14 aprile 2012

Che ne sai tu di un campo di grano?


Articolo 
di Andrea Lupo dal sito   http://www.ilgiornaledelcibo.it 

 
Gemelli bio-diversi? Ibridi? Autoctoni? Facciamo chiarezza sui frumenti italiani.
 
 
Negli ultimi anni sono sempre di più le antiche varietà di grano riscoperte e rilanciate sul mercato, un bene per la biodiversità e per le coltivazioni "autoctone" italiane? Certamente, anche se con qualche sorpresa. Ne parliamo con un esperto, il Dottor Norberto Pogna, Direttore dell'"Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali" del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) di Roma.
farina bianca Ed ecco la prima sorpresa, è piuttosto difficile parlare oggi di varietà autoctone, nel senso stretto del termine, almeno per quanto riguarda il grano duro e tenero italiano. Spiega infatti il Dottor Pogna, che in effetti parlare di varietà autoctone di grano è improprio, "già a partire dal XIX secolo con l'avvento della genetica, le varietà di grano sono state continuamente migliorate con una serie di incroci con grano di diversa origine per ottenere caratteristiche diverse. Buona parte delle varietà di grano che oggi definiamo italiane, ad esempio, derivano da incroci effettuati attorno ai primi del '900 anche con varietà giapponesi. Ed è sempre stata pratica comune ibridare le varietà di grano con altre di origine europea o extraeuropea per cambiare le sementi e introdurre novità".  
campo di granoSenza dimenticare che la coltivazione del grano è diffusa dal Neolitico, e sin dall'antichità sementi coltivate in ogni parte del mondo conosciuto venivano continuamente scambiate e commerciate. "Se però fino all'800 si contavano relativamente poche varietà di grano coltivate – prosegue il Dottor Pogna – oggi contiamo nel mondo oltre 25.000 varietà diverse, cui solo in Italia se ne aggiungono almeno una decina all'anno di nuove. spigheSe prendiamo l’esempio del Creso (una della varietà di grano duro più diffuse NdR), possiamo dire che effettivamente il 50% derivi da questa varietà, ma ibridata con continui incroci con grano proveniente ad esempio da Messico, Anatolia o Nord America, tanto che possiamo considerare il Creso originale come un trisavolo del grano che conosciamo oggi. La coltivazione del grano, insomma, si traduce in un costante ricambio che deriva da continui scambi e sperimentazioni. In pratica è realistico pensare che la pasta o il pane che mangiamo oggi non siano gli stessi di 10 o 20 anni fa, anche se li compriamo dagli stessi fornitori”
 
Un bene per la biodiversità?
grano tumminia"In realtà – aggiunge Pogna – la biodiversità in questo modo potrebbe tendere a ridursi nel tempo, dal momento che tutte le varietà sono in qualche modo imparentate tra loro. Tecnicamente succede questo: nel momento in cui si procede ad un incrocio tra varietà di grano provenienti da aree geografiche diverse si aumenta la variabilità genetica in questa specie, perché le progenie di questo incrocio possiedono nuove combinazioni di geni mai viste prima. Se il processo terminasse qui la biodiversità crescerebbe. Tuttavia le progenie del suddetto incrocio vengono selezionate dal costitutore genetico, e solo quelle piante che rispondono ai requisiti di alta produttività, resistenza ai patogeni, bassa taglia, elevata qualità panificatoria e pastificatoria, ecc. diventeranno nuove varietà coltivate. Queste ultime saranno poi utilizzate come genitori per altri incroci. Ne risulta che nelle varietà di interesse commerciale troviamo una forte somiglianza genetica dovuta alla presenza di geni principali ereditati da poche piante parentali. un campo agricoloPer fare un esempio, nelle varietà italiane di grano tenero troviamo spesso una coppia di geni (Rht8 e Ppd-D1) che sono stati forniti dalla varietà giapponese Akakomugi usata da Nazareno Strampelli, un famoso genetista italiano attivo nei primi decenni dello scorso secolo, per produrre le varietà Ardito, Mentana, Villa Glori, Damiano Chiesa, San Pastore ecc., dalle quali derivano moltissime varietà coltivate attualmente in Italia, ma anche in Russia, Australia, Cina, Argentina, eccetera. Questi due geni abbassano la taglia della pianta e ne anticipano la fioritura. Anche nella varietà di grano duro Creso troviamo geni forniti dalla varietà di grano duro Senatore Cappelli (ottenuta da Strampelli incrociando una pianta di grano tenero italiana con una pianta di grano duro tunisina) e da una varietà di grano tenero giapponese nota come Norin 10, la quale ha contribuito ad abbassare la taglia delle varietà di grano duro coltivate nell'ultimo mezzo secolo in Italia e nel resto del mondo!”.
 
