20 febbraio 2011

I rischi dei rimedi naturali usati per dimagrire




L'utilizzo di prodotti dimagranti di origine vegetale, è ormai una pratica particolarmente diffusa e in rapido incremento per il controllo del peso, dal momento che due terzi della popolazione adulta mondiale ha problemi di sovrappeso. I consumatori hanno un accesso diretto a questi prodotti, sempre più spesso schivano il consiglio del medico o del farmacista e si affidano anche ad acquisti di prodotti su siti web, che ne sponsorizzano l'efficacia. Spesso le etichette presenti sulle confezioni, non contengono le informazioni necessarie ai fini della sicurezza del prodotto. Inoltre, i consumatori fanno uso di supplementi dietetici insieme a farmaci convenzionali, ignari dei potenziali rischi di interazioni farmacologiche a cui possono andare incontro. Le piante medicinali comunemente utilizzate sono Amorphophallus konjac, chitosano, Cyamoppsis tetragonolobus, acido linoleico coniugato, Ephedra, Garcinia cambogia e Plantago ovata. Un recente studio ha analizzato una serie di sospette reazioni avverse provocate da formulazioni dimagranti di origine vegetale, allo scopo di sensibilizzare un utilizzo responsabile di tali prodotti(1). Le reazioni sono state a carico del sistema cardiovascolare, pelle, apparato digerente, sistema nervoso centrale, fegato e altri organi come reni tiroide e pancreas. La maggior parte dei prodotti conteneva un elevato numero di componenti. Reazioni cardiovascolari come ipertensione, tachicardia, fibrillazione ventricolare sono state associate a prodotti contenenti Citrus aurantium, guarana, o ma huang, poiché tali sostanze contengono diversi alcaloidi (come sinefrina, caffeina ed efedrina) che stimolano il sistema nervoso simpatico e aumentano il rischio di aritmia, ictus e infarto del miocardio. Queste reazioni cardiovascolari sono sufficienti per evidenziare la necessità di un'attenta considerazione quando si utilizzano le piante medicinali che contengono sostanze cardioattive, soprattutto in quei soggetti che presentano fattori di rischio cardiovascolari e/o soffrono di ipertensione. Per quanto riguarda, invece, i farmaci con attività anticoagulante e/o antiaggregante piastrinica, questi sono spesso implicati in interazioni erbe-farmaco, e alcune piante medicinali contenute nei prodotti sospetti (per esempio, tarassaco, ortica, papaia) sono note per indurre le isoforme degli enzimi CYPs. Pertanto, al fine di evitare interazioni pericolose, i pazienti più anziani con malattie croniche, che sono di solito trattate in politerapia farmacologica, devono evitare di assumere rimedi naturali. Supplementi dietetici contenenti Coleus Forskohlii, sono stati ritenuti responsabili di effetti avversi al sistema nervoso centrale. La radice di questa pianta contiene infatti, forskolina, la quale, attivando l'adenilato ciclasi, aumenta i livelli di adenosina monofosfato ciclico (cAMP), stimola la lipolisi nelle cellule grasse, e promuove la secrezione dell'ormone tiroideo, contribuendo al controllo del peso. In alcuni soggetti, l'assunzione di tale sostanza ha provocato una sindrome anticolinergica. Disturbi gastrointestinali nei pazienti trattati con preparazioni a base di fibre solubili sono ben noti, tuttavia, un caso ha richiesto ulteriore attenzione. Una giovane donna di 22 anni è stata sottoposta ad un intervento chirurgico a causa di una lesione esofagea dopo una grave ostruzione dovuta all'ingestione di una compressa contenente chitosano, inulina, e altri ingredienti. Per quanto riguarda le reazioni avverse epatiche, sono stati segnalati sei casi di epatite. Due