La nutrizione come potenziale strumento terapeutico nella fibromialgia
Un gruppo italiano ha deciso di revisionare, attraverso una ricerca sistematica effettuata su Medline dal 2000 a quest'anno, le attuali conoscenze sul legame tra fibromialgia e nutrizione. Obiettivo: individuare linee guida nutrizionali per supportare il paziente durante la terapia e migliorare la qualità della vita. La sindrome fibromialgica (Fm) è infatti una malattia cronica, caratterizzata da dolore generalizzato di solito associato ad alcuni sintomi, come fatica cronica, disturbi del sonno, mal di testa, sindrome del colon irritabile e disturbi dell'umore. Oggi diversi sono i trattamenti possibili, ma le più recenti linee guida suggeriscono che i risultati migliori si ottengono con un approccio multidisciplinare che combina trattamenti farmacologici e non farmacologici, tra cui un ruolo di spicco ricopre ovviamente la nutrizione. Obesità e sovrappeso, spesso presenti in questi pazienti, sono correlati alla gravità della patologia e contribuiscono al peggioramento della qualità della vita in termini di dolore maggiore, fatica nel compiere i movimenti quotidiani, scarsa qualità del sonno e maggiore incidenza di disturbi dell'umore. Il controllo del peso è quindi uno strumento efficace per migliorare i sintomi. Inoltre, sembra ragionevole eliminare alcune sostanze dalla dieta, quali per esempio le "eccitotossine" come il glutammato, l'aspartato e la cisteina. La sensibilità al glutine non celiachia, merita un occhio di riguardo poiché non solo è sempre più riconosciuta come una condizione frequente, ma può presentare manifestazioni simili che si sovrappongono a quelle di Fm. L'eliminazione del glutine dalla dieta di questi pazienti può essere, a ragione, considerato un potenziale intervento dietetico in grado di portare a un miglioramento clinico.
Rossi A, Di Lollo AC, Guzzo MP, Giacomelli C, Atzeni F, Bazzichi L, Di Franco M. Fibromyalgia and nutrition: what news? Clin Exp Rheumatol. 2015 Mar-Apr;33 Suppl 88(1):117-125.
Silvia Ambrogio