SANDRO GIACOPUZZI. VITICOLTORE 27/2/2010
Sandro mi accoglie nella sua enoteca in centro città. Si capisce subito che è una persona generosa perché sul bancone ci sono molte tartine, fresche, disposte con cura, abbondantemente farcite. Gli occhi calmi e stanchi ma di una stanchezza serena, appagata. Riesce a fare molte cose insieme senza mai inciampare in un movimento agitato, sta al suo posto con orgoglio, conosce il ritmo della vita. Questo è il dono che ha ricevuto dal suo lavoro: è un viticoltore, lavora nell'azienda di famiglia insieme ai suoi due fratelli da quando il padre, dopo un periodo di malattia, ha deciso di abbandonare l'impresa edile che dirigeva per dedicarsi alle sue vigne. Quell'anno in cui la vita del padre è cambiata la vita dell'intera famiglia ha subito uno scossone. Sandro tornava da scuola, aveva sedici anni, posava la cartella e si dedicava alla terra fino a tarda sera, insieme al padre.
Sorride al pensiero di come sia divenuta una moda, da qualche tempo, ritirarsi in campagna, per reagire alla povertà della vita in ufficio. Ci si compra un rustico, si vive in simbiosi con la natura, condizionati dal sole e dalla pioggia, di nuovo in silenzio, con l'attenzione agli odori.
La sua azienda vinicola si trova a Castelnuovo del Garda, ospitata in una vecchia corte di fine Ottocento, Corte Sant'Arcadio. La scelta, fin da subito, è stata di privilegiare la qualità e quindi di mantenere il più possibile inalterata la genuinità del vino. Una strada più impegnativa ma l'unica che, alla lunga, possa dare soddisfazione. Da sempre la cura dei vigneti è ecologica, per difendere le piante vengono utilizzate sostanze che siano il meno nocive possibile. Si cerca di sfruttare al massimo l'aiuto della natura, se la quantità eccede, si diradano i grappoli, praticando sapienti potature al fine di consentire al sole di raggiungerli e di maturarli al meglio. La raccolta è fatta rigorosamente a mano e portata alla cantina in cassette, per ridurre il rischio di ossidazione. Il mostofiore viene ottenuto con bassissime rese, cioè non viene schiacciato all'inverosimile ma quel tanto che basta per ricavarne il prodotto migliore.
La fretta il più delle volte costringe a scorciatoie che tagliano a metà il naturale percorso delle cose, ecco perché invece di eccedere con le sostanze chimiche, Sandro preferisce fare piccoli imbottigliamenti mensili in modo che il vino possa essere il più fresco possibile e conservato nel migliore dei modi.
Non c'è mai un giorno canonico di festa, se c'è siccità l'acqua va data anche di domenica. Però si vive all'aperto, si sente l'aria in faccia e il caldo pizzicare la pelle. La pioggia ti bagna, la terra si prende in mano, si legge. Quante parole risparmiate, invece i sensi di nuovo utili. Sandro ha due bambini e due lavori. La mattina in enoteca e il pomeriggio in campagna. Il lavoro e la vita procedono insieme, i suoi figli sono stati abituati fin da piccoli a raccogliere le uova nel pollaio e a vedere mungere le mucche. Non si oppone a questo ritmo nessun manuale di pedagogia spicciola sui padri che lavorano troppo, nessun consiglio su come stimolare la separazione e l'individuazione dei figli. La vita accade come quando fuori piove, con un andamento necessario, pacificante.
Sandro Giacopuzzi
A cura di Sara Gamberini