Sentenza riaccende confronto medici-biologi
La dieta è solo cura? Si riapre la polemica
Tutti i professionisti devono operare per la salute dei cittadini
di Maurizio Righetti
La decisione di un tribunale e una questione lessicale sembrano acuire piuttosto che dirimere la vecchia querelle tra medici e biologi sulle competenze in materia di diete. La controversia era nata dalla citazione in giudizio del professor Eugenio Del Toma che sulle pagine di un importante quotidiano nazionale dedicate alla salute aveva replicato all’affermazione di una lettrice, la quale sosteneva che “un biologo nutrizionista può svolgere la sua professione in totale autonomia senza la presenza del medico”. Per l’accademico, invece, l'affermazione contrastava ”con il buon senso, ancor prima che con altre fondamentali leggi sulla professione medica e quindi sull’esercizio abusivo della professione”. La secca, ma tutto sommato scontata, presa di posizione non era andata giù dall'Ordine Nazionale dei Biologi in quanto offensiva per la categoria.
Il Tribunale: “Il biologo può solo suggerire o consigliare”
Il tribunale di Roma, oltre a riconoscere la piena legittimità dell'Ordine dei biologi nell'avviare il giudizio, riteneva però, nella sostanza, che “il biologo può solo suggerire o consigliare profili nutrizionali finalizzati al miglioramento dello stato di salute e mai, in nessun caso, può prescrivere una dieta come atto curativo, che rimane sempre un’attribuzione esclusiva del medico”. E Del Toma, per il magistrato monocratico, non ha diffamato. Come tutte le decisioni del giudice, anche questa può essere, e sarà, impugnata. Ci saranno altri gradi di giudizio. E il provvedimento finale riguarderà solo le parti in causa e soltanto per gli elementi trattati nella causa. Questo sarebbe dovuto essere il confine della polemica. Invece no. Un po' per legittima (e dovuta) difesa delle rispettive categorie, forse anche per spirito di corpo, un po' perché – italianamente – anche le sentenze (e non solo le leggi) si tirano a destra e a manca, proprio come i risultati elettorali, ecco che il piatto (!) per un bel confronto di prese di posizione è servito. E sono arrivati i comunicati dell'Ordine provinciale dei Medici di Roma (cui è iscritto Del Toma; in più il giornale che ha pubblicato l'articolo 'incriminato' si stampa a Roma, di qui la competenza territoriale del giudice) e quello nazionale dei Biologi. Noi, per chiarezza ulteriore, abbiamo direttamente sentito i rispettivi presidenti, Mario Falconi ed Ermanno Calcatelli.
Mario Falconi: “Difendiamo la centralità e l’esclusività dell’atto medico”
“In questi anni sono stati numerosi i tentativi, anche di natura giudiziaria, per rimettere in discussione la centralità dell’attività del medico a tutela della salute del cittadino”, commenta Falconi. “Nella fattispecie, consentire ai biologi di sostituirsi ai medici nella prescrizione di diete avrebbe significato demolire la figura del medico stesso quale garante del bene-salute, dotato di autonomia, potestà decisionale e responsabilità anche legale. Questa sentenza anche se non ancora passata in giudicato, costituisce un precedente di cui i giudici non potranno non tener conto nel caso di eventuali analoghe controversie”.
“Difendiamo la centralità e l’esclusività dell’atto medico”, prosegue Mario Falconi, in una fase in cui “sta saltando definitivamente quel modello di assistenza che ha sempre individuato nel medico l’unico legittimo protagonista dell’atto medico. Continuiamo a pensare che i numerosi profili professionali non medici siano una ricchezza per l’intero sistema sanitario e per il Paese, ma ognuno deve esercitare nell’ambito delle proprie prerogative”. Si chiede Falconi: “Quando c'è una malattia servono la diagnosi, gli accertamenti, la cura. Di chi dovrebbero essere le competenze?”. Bastano due esempi al presidente dei medici per illustrare il concetto: “E' l'ortopedico che stabilisce le cure osteo-articolari, non il fisioterapista; il dentista, non l'odontotecnico, decide le cure per le malattie odontostomatologiche”. E i biologi rispetto alle diete? “Hanno un ruolo importante, possono predisporre schemi standard di massa per persone sane, comunità studentesche, di sportivi, di anziani e via dicendo. Sono degli specialisti pure loro, ma non medici. Le cure non fanno parte delle loro funzioni. E va chiarito che devono avere anche una specializzazione in Scienze Alimentari se devono preparare diete. Da consigliare, poi, mai da prescrivere”.