di questi erano legati a prodotti contenenti Garcinia Cambogia. In un caso l'uso di Garcinia Cambogia è stato associato con tè verde e acido linoleico. Un altro caso riguarda una donna di 45 anni di età, asmatica, che è stata ricoverata in ospedale, una settimana dopo l'assunzione per 7 giorni di due supplementi dietetici dimagranti che contengono, tra gli altri ingredienti, Garcinia Cambogia e Citrus aurantium. La paziente era in trattamento cronico con montelukast, un antagonista del recettore dei leucotrieni, da 5 anni prima della comparsa di insufficienza epatica fatale. È significativo che i citroflavonoidi contenuti nel  Citrus aurantium possano aver inibito l'isoforma CYP3A4 con un conseguente aumento della concentrazione plasmatica e della relativa tossicità del farmaco metabolizzato dallo stesso sistema. Altre reazioni avverse di tipo dermatologico sono state attribuite a formulazioni contenenti Ginkgo biloba. Molti prodotti utilizzati per il controllo del peso contengono sostanze di origine vegetale con caratteristiche farmacologiche ben note che sono anche responsabili di effetti indesiderati prevedibili e quindi evitabili. Per questi motivi, alcuni integratori alimentari devono essere utilizzati sotto stretto controllo medico, e non come automedicazione. Un'altra recente indagine(2), condotta in Brasile ha utilizzato metodologie analitiche particolarmente sofisticate (tra cui tecniche cromatografiche ed elettroforetiche, spettroscopiche ed elettrochimiche) allo scopo di identificare selettivamente tutti i componenti di alcune formulazioni fitoterapiche dimagranti, che avevano provocato reazioni avverse segnalate dai consumatori (mal di testa, insonnia, nausea, dolore al petto, palpitazioni e stanchezza). Le analisi sui prodotti hanno rivelato la presenza di principi attivi di origine sintetica, aggiunti quali adulteranti, allo scopo di rendere maggiormente efficace il prodotto, a scapito della salute del consumatore. Tali sofisticazioni riguardano l'aggiunta di agenti farmaceutici anoressizzanti, ansiolitici e antidepressivi oltre a lassativi e diuretici. Sono stati identificati fenproporex, clordiazepossido, fluoxetina e sibutramina. In un altro studio pubblicato in Brasile, il 50% dei campioni di formulazioni analizzati era adulterato da benzodiazepine ma anche da fenolftaleina, spironolattone, furosemide, idroclorotiazide e altri agenti stimolanti come fenfluramina e fenilpropanolamina. Alla luce di quanto riportato, al fine di migliorare la qualità e la sicurezza dei supplementi dietetici, risulta importante lo sviluppo di tecniche innovative nel campo della chimica analitica per la caratterizzazione di componenti bioattivi e l'individuazione di adulteranti pericolosi e contaminanti. Allo stesso tempo sarebbe necessario migliorare la qualità dell'informazione nei mezzi di comunicazione di massa con un chiaro ed esplicito profilo del rapporto rischio/beneficio.
  1. Vitalone A, Menniti-Ippolito F, Moro PA, Firenzuoli F, Raschetti R, Mazzanti G. Suspected adverse reactions associated with herbal products used for weight loss: a case series reported to the Italian National Institute of Health. Eur J Clin Pharmacol. 2011 Jan 18.
  2. de Carvalho LM, Martini M, Moreira AP, de Lima AP, Correia D, Falcão T, Garcia SC, de Bairros AV, do Nascimento PC, Bohrer D. Presence of synthetic pharmaceuticals as adulterants in slimming phytotherapeutic formulations and their analytical determination.  Forensic Sci Int. 2011 Jan 30;204(1-3):6-12.
Loreta Longo ed Eugenia Gallo
Istituto di Farmacologia preclinica e clinica
Università degli Studi di Firenze

