Glutatione
Sappiamo da tempo che il Glutatione può
proteggere l'organismo dalla esposizione
a radiazioni ionizzanti, oltre che dagli effetti nocivi legati alla assunzione
di metalli pesanti.
Il glutatione è un tripeptide,
costituito da acido glutammico, cisteina
e glicina: la sua composizione chimica conferisce elevata capacità
ossidoriduttiva
Il glutatione entra nella composizione di un gruppo
di enzimi ad azione antiossidante (glutatione perossidasi):
questi enzimi catalizzano la neutralizzazione
del perossido di idrogeno (potente radicale libero) e di altri perossidi.
Glutatione ridotto (2 G-SH) +
Perossido di idrogeno (H2O2) → Glutatione ossidato
(G-S-S-G) + 2 H2O
2 G-SH + ROOH ----> GSSG + ROH
+ H2O
In pratica il glutatione ridotto cede il suo idrogeno
(H+), che funge da accettore di elettroni proveniente da molecole reattive
dell'ossigeno (radicali liberi).
Svolta la sua funzione il glutatione
ossidato, per riacquistare la propria attività, deve tornare nella forma
ridotta, per azione di un enzima NADPH
dipendente (glutatione redattasi): per questa capacità di rigenerarsi il
glutatione è considerato il più potente antiossidante fisiologico.
Il rapporto “fisiologico” fra glutatione
ridotto e glutatione ossidato è intorno
a 9:1; una diminuzione è indice di stress ossidativo.
Il
glutatione è particolarmente concentrato nel fegato, dove protegge gli epatociti da molecole
tossiche di origine esogena: in questo caso, il glutatione, una volta espletata
la propria attività detossificante non può rigenerarsi completamente essendo in
parte eliminato, principalmente per via biliare: una eccessiva
concentrazione di sostanze tossiche può quindi “depletare” i livelli di
glutatione, con grave danno epatico e perdita dei suoi effetti protettivi
sistemici.
Fonti di glutatione
Gli integratori di glutatione si sono
rivelati assolutamente inattivi in quanto non assorbiti a livello intestinale, mentre
la concentrazione di glutatione nell'organismo aumenta
efficacemente dopo somministrazione
orale di uno dei suoi precursori, l'amminoacido solforato cisteina, la cui
principale fonte in commercio è rappresentata dalla N-Acetil-Cisteina (NAC).
La NAC rientra nella composizione di
noti farmaci
mucolitici ed è proposta anche quale integratore alimentare: abbiamo
oggi a disposizione la forma terclatrata della NAC (c-NAC), che presenta il
vantaggio di proteggere la NAC dall’ossidazione, migliorarne l’aspetto
organolettico con un effetto “taste-masking”
e che è somministrabile a dosi largamente inferiori, a parità di
efficacia, ovviando così a frequenti effetti collaterali indesiderati
(gastralgie) e all’inconveniente del meteorismo sulfureo, tipico durante
assunzione orale di amminoacidi solforati
(la terclatrazione è una piattaforma tecnologica,
frutto della Ricerca italiana, che consente di ottimizzare la biodisponibilità
di principi attivi attraverso una attivazione meccano-chimica allo stato
solido. Il prodotto che ne deriva contiene almeno tre tipologie di componenti:
il principio attivo, NAC, nel caso della c-NAC, un carrier (ciclodestrina),
biocatalizzatori facilitanti
l’inclusione dell’attivo nel carrier.).
Il suggerimento è la sistematica
assunzione di prodotti a base di c-NAC nei soggetti esposti a maggior rischio
ambientale (radiazioni) o in cui sia comunque
importante un corretto approccio antiossidante,