chicchi di kamutRecentemente si registra un successo crescente, testimoniato dalla progressiva comparsa sugli scaffali dei supermercati, di prodotti a base di farro, grano monococco e Kamut® (o Saragolla!!), in che cosa si differenziano? 
"Le specie di grano note come Saragolla, farro e grano monococco sono diverse dal grano tenero e dal grano duro perché non sono state sottoposte a processi di miglioramento genetico basati sull'incrocio e la selezione. farro perlatoIl farro (Triticum dicoccum) è stato ampiamente coltivato da egizi e romani per migliaia di anni ed è rimasto in coltivazione in Italia su ampie superfici fino al 1600. Attualmente è coltivato su piccoli appezzamenti,  principalmente nelle aree appenniniche dell'Italia centrale. Purtroppo non abbiamo a disposizione molte varietà di farro, forse una decina. Saragolla (una varietà lucana recentemente riscoperta, che sarebbe stata portata dalla Bulgaria da un gruppo di crociati nel '400, da cui il nome, derivato dal bulgaro sàrga e gòlyio, grano giallo – NdR) ed il più famoso Kamut® (che ricordiamo, è un marchio commerciale americano NdR)appartengono alla specie Triticum turanicum, molto vicina geneticamente al farro e al grano duro. farina tumminiaAnche in questo caso la variabilità genetica (biodiversità) è estremamente ridotta; tra l'altro Saragolla e Kamut® sono pressoché identici geneticamente. Nel caso del grano monococco (Triticum monococcum) abbiamo a che fare con il più antico dei frumenti coltivati dall'uomo (una curiosità: resti di grano monococco, recentemente riscoperto e reintrodotto nel veneto e nel bresciano, sono stati ritrovati nello stomaco di Ötzi, la mummia scoperta in Val Senales NdR)ceste di farina biancaPer circa 6000 anni, dal 8000 al 2000 a.C., è stato coltivato in tutti i paesi dell'area mediterranea, isole escluse, per venire poi abbandonato a favore del farro perché più produttivo. Fino a pochi anni fa, il grano monococco era una curiosità botanica, solo recentemente è stato riportato in coltivazione in ristrette aree rurali in Francia, Germania, Austria ed Italia. Le varietà commerciali di grano monococco si contano sulle dita di una mano, ma nelle banche dei semi sono raccolte circa 2.000 popolazioni diverse di questa specie".
 
millet, le spigolatriciCosa possiamo fare per preservare la biodiversità del grano?
"Per fornire alimenti ad una popolazione mondiale in continua crescita non possiamo aumentare la superficie agricola a scapito delle aree forestali o di quelle naturali dove si mantiene la biodiversità vegetale. Dobbiamo sviluppare varietà ad alta resa (alta produzione per unità di superficie) e ad alta efficienza (bassi costi di produzione e ridotto impatto ambientale in termini di consumo di acqua e di suolo) ottenibili solo attraverso gli strumenti tecnico-scientifici a nostra disposizione (incrocio e selezione, mutagenesi, transgenesi ecc). D'altra parte dobbiamo preservare la variabilità genetica perché ci serviranno sempre nuovi geni per migliorare le future varietà”.
 
Un aiuto prezioso può venire dalle banche dei semi, la sede della banca italiana del germoplasma vegetale è l'Istituto di Genetica Vegetale del CNR di Bari, noto precedentemente come Istituto del Germoplasma.

18 marzo 2012

Sintesi della CONFERENZA e link dell' Intervista al prof. Berrino (tratta da Report)

Qual'è la giusta alimentazione per vivere meglio? Per prevenire i tumori o le malattie cardiache? Per stare in forma? Il prof. Franco Berrino direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dellIstituto Tumori di Milano ci aiuta a capire meglio la questione..

