilità e lavorano fianco a fianco in armonia, consapevoli che le battaglie si vincono solo se le forze della disgregazione scatenate dal piccolo ego che si annida nell'essere umano vengono superato grazie ai benefici influssi della fiammella divina che brilla nel nostro cuore!
Chi sceglie diventare componente del gruppo sa che dovrà abbandonare ogni personalismo .
La foto in bacheca, già adottata dal gruppo come simbolo fin dal momento della sua costituzione, è diventata anche il simbolo della manifestazione svoltasi con enorme successo il primo ottobre 2010, con il patrocinio della CRI e del Comune di Catania-Assessorato Politiche sociali e della famiglia.

26 novembre 2010

Rosa sotto pioggia

Con il tuo calice raccogli gocce
di un pianto che la giornata di oggi ventuno
ha versato per disegnare la Purezza
fatta Vergine … ed ogni giorno
mondi le sporche volgarità di una economia
a cavallo tra abienti e ultimi arrivati sulla terra.
Il rosso che scende sul prato è il pianto
di Maria Nostra Madre, Lei non avrebbe pensato
che la cattiva società odierna avrebbe tanto osato.
Quando una rosa che vogliam dedicarti diventa bianca
per noi è il vivo segno che di amare tutti noi peccatori non sei mai stanca!"
bella poesia di Gaetano Abate

CORSI PER NUTRIZIONISTI, BIOLOGI E MEDICI

L'Ente di formazione SHEDAS nella prossima settimana pubblicherè una serie di corsi sulla Nutrizione dedicati ai biologi ed ai medici, accreditati presso la Formazione Continua per le professioni sanitarie (ECM). Questi corsi sono realizzati con la consulenza scientifica della dott.ssa Cacciola Maria Stella ed avranno inizio a partire da Febbraio ma solo al raggiungimento del numero minimo di iscritti. Tutte le informazioni riguardo al programma, ai costi ed alle modalità di partecipazione saranno comunque disponibili sul sito www.shedas.it dalla prossima settimana.

23 novembre 2010

CIBO PER VIVERE....VIVERE PER IL CIBO corso di autoconsapevolezza alimentare

percorso di autoconsapevolezza rivolto a coloro che vogliono dimagrire e non riescono. Per acquisire la capacità di cambiare il proprio modo di pensare e riuscire non solo a dimagrire ma anche a mantenere nel tempo il peso raggiunto.
Con tale percorso attraverso vari incontri settimanali, gli esperti :

dott.ssa Cacciola Maria Stella – Biologa nutrizionista
dott.ssa Briguglio Grazia –Psicopedagogista
dott. Muscolino Antonio – Chinesiologo

alleneranno gli utenti a:
partecipare al progetto nutrizionale attivamente.
utilizzare il cibo come fonte di piacere sensoriale e non come risposta allo stress
rispondere in maniera positiva alle emozioni negative
praticare costantemente l'attività fisica

Per informazioni chiamare
Centro di Medicina Olistica via Rotonda complesso Zara 98128 Tremestieri Messina
Cell 3208992940-3886912971
Dott.ssa Cacciola Maria Stella via La Farina 165 isol. G 98123 Messina
Tel studio 090-2403334 cell 333-9959391

