21 dicembre 2010

Resveratrolo e sindrome metabolica: a tavola col vino rosso

Il vino rosso, grazie al suo elevato contenuto in resveratrolo, noto per il suo notevole potenziale antiossidante, è diventato famoso per i suoi effetti benefici nella protezione dall'aterosclerosi cardiovascolare. In una recente sperimentazione in vitro, il resveratrolo ha dimostrato un effetto sugli adipociti associato ad un'attività antinfiammatoria, due azioni determinanti nell'insorgenza e nel decorso della sindrome metabolica che consegue all'obesità.
La fama del resveratrolo è cominciata nel 1992 quando divenne uno dei protagonisti del cosiddetto "French Paradox", un'espressione coniata per l'occasione dai ricercatori dell'Università di Bordeaux, in Francia , che per primi evidenziarono gli effetti benefici del consumo di vino rosso sul rischio d'insorgenza delle cardiovasculopatie aterosclerotiche.
Anni dopo, il resveratrolo, riaccese la fantasia dei ricercatori quando un gruppo di americani di Harvard evidenziò che il resveratrolo era in grado di allungare la sopravvivenza dei lieviti (microrganismi unicellulari fermentativi che si riproducono per gemmazione appartenenti al regno dei funghi) che sono utilizzati nella vinificazione per la fermentazione del mosto.

Vino rosso e obesità

Di recente il resveratrolo ha dimostrato nuovi effetti in vitro come medium di colture di cellule adipose provenienti da espianti da soggetti obesi.

Omega-3: anche i vegani ce li hanno


Nonostante la dieta abituale dei vegani (vegetariani stretti) sia caratterizzata da un bassissimo consumo di EPA e DHA, notoriamente presenti in notevoli quantità nelle carni di pesce, i loro livelli circolanti nel sangue sono più o meno gli stessi se si confronta il sangue dei vegani con quello di chi abitualmente mangia pesce e carne.
Questi, nella sostanza i risultati forniti da un lavoro sperimentale condotto allo scopo di analizzare i consumi di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (PUFAs), e di correlare tali consumi con i livelli plasmatici di ALA, EPA, e DHA in soggetti carnivori e non carnivori vegetariani e vegani. Nella ricerca sono stati dapprima inclusi 14422 uomini e donne dai 39 e i 78 anni, tra i partecipanti allo studio EPIC – (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) e successivamente selezionati 4902 soggetti nei quali erano stati misurati i livelli plasmatici dei PUFAs. E’ possibile dunque, spiegano gli autori, che vi sia un aumento dell’attività delle desaturasi nei vegetariani. Questi risultati sono meritevoli, secondo gli autori, di ulteriori conferme, in previsione di un’eventuale revisione delle RDA per chi segue una dieta priva di carni.
Fonte: American Journal of Clinical Nutrition November 2010, Volume 92, Number 5, Pages 1040-1051, doi:10.3945/ajcn.2010.29457

19 dicembre 2010

Dalle alghe un nuovo possibile ipoglicemizzante orale



In occidente le alghe sono state per decenni concepite quasi esclusivamente quale fonte di materiale da consumo, soprattutto in campo chimico-analitico, farmaceutico ed alimentare. Le specie più utilizzate appartengono all'ordine delle Laminarie, il più evoluto dal punto di vista morfo-funzionale, che vanta esemplari diffusi in tutti i mari e gli oceani del pianeta. Dai loro polisaccaridi complessi si ricavano ad esempio gel di agarosio, indispensabile in qualsiasi laboratorio di biologia molecolare, alginati, utilizzati dall'industria alimentare e farmaceutica come addensanti e stabilizzanti e, soprattutto, il glutammato monosodico.

17 dicembre 2010

CORSI TEORICO-PRATICI DI NUTRIZIONE


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Un solo frutto per tanti benefici. Ecco come ci aiuta il melograno

Un solo frutto per tanti benefici

Ecco come ci aiuta il melograno

Autore Redazione Salute
Categoria Rimedi naturali

Gli antiossidanti concentrati soprattutto nel frutto del melograno esercitano un’interessante azione preventiva rivolta in particolare modo verso l’arteriosclerosi.

Il melograno (Punica granatum ) è una pianta originaria dell’Africa settentrionale e dei monti del Caucaso, largamente diffusa anche in tutto il Nord America.

Esistono diverse tesi sulla possibile derivazione del suo nome. La somiglianza ad una mela (dal latino pomum) ricca di semi (dal latino granatum) ha certamente contribuito alla coniazione del termine inglese pomgranate.

Anche nell’antica lingua francese, il termine pume granate confermerebbe la sua derivazione latina. Un’ulteriore interpretazione, sempre di matrice latina, ne collegherebbe l’idioma al luogo d’origine (da Malum punicum, appunto, melo di Cartagine). Gli usi tradizionali del melograno hanno radici molto antiche. Il melograno è descritto in un papiro datato addirittura 1550 a.C. (papiro di Ebers).

Anche Ippocrate ne descrisse le proprietà e parlò del melograno come di un vero e proprio rimedio medicamentoso. Nell’Antica Grecia, infatti, il melograno era prescritto come antinfiammatorio e per combattere i casi di diarrea cronica.