PREVENZIONE A TAVOLA: SINTESI DELLA CONFERENZA DEL PROF. BERRINO

venerdì 19 giugno 2009 di Maristella Palla
Il Professor Berrino ha spiegato che sulla base alcuni studi si sono potute confermare delle ipotesi importanti che stabiliscono che persone che hanno nel sangue livelli alti di fattori di crescita si ammalano di più di cancro. I fattori di crescita sono delle proteine che stimolano le cellule a moltiplicarsi.
Le proteine sono assolutamente indispensabili per la vita, ma se sono alte le persone si ammalano di più di cancro.
La logica principale dell’alimentazione che propone il professor Berrino a Cascina Rosa è quella di tenere bassa l’insulina nel sangue.
Nell’alimentazione moderna c’è sempre troppo da mangiare e l’insulina è sempre alta. Si formano tantissimi tumori nel nostro organismo, ma il destino abituale di queste cellule sarebbe quello di suicidarsi perché quando una cellula è alterata l’organismo la fa morire.
Questo dipende però dall’ambiente che trova all’interno del nostro corpo. Se trova dei fattori di crescita alti, se trova gli ormoni giusti e le difese immunitarie basse allora avrà maggiore possibilità di superare quella soglia in cui il nostro organismo non riesce più ad eliminare questo tumore che sta crescendo.
Ci sono sostanze che possono attivare le sostanze cancerogene. Sono in genere le sostanze ossidanti: fra di loro c’è il ferro. In particolare il ferro di provenienza animale è molto ossidante e favorisce la formazione di sostanze cancerogene nell’intestino.
Ci sono invece sostanze antiossidanti che ci aiutano a liberarci dalle sostanze tossiche. Queste sostanze antiossidanti si trovano prevalentemente nella frutta e nella verdura. Per esempio i cavoli o tutte le crocifere ci aiutano ad attivare gli enzimi che agiscono sulla proliferazione cellulare.
Tutti i prodotti di origine vegetale sono protettivi. Infatti la dieta che propone la scuola di cucina del professore è prevalentemente vegetariana.
Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha stilato alcune raccomandazioni per la prevenzione del cancro.
La prima raccomandazione è quella di mantenersi snelli perché il sovrappeso è associato ad alcuni tumori.
La seconda è quella di praticare ogni giorno una certa attività fisica di 30 minuti che potrebbe essere, per esempio, una passeggiata a passo veloce. Chi fa almeno un pò di esercizio fisico si ammala meno.
Ci sono poi delle raccomandazioni che riguardano l’alimentazione.
- I cibi dovrebbero essere il più possibile com’erano in natura, senza zuccheri aggiunti o additivi, conservanti, coloranti ecc..
- Scegliere cibi di provenienza vegetale, cereali in chicchi (orzo, farro, grano, kamut, avena) pane o pasta di farine integrali completi, certificati “da agricoltura biologica”, alternare le varietà di legumi. Consumare 5 porzioni al giorno tra verdure non amidacee e frutta di stagione.
- Limitare il consumo di alimenti fortemente calorici ed evitare il consumo di bevande zuccherate (compresi i succhi di frutta). Si tratta di cibi ad alto indice glicemico (ad es. farine raffinate tipo 00, tutti i cibi e le bevande contenenti zucchero, biscotti, gelati, prodotti di pasticceria in genere).
- Limitare il consumo di latte e derivati da sostituire con latte di soia (non ogm da coltivazione biologica) di avena, di riso, di mandorla. Evitare di aggiungere zucchero al latte e allo yogurt. Non acquistare yogurt con aggiunta di frutta contengono zucchero.
- Limitare il consumo di carni rosse (ovine, suine e bovine, compreso il vitello) a 3-500 grammi alla settimana. Le carni rosse contengono una particolare forma di ferro che è potente agente ossidante e favorisce la formazione di sostanze cancerogene nel tubo digerente (nitrosammine). Nella cottura delle carni ad alta temperatura, o nella cottura prolungata, si forma un’altra classe di sostanze (ammine eterocicliche) che si sono dimostrate pericolose in particolare per i tumori dell’intestino e della mammella. Inoltre il contenuto di grassi saturi delle carni rosse ostacola il buon funzionamento dell’insulina. Evitare tutte le carni conservate (ogni forma di carne in scatola, salumi, prosciutti, wurstel).
- Limitare il consumo di sale e di cibi conservati sotto sale. L’eccesso di sale può provocare il tumore dello stomaco.
 
http://www.youtube.com/watch?v=k10SoSJod1A&feature=share 

17 marzo 2012

ATTENZIONE!
Presso la Parafarmacia delle Erbe 
della dott.ssa Francesca Di Prima
sita in via Garibaldi 293 Messina
la dott.ssa Cacciola Maria Stella
effettua consulenze sulla Composizione Corporea
con Bioimpedenziometria e Antropometria
e Consulenze Nutrizionali per sovrappeso 
ed Intolleranze Alimentari.