Ermanno Calcatelli, presidente biologi: “Possiamo prescrivere in autonomia”
Eccolo, il termine della discordia: “Consigliare, indicare o prescrivere – sostiene il presidente Ordine Nazionale dei Biologi, Ermanno Calcatelli - non fa differenza. L'utente non è certo obbligato ad eseguire quello che gli si dice. Resta il fatto che i biologi, e lo ha ribadito il Consiglio di Stato, possono formulare, eccome, la prescrizione. A differenza di farmacisti e tecnologi alimentari. Mentre i dietisti sì, lo possono elaborare un programma alimentare, ma solo se è siglato da un medico. Noi, al contrario, possiamo firmare in autonomia. Medicine non possiamo darle, lo sappiamo benissimo, è un assunto incontestabile; non possiamo fare diagnosi o individuare cure. Ma le diete sono nelle nostre competenze, compresi gli integratori. E tutti i biologi, in base alla normativa, sono abilitati. Siamo noi che, come Ordine, abbiamo chiesto ai nostri un'ulteriore specializzazione da ottenere con studi appositi, corsi, master”.
Calcatelli sostiene anzi che è proprio il suo Ordine a lottare alacremente contro i veri abusivi: ”Abbiamo più volte segnalato ai Nas – specifica – l'attività molto più che impropria di alcuni personal trainer o falsi nutrizionisti di vario genere. Gli elenchi che abbiamo fornito sono molto corposi e gli inquirenti hanno spesso smascherato i disonesti”. “Vorrei anche ricordare ai medici – aggiunge Calcatelli - che è facile arroccarsi sulle proprie posizioni trasformando tutto in patologia. Ma qualche volta, e meno male, i pazienti in realtà sono semplici utenti”.
Quanto alla sentenza del tribunale di Roma, per Calcatelli “deve essere chiaro che il Giudice unico non ha modificato di una virgola la situazione preesistente: l’accertamento e la cura delle patologie spettano al medico. Se la patologia accertata può essere fronteggiata oltre che con i farmaci suggeriti dal medico anche con una dieta adeguata, questa può essere consigliata dal biologo, che ha, per legge, la competenza a valutare i bisogni nutritivi dell’uomo sino al punto da giudicare se sia il caso, oltre che consigliare e sconsigliare determinati cibi, di ricorrere a integratori alimentari. Se l’individuo è invece in buona salute e vuole restarci o vuole intraprendere un’attività sportiva, può indifferentemente rivolgersi tanto al medico quanto al biologo perché in questo caso non viene in rilievo l’accertamento e la cura di nessuna patologia. Ma se così stanno le cose c’è da chiedersi che cosa ha stabilito quella sentenza (la numero 3527 del 2011, n.d.r.) che ha scatenato l’entusiasmo dei colleghi medici?”.
Il parere del ministero della Salute del 15 dicembre 2009
Ecco quello che stabilisce con precisione il Consiglio superiore della Sanità:
a) Mentre il medico-chirurgo può, ovviamente, prescrivere diete a soggetti sani e a soggetti malati, è corretto ritenere che il biologo possa elaborare e determinare diete nei confronti sia di soggetti sani, sia di soggetti cui è stata diagnosticata una patologia, solo previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche effettuate dal medico chirurgo
b) Il biologo può autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio “benessere”, quale orientamento nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute. In tale ambito può suggerire o consigliare integratori alimentari, stabilendone o indicandone anche le modalità di assunzione
c) Il dietista, profilo professionale dell'area tecnico-sanitaria individuato dalla legge, opera nelle strutture del Servizio sanitario nazionale in collaborazione con il medico ai fini della formulazione delle diete su prescrizione medica.
b) Il biologo può autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio “benessere”, quale orientamento nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute. In tale ambito può suggerire o consigliare integratori alimentari, stabilendone o indicandone anche le modalità di assunzione
c) Il dietista, profilo professionale dell'area tecnico-sanitaria individuato dalla legge, opera nelle strutture del Servizio sanitario nazionale in collaborazione con il medico ai fini della formulazione delle diete su prescrizione medica.
Diete alimentari, una miriade di fonti “improbabili”
Difficile disquisire sul confine tra consigli amichevoli o indicazioni impegnative per chi le formula. Di sicuro se si dice a un amico che è meglio che mangi con poco sale o con pochi zuccheri, l'indicazione non dovrebbe costituire reato. Certo anche qui, magari, il soggetto cui è indirizzato l'invito potrebbe avere invece bisogno di quelle sostanze che tutti ormai consideriamo nocive se consumate abitualmente. Ma, sentenze a parte, e stabilito che gli esperti, i “qualificati”, sono comunque le migliori persone cui far riferimento, specie per indicazioni “ufficiali” e in tutti gli ambiti non solo della medicina, resta da porsi una domanda: se il medico “dubita” (non sta a noi stabilire se legittimamente o no) delle competenze del biologo in tema di diete, allora perché ci tocca sopportare di subire molte volte al giorno inviti alimentari provenienti dalle più improbabili fonti?