INTEGRATORI IN PALESTRA: TROPPO FAI DA TE a cura di AltroConsumo

Integratori in palestra: troppo “fai da te”
Gli integratori di vitamine e minerali sono la nuova ossessione degli sportivi dilettanti. Nelle palestre italiane ne fanno uso un atleta su due. Ma sono diffuse anche altre sostanze dopanti, molto pericolose, come amfetamine, antinfiammatori, cocaina ed Epo. Lo dimostra una ricerca tutta italiana, condotta dall’Università degli studi di Milano, dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dalla Doxa.
Le sostanze più diffuseUsa integratori, il più delle volte senza un parere medico, il 44-50% degli atleti dilettanti che frequentano le palestre. Le sostanze più diffuse sono vitamine e minerali, ma non manca chi fa uso di antinfiammatori e creatina (15%), diuretici (10%), steroidi anabolizzanti (7-8%), anfetamine (6%), cocaina ed Epo (2-3%).
Per la ricerca sono stati intervistati 289 atleti di varie discipline, frequentatori di palestre e centri benessere e 30 gestori di questi esercizi.
I motiviSecondo gli intervistati, i motivi principali per cui gli atleti utilizzano queste sostanze sono per sviluppare il proprio corpo e per potersi allenare meglio e più a lungo. Eppure, più dell’80% degli intervistati ritiene che anfetamine, steroidi e cocaina siano dannosi per la salute.
Gli integratori più utiliGli atleti intervistati ritengono più utili i preparati a base di sali minerali e vitamine. I meno efficaci, invece, i probiotici, i fitoterapici e i sostitutivi dei pasti. Ma solo due atleti su cento ritiene di dover chiedere il parere del medico prima di farne uso. Percentuale che scende ulteriormente per le sostanze dopanti.
Segui i consigliSe fai un’attività fisica molto impegnativa, anche dal punto di vista della durata (per esempio una maratona), l’avversario principale sarà la fatica, causata dalla diminuzione delle riserve di carboidrati e dall’inizio della disidratazione. Solo in questi casi è giustificato il ricorso a integratori (carboidrati e elettroliti) per sopperire alla perdita di acqua e di sali minerali. Per attività poco frequenti, brevi e meno intense, invece, non servono: un’alimentazione varia, ricca di frutta e verdura, bilanciata tra carboidrati, proteine e grassi è il miglior carburante che esista per il nostro corpo.

DIET COACH

Sai cos'è il DIET COACH? E' una persona esperta in Nutrizione ma anche che conosce bene e sa leggere le Etichette degli Alimenti! Sai quelle etichette scritte in caratteri piccoli, piccoli che dovrebbero informarti sulle caratteristiche nutrizionali di quell'alimento che hai deciso di acquistare o che stai valutando di acquistare? Ebbene a volte ti capita di non capire se è adatto alla tua scelta alimentare? Oppure soffri di celiachia o di intolleranza al lattosio e non sai se quell'alimento puoi consumarlo? Ecco chi è il DIET COACH! E' quell'esperto che ti accompagna a fare la spesa e ti insegna a leggere le etichette, oppure viene con te a a pranzo per consigliarti, nel tuo ristorante preferito, quali sono le scelte pià adatte per il tuo piano nutrizionale. Quindi se desideri avere un DIET COACH che collabori e ti aiuti affinchè tu possa seguire il tuo piano nutrizionale e possa ritrovare il benessere contattami!

Calendario della Frutta a cura di AltroConsumo

http://www.altroconsumo.it/frutta-verdura-legumi/20100630/calendario-frutta-e-verdura-pieghevole-Attach_s280753.pd

CORSO SULLE INTOLLERANZE ALIMENTARI

ALLERGIE ED INTOLLERANZE ALIMENTARI
 
Il corso sulle Intolleranze Alimentari sarà effettuato a Messina presso la sede di SHEDAS quando riceverà l'accreditamento dalla Commissione per gli ECM. Il programma dettagliato potrà essere scaricato dal sito www.shedas.it 



Venerdì   
Ore 15,00 – 19,00:

GALT E MALT – I PROTAGONISTI DEL SISTEMA IMMUNITARIO -  IMMUNITÀ SPECIFICA ED ASPECIFICA -ALTERAZIONE DEL SISTEMA DI ASSORBIMENTO INTESTINALE  
Dott. Antonino Sofia – Medico specialista in gastroenterologia

Sabato

Ore 9,00 – 13,00:
DIFFERENZA FRA ALLERGIE ED INTOLLERANZE ALIMENTARI - POSSIBILI
MECCANISMI  PATOGENETICI ALLA BASE DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI – TEST
PER LA DIAGNOSI DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI A CONFRONTO
Dott.ssa Maria Stella Cacciola – Biologa Nutrizionista