11 febbraio 2011

Gli aminoacidi nella dieta aiutano la fertilità


Il recettore degli estrogeni nel fegato è sensibile alle proteine assunte in dieta, assicurando che la gravidanza avvenga solo con una nutrizione adeguata

Controllo in gravidanza
Pensando a un organo importante per la fertilità, in genere il nostro pensiero non va certo al fegato. Eppure, uno studio riportato nel numero di Febbraio di Cell Metabolism, condotto da un gruppo di studio coordinato da Adriana Maggi, direttore del Centro di eccellenza sulle Malattie Neurodegenerative dell'Università di Milano, non solo sancisce in via definitiva la rilevanza fisiologica del recettore degli estrogeni nel fegato ma dimostra che gli aminoacidi presenti nella dieta agiscono direttamente sul questo recettore, attivandolo, e svolgono quindi una funzione molto importante per la fertilità.

Da tempo si sapeva che il recettore degli estrogeni era espresso nel fegato, ma nessuno fino ad oggi aveva studiato a fondo il ruolo di questa molecola. Il gruppo di ricerca dell'Università di Milano ha lavorato su un modello animale nel quale l'attività del recettore degli estrogeni poteva essere analizzata con metodi di immagine non invasivi nell'animale vivente. Da subito il modello ha indicato che il recettore degli estrogeni nel fegato si dimostrava più attivo che in qualsiasi altro organo, inclusi gli organi direttamente legati alla riproduzione.


Inoltre, ponendo i topi in restrizione calorica è stata rilevata una perdita di attività del recettore epatico degli estrogeni e una diminuzione di produzione dell'ormone epatico Igf-1 (o somatotropina) fino a livelli inadeguati per la normale progressione del ciclo e la preparazione della parete uterina all'impianto dell'uovo fertilizzato. Dando successivamente al topo in restrizione calorica più proteine, ma non più carboidrati o grassi, la produzione di Igf-1 veniva ripristinata e i topi tornavano ad avere un ciclo fertile.

L'ipotesi fatta dal gruppo di ricerca è che il recettore degli estrogeni nel fegato agisca quale sensore del metabolismo energetico, assicurando che la gravidanza avvenga solo in soggetti che abbiano una nutrizione adeguata. I risultati dello studio possono contribuire a spiegare il meccanismo che regola la pubertà, alcune forme di amenorrea e forse anche i problemi di fertilità legati alla obesità. Mentre è nota da tempo la relazione tra infertilità e anoressia, altre forme di infertilità, la cui causa oggi non viene correttamente diagnosticata, potrebbero infatti essere collegate a diete troppo ricche di carboidrati e grassi

Commenta Adriana Maggi: "Questo studio ha implicazioni importanti per la spiegazione di alcune forme di infertilità dovute a diete povere di proteine e apre nuove prospettive per la comprensione delle alterazioni metaboliche che avvengono con la menopausa o in seguito a gravidanza (come il diabete post parto).Inoltre, la conferma della centralità del recettore epatico degli estrogeni può aiutare la ricerca di nuovi farmaci, in grado di modulare l'attività di tale molecola solo nel fegato, consentendo di trovare nuove e più appropriate terapie per la menopausa."
Redazione MolecularLab.it (10/02/2011)

08 febbraio 2011

SAPER VIVERE, LE DIECI ETERNE VIRTÙ a cura di Cinzia Ficco

SAPER VIVERE, LE DIECI ETERNE VIRTÙ   
Dieci eterne virtù. Le ha raccolte Vivien Reid Ferrucci, psicologa, nel suo libro Saper vivere”, edito da San Paolo. Le sono servite per elaborare una sorta di moderno galateo dell’anima. Sincerità, Cura di sé, Armonia, Pazienza, Moderazione, Gratitudine, Empatia e Compassione, Gentilezza Amorevole, Umiltà, Perdono.
A parere dell’esperta, che si è laureata con lode all’Università di Sydney, sono le uniche che possono aiutarci a vivere in un mondo, quello attuale, in cui, più che il degrado morale, domina la confusione.
L’abbiamo sentita e ci ha detto che gli australiani sono più rispettosi delle regole rispetto agli europei, e agli italiani, che però sono più gentili. Il suo recente lavoro nasce da un’esigenza: “Ognuno di noi ha un compito: cercare di migliorare il proprio carattere”.
Saper Vivere