Nella medicina tradizionale invece veniva utilizzato per la cura di emorragie passive, ferite infette e sudori notturni. Le numerose proprietà benefiche attribuite dalla tradizione popolare sono state successivamente confermate dalla medicina ufficiale, che ha inoltre individuato altre interessanti potenzialità terapeutiche di questa pianta.

Tra le più importanti ricordiamo l’azione preventiva nei confronti dell’insorgenza dell’arteriosclerosi, l’attività antibatterica e l’attività antiossidante.

I composti fino ad oggi identificati nel melograno sono numerosi e molto diversi tra loro. Degna di segnalazione è soprattutto la presenza di composti di carattere fenolico contenuti nel succo, in particolar modo di acido ellagico.

Il regolare consumo di alimenti ricchi in componenti antiossidanti di carattere polifenolico comporta la diminuzione del rischio d’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Gli antiossidanti concentrati soprattutto nel frutto esercitano un’interessante azione preventiva rivolta in particolare modo verso l’arteriosclerosi.

Un recente studio ha ad esempio evidenziato come il succo del melograno e l’olio ricavato dai suoi semi possiedano un potere antiossidante paragonabile a quello del thè verde (Camelia sinensis), nonchè significativamente superiore a quello del vino rosso da Vitis vinifera.

Le specie batteriche verso cui l’estratto del frutto intero di melograno ha provato la sua efficacia sono: Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Aspergillum niger, Salmonella tiphy, Pseudomonas aeruginosa. Inoltre, l’acido ellagico presente nel melograno ha dimostrato di possedere un’attività inibente nei confronti della crescita di alcuni ceppi di batteri patogeni che colpiscono la cavità orale e periodontale. Il suo estratto, in virtù delle sue proprietà antiossidanti e preservanti l’ossidazione dei lipidi, potrebbe trovare interessanti applicazioni anche in campo alimentare.

Come è noto, infatti, i lipidi presenti nella carne cotta, in particolar modo i fosfolipidi, vanno facilmente incontro ad ossidazione. Questo, come la capacità naturale dei tannini di legare le proteine, potrebbe costituire dunque una motivazione scientifica alla tradizionale usanza dei popoli caucasici di aggiungere succo di melograno ai cibi a base di carne.

ECCO COME CI AIUTA IL MELOGRANO

CANCRO DELLA PELLE: Gli antiossidanti ed i polifenoli contenuti nel succo di melograno possono contrastare l’azione dei raggi ultravioletti (UV), che causano il cancro alla pelle, interferendo nei processi di proliferazione e nell’attacco delle cellule cancerose. E’ quanto affermato da studi sugli effetti antitumorali delle antocianine e dai tannini di cui è ricco il frutto.

PROBLEMI CARDIOVASCOLARI: Numerosi studi hanno dimostrato che il succo di melograno rallenta lo sviluppo dell’arteriosclerosi, abbassa la pressione sanguigna sistolica e migliora il profilo lipidico, diminuendo anche il rischio di malattie cardiovascolari. Il succo di melograno migliora la perfusione e riduce la pressione nei pazienti con stenosi carotidea.

ALZHEIMER: Un bicchiere al giorno di succo di melograno consente all’organismo di dimezzare le proteine killer responsabili del morbo di Alzheimer, questa è la conclusione a cui approda uno studio condotto negli USA.

ARTERIOSCLEROSI: Gli antiossidanti di carattere fenolico concentrati nel frutto e nei suoi annessi, esercitano un’interessante azione preventiva rivolta in particolar modo verso l’arteriosclerosi, condizione responsabile dell’80% delle morti tra i pazienti diabetici in America.

ARTRITE: Alcuni ricercatori della Case Western Reserve University hanno rilevato che le sostanze antiossidanti presenti nei melograni possono contrastare la osteoartrite. L’estratto dei frutti di melograno può inibire la degradazione della cartilagine e può essere un utile supplemento nutritivo per la funzionalità e l’integrità dell’articolazione.

MENOPAUSA: Il frutto del melograno potrebbe aiutare le donne a combattere alcuni disturbi della menopausa, come la depressione e la fragilità ossea. Sono i risultati di uno studio giapponese (Saitama Prefectural University), pubblicato sul Journal of Ethnopharmacology. I ricercatori hanno scoperto, infatti, che il succo di melograno, già noto per il suo prezioso contenuto di sostanze estrogeniche, si è rivelato efficace sugli animali di laboratorio.

Fonte: Rivista Tuttobene

15 dicembre 2010

poesia di Elisabetta dedicata a tutti i bambini


Sono mamma e voglio augurare
a tutti i bimbi un natale da non dimenticare
fatti di dolci, salute ed allegria
tanti doni e senza malinconia.
Auguro a te un po meno fortunato
un Natale molto spensierato
e la speranza con tutto il mio cuore
che tutto passi e regni buono umore
...che questo Natale sia per tutti pieno di amore
così da tenerlo stretto, stretto nel cuore

Elisabetta