Ore 13,00 – 14 ,00  pausa pranzo

Ore 14,00 – 16,00
ADDITIVI E CONSERVANTI
dott.ssa Chiara Bellantoni – Chimico




Ore 16,00 – 19,00:

NUOVE ACQUISIZIONI PER LO STUDIO DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI - LE
INTOLLERANZE ALIMENTARI: LO STATO DELL'ARTE - TEST LEUCO-CITOTOSSICO:
INFIAMMAZIONE MINIMA PERSISTENTE E STRESS OSSIDATIVO - IL TEST LEUCO
CITOTOSSICO NEL TRATTAMENTO DEL BLOCCO METABOLICO - DIETA DI
MANTENIMENTO ANTINFIAMMATORIA

Dott. Armando D'Orta - Biologo Nutrizionista



Venerdì   

ore 15,00 – 19,00:
TRATTAMENTO NUTRIZIONALE IN INDIVIDUI CON  ALLERGIE ED INTOLLERANZE
ALIMENTARI. ESECUZIONE DI PIANI NUTRIZIONALI SPECIALI PER DIVERSI TIPI DI
ALLERGIE ED  INTOLLERANZE ALIMENTARI
Dott.ssa Maria Stella Cacciola – Biologa Nutrizionista






Sabato
Ore 9,00 – 13,00
PRATICA DI ESECUZIONE TEST LEUCOCITOTOSSICO


Ore 13,00 – 14 ,00  pausa pranzo

Ore 14,00 – 18,00
ESERCITAZIONE ESECUZIONE PIANI NUTRIZIONALI SPECIALI PER DIVERSI TIPI DI
ALLERGIE ED  INTOLLERANZE ALIMENTARI

Verifica dell'apprendimento ad opera dei partecipanti e chiusura dei lavori





Provider ECM
via Colapesce,11 -  98121 MESSINA.



Segreteria organizzativa:                        


via G. La Farina 165 isol G - 98123 Messina
tel  090-2403334



Responsabile Scientifico del Corso:
dott.ssa Cacciola Maria Stella
cell. 333-9959391
e-mail: cacciolamariastella@libero.it






07 agosto 2007

questo è un esempio del mangiare bene inZona da una ricetta di Memo Romano

MELANZANE ALLA PARMIGIANA Ricetta di 3 miniblocchi di proteine e grassi per 1 persona per un pasto bilanciato manca 1 miniblocco di carboidrati INGREDIENTI: 70 g di mozzarella light = 2 miniblocchi proteine 20 g di grana grattugiato = 1 miniblocco proteine 350 g di melanzane = 1 miniblocco carboidrati 300 g di salsa di pomodoro = 1 miniblocco carboidrati 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva = 3 miniblocchi grassi 2 foglie di basilico origano sale PROCEDIMENTO: Tagliare le melanzane a fette e passarle sulla griglia da ambo i lati. In una teglia da forno mettere uno strato di melanzane, uno di mozzarella tagliata sottile, la salsa di pomodoro, il sale e l’origano. Ripetere l’operazione fino a esaurimento degli ingredienti. Terminare spolverando con il grana, unendo il basilico e facendo gratinare in forno a 200 °C per circa 15 minuti. Prima di servire condire con l’olio. Tratto da “Vivere in Zona” Aronne e Memo Romano Sperling & Kupfer 2003

si può mangiare bene e seguire una dieta

Sono convinta, alla luce della mia personale esperienza, che si può mangiare bene e seguire un regime alimentare dimagrante o solo salutare. Molti però individuano nelle diete un motivo forte di sofferenza e di privazione ma può diventare, una dieta, anche il motivo di un cambiamento e opportunità di provare cibi e sapori che ci si era preclusi prima. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.