La sua posizione è controcorrente sul declino dei valori.
Sì, perché penso che sotto certi aspetti la nostra società sia più evoluta che in passato. Più che degrado c’è in giro tanta confusione: abbiamo una nuova serie di problemi. Se io pensassi che la confusione dei nostri valori fosse inarrestabile, non avrei scritto il libro. In ogni generazione si vedono due tipi di forze: quelle dell’amore e della giustizia, che spingono verso valori più alti, e quelle dell’ignoranza, che distruggono e falsificano. La gioventù è molto interessata al cambiamento. I valori tradizionali devono essere riaffermati e riformulati in modo consono ai tempi attuali, e anche globalmente. Per questa ragione è cruciale il dialogo inter-religioso e inter-generazionale.
Ma questo è perseguibile, se nessuno assume posizioni dogmatiche e di assoluta superiorità rispetto a quelle degli altri. A proposito di religione qual è la religione che oggi può assurgere a modello per un'inversione di tendenza?
Tutte le religioni potenzialmente hanno gli strumenti per questa inversione di tendenza. Ma devono anche essere in sintonia con i cambiamenti storici. In quanto organizzazioni umane che operano in ambito storico e sociale, non sono infallibili. Nel loro nome sono stati fatti molti danni. Devono sempre essere capaci di controllare la loro capacità di tolleranza e integrità.
Lei cita senza distinzione Gesù e Gandhi. E' solo un caso?
Gesù è un paradigma delle aspirazioni divine dell’umanità. Siamo fatti a sua immagine e somiglianza – per lo meno in potenza. Ma siamo ancora molto distanti da quel livello. Gandhi era più vicino a questo ideale di umanità, pur non essendo egli stesso di religione cristiana.
Ma torniamo allo sbando. Vede differenza tra la società italiana ed europea e quella australiana? In che senso?
Non pretendo di conoscere la società europea: è un concetto troppo vasto. Perfino parlare degli “italiani” è una generalizzazione. Ma se davvero bisogna fare un paragone, vedo una differenza a favore degli australiani – e la vedo tutti i giorni sulle strade. Gli australiani hanno più rispetto per le regole, per i pedoni e gli altri guidatori. Qui in Italia vedo più violazioni in un giorno di quante non ne veda in un mese in Australia. D’altronde, gli italiani sono spesso generosi. La società italiana ha una meravigliosa tradizione di carità e gentilezza. Una diciassettenne, attualmente in visita da noi dall’Australia, dice che i ragazzi italiani che ha conosciuto qui sono molto più amici fra di loro rispetto ai suoi conoscenti australiani, che invece dimostrano più rivalità e freddezza.
Simbolo della virtù
Secondo lei qual è la causa principale di tanta confusione? Risiede forse nel fatto che non siamo più in grado di essere  trasparenti con noi stessi e quindi con gli altri, siamo diventati arrivisti e incapaci di accettare le sconfitte, gli insuccessi?
L’umanità è da sempre impegnata in un processo evolutivo. La tecnologia e il mondo digitale, pur offrendo grandissimi vantaggi, portano con sé nuovi problemi, e forse ci rendono meno trasparenti a noi stessi che nel passato, perchè ci schermano dagli altri. Negli altri noi potremmo specchiarci, potremmo entrare in relazione e imparare. Con le nuove tecnologie digitali questo processo a volte è depotenziato. Facebook, per esempio, mette in rapporto senza davvero mettere in rapporto.
Nel suo libro elenca dieci eterne virtù: qual è quella da ripristinare con piu urgenza e da rivedere?
La moderazione aiuterebbe a mantenere integro il nostro Pianeta. Gandhi ha detto: “La terra ha abbastanza da soddisfare i bisogni di tutti, ma non l’avidità di tutti” Inoltre penso che il perdono sia il valore più importante. Le qualità trattate nei due ultimi capitoli del libro, umiltà e perdono, sono a mio avviso le più spirituali.
A chi indirizzare oggi questo elenco? Alla classe politica, per caso? Ai pubblicitari? Ai media?
Vorrei rivolgermi soprattutto ai giovani.
Lei dice che in Italia non c’è degrado. Ma un fenomeno come la compravendita di parlamentari, per rimanere sull’attualità, non la porta a ricredersi?
Ripeto, più che di decadimento morale, preferirei parlare di margini di miglioramento. In Italia vedo molta intelligenza, cultura, sagacia. Ma questo non è abbastanza. Preferirei che fosse un maggiore rispetto degli altri e meno individualismo. La mentalità consumistica ha troppo peso. E nella sfera pubblica la fame di potere e di ricchezza genera falsità. La veridicità è, a mio parere, un fine a se stesso. Mentire è spesso visto come un mezzo per raggiungere un fine – ma di certo non solo in questa società.  
Saper vivere
Ha speranza che le cose possano migliorare? Sarà sufficiente osservare il suo decalogo per dare una  sterzata al nostro modo di vivere? Un discorso semplicistico, non crede?
Non sono così presuntuosa da pensare che il mio piccolo libro, con alcune storie e riflessioni, possa riuscire a far cambiar rotta a qualcuno. Indipendentemente dal mio libro, io spero in un cambiamento. Gli scritti come i miei sono solo come gocce in un oceano.
Colpiscono i capitoli sul perdono, davvero difficile da praticare, e quello sulla cura di sè. Un po’ complicato prendersi cura di sè, senza cadere nell'innamoramento di se stessi o nel narcisismo, vero?
Credo che sia difficile mettere in pratica la cura di sé tanto, perchè spesso siamo troppo duri con noi stessi, e anche perchè in altri momenti siamo invece orientati solo al piacere. C’è bisogno di equilibrio. E di moderazione. In realtà le varie virtù non sono difficili da mettere in pratica, perchè sono giuste, e gli esseri umani hanno un senso innato della giustizia.
Ho visto che cita parecchio la saggezza dei rabbini. Perchè?
Per lo squisito senso dell’umorismo, che è caratteristico della tradizione ebraica. Io credo che le storie siano spesso più adatte a insegnare di quanto non lo siano altri sussidi didattici. Come alla maggioranza della gente, anche a me piace ridere o sorridere. Se una storia ci può insegnare qualcosa e anche renderci di buon umore, il suo valore è inestimabile.
Dopo tanti anni di esperienza professionale, qual è la malattia più diffusa, di cui soffriamo?
Non pratico la professione da parecchi anni (mi sono dedicata alla famiglia e allo scrivere). Quindi non sono un’autorità in materia di disagio psichico. Penserei che la depressione e gli attacchi di panico siano in ascesa. Credo anche che molti disturbi fisici in realtà sono psicosomatici – cioè hanno una causa emotiva, anche se i sintomi fisici sono assolutamente reali.
Le virtù per vivere meglio
Molti sul nostro sito esprimono uno stato di insofferenza, stanchezza. e decidono di cambiare vita, allontanandosi dal proprio Paese o cambiando lavoro. E' sufficiente?
Molte di queste dieci qualità sono dei rimedi a stati negativi. Per esempio, l’armonia ci salva dal conflitto, la gratitudine si oppone all’autocommiserazione, la pazienza è un rimedio alla frustrazione e all’agitazione. Per combattere la stanchezza e lo scoraggiamento, i nostri alleati migliori sono l’amore e la solidarietà basata sulla compassione. Per quanto riguarda il desiderio di cambiare le circostanze della nostra vita, bisogna usare il nostro intuito e buon senso. Un cambiamento di lavoro può essere un buon inizio, se il nuovo lavoro è più in sintonia col nostro carattere e con le nostre preferenze. Una decisione equilibrata di cambiare stile di vita – una decisione basata sull’informazione e appoggiata da un sano realismo – può essere sufficiente. Per esempio, conosco un traduttore professionale che si è trasferito nel Canada francofono, ha ottenuto la cittadinanza, e dal punto di vista della sua professione si trova meglio lì che in Italia. E’ anche vero però che spesso molti lasciano il loro Paese in cerca di posti più promettenti, ma poi rimangono sorpresi dalle difficoltà che incontrano. Non è mai facile essere un immigrante. Comunque, è una verità ovvia della psicologia che ovunque andiamo ci portiamo dietro i nostri problemi. Un nuovo ambiente non li eliminerà automaticamente.
Lei dice che bisogna fare senza aspettare niente in cambio. Ma questo atteggiamento porta davvero l'altro  a capire il senso del dono? Non rischia di lasciarlo nel suo egoismo?
Sì, il rischio c’è. Ma per stare meglio noi faremmo bene a sbarazzarci delle nostre aspettative nei riguardi degli altri. Inoltre, se agisco per interesse personale, ciò non rende gli altri meno egoisti, al contrario. E’ il nostro altruismo, il nostro disinteresse, che li ispira.
L'esempio di una persona che incarna oggi gran parte delle sue virtù eterne?
Madre Teresa di Calcutta, nel passato recente. E poi il Dalai Lama, Nelson Mandela.
 A cura di Cinzia Ficco
Vivien Reid ha lavorato come psicologa in vari enti statali, ad esempio, il dipartimento della sanità, quello dei servizi di comunità, e in diversi istituti d’istruzione professionali come counselor. Dopo la laurea ha seguito corsi di religione comparata presso la stessa Università. Ha scritto articoli per varie riviste, e in particolare una serie di saggi per il rotocalco spagnolo Mente Sana. Vive vicino a Firenze con il marito e due figli.

26 gennaio 2011

Fitoterapici dimagranti sotto indagine

Fitoterapici dimagranti sotto indagine

Un gruppo di ricercatori italiani dell’Università la Sapienza di Roma ha indagato sugli effetti avversi dopo l’assunzione di prodotti a base di erbe destinati al controllo del peso.
Utilizzando i dati presenti nel database dell’ISS -  dall’aprile 2002 al giugno 2010 - si è dimostrato che circa 46 delle reazioni avverse riportate spontaneamente dai pazienti erano probabilmente riferibili a fitoprodotti assunti a scopo dimagrante. Tra le varie reazioni avverse riferite si evidenziavano effetti sul sistema cardiovascolare, sul sistema digestivo, nervoso centrale, sul fegato e sulla cute. Nel 22% dei casi selezionati il paziente riferiva la concomitante assunzione di un prodotto a base di erbe. I ricercatori avvisano i consumatori di prestare attenzione all’auto consumo di questi prodotti da banco e, nel contempo, suggeriscono agli esperti di settore e ai nutrizionisti di propendere per un maggior controllo. Non è lecito pensare che tali prodotti siano totalmente innocui e sarebbe pertanto necessario un approccio diagnostico periodico dei soggetti che ne fanno uso, controllandone non solo il loro peso, ma anche l’obiettività generale e la cute.


Fonte: Eur J Clin Pharmacol. 2011 Jan 18. [Epub ahead of print] Suspected adverse reactions associated with herbal products used for weight loss: a case series reported to the Italian National Institute of Health.

22 gennaio 2011

I conservanti - Perchè gli alimenti vengono conservati?


Autore Lorenzo Fantacuzzi

I conservanti sono un tema ricorrente nelle discussioni pubbliche e, ogni volta che se ne parla, molti consumatori li associano alle moderne sostanze chimiche nocive contenute negli alimenti. Ma la conservazione del cibo era già praticata diverse centinaia di anni fa, fin da quando l’uomo incominciò a usare il sale e il fumo per evitare che la carne e il pesce andassero a male. Malgrado una certa dose di apprensione, i conservanti sono diventati attualmente un componente indispensabile del cibo che mangiamo. In parte, grazie anche alla crescente domanda da parte dei consumatori di alimenti più variati, facili e pratici, nonché agli elevati standard di sicurezza.

Perché gli alimenti vengono conservati?

La conservazione si definisce solitamente come metodo utilizzato per mantenere una condizione esistente o impedire il deterioramento che può essere determinato da fattori chimici (ossidazione), fisici (temperatura, luce) o biologici (microrganismi). Grazie alla conservazione è stato possibile disporre di cibo da un raccolto all’altro. La principale funzione di questo procedimento è quindi quella di ritardare il deterioramento degli alimenti e di impedire le alterazioni del gusto o, in qualche caso, dell’aspetto. Può essere effettuata in modi diversi, mediante metodi di lavorazione tra cui l’inscatolamento, la disidratazione (essiccazione), l’affumicatura e il congelamento, l’uso di imballaggi e l’impiego di additivi alimentari come antiossidanti o altri conservanti. In questo articolo ci concentreremo sui conservanti.