Il Latte di Asina



Il Latte di Asina - Latte di Asina BIOLOGICO
Un alimento sicuro, prezioso e naturale
 

Già ai tempi dell'antica Roma, il latte d'asina è stato utilizzato dall'uomo contro le malattie e l'invecchiamento della pelle.

In tempi più recenti, è stato utilizzato anche contro la pertosse dei bambini non a caso chiamata tosse asinina.
Recenti studi hanno dimostrato che il latte d'asina è l'alimento naturale di origine animale, con le caratteristiche più vicine al latte materno, rispetto a quello di altre specie animali.
Sono stati condotti studi su bambini allergici al latte vaccino, che hanno dimostrato che il latte di asina è tollerato dalla maggior parte di loro. Il sapore dolce lo rende inoltre gradevole e ben accetto, a differenza delle formule speciali a base di idrolisati proteici o di aminoacidi, il cui utilizzo nei bambini allergici al latte vaccino è compromesso proprio dal sapore e dal retrogusto amaro. Alla elevata tollerabilità e alla palatabilità si uniscono gli effetti positivi da fattori nutrizionali aggiuntivi.
La ricchezza di lattosio, ha un effetto positivo sull'assorbimento intestinale del calcio e può aiutare nella cura della osteoporosi degli adulti e favorire la mineralizzazione delle ossa nei bambini
La presenza nel latte d'asina, di sostanze ad attività probiotica, (che regolano la flora microbica intestinale), di fattori di rilascio ormonale, di anticorpi e di composti azotati ad azione antibatterica, rendono questo alimento primordiale molto utile anche nell'alimentazione delle persone anziane e debilitate.

Caratteristiche del Latte

Composizione media del latte di varie specie (fonte internet)

Acquag/100g
Grassog/100g
Cenerig/100g
Lattosiog/100g
Proteineg/100g
Lisozimamg/100g
Latte umano
88.30
3.50
0.20
6.50
1.50
40-500
Vacca
87.50
3.50
0.80
4.70
3.50
0.013
Asina (*)
91.10
0.28
0.32
6.73
1.63
325
Capra (**)
88.56
3.35
0.79
4.50
2.90
0.03
Bufala (***)
81.22
8.54
0.77
5.12
4.51
Cavalla
90.00
1.50
0.40
6.20
1.80
79
Pecora
81.90
7.50
0.10
4.50
6.00
0.01

08 marzo 2012


"Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattumiera" diventa film-documentario, ma serve l’aiuto dei lettori

"Meno 100 chili– ricette per la dieta della nostra pattumiera" di Roberto Cavallo, diventa film-documentario. L'autore ci aggiorna con questa buona notizia, ma serve l'aiuto dei lettori che sono invitati a partecipare alla “produzione popolare” del video.

Il manuale per ridurre gli sprechi alimentari ha avuto un bel successo, al punto da raggiungere la 4° edizione. Ed è nata l’idea di realizzare un film-documentario: il giovane regista Emanuele Caruso e lo sceneggiatore Marco Domenicale hanno elaborato un soggetto e stanno ultimando la sceneggiatura, le riprese avranno luogo in marzo-aprile e a maggio il video prenderà la sua forma definitiva con il montaggio, la colonna sonora e la post produzione. Personaggi come Luca Mercalli, Cristina Gabetti, Licia Colò, Giuseppe Cederna, Gian Maria Testa, solo per citarne alcuni, sono stati coinvolti e stanno seguendo con interesse lo sviluppo del progetto.

Affinché il progetto possa trasformarsi in realtàl’autore sta ora cercando di recuperare una parte del suo ‘budget’ attraverso un progetto di produzione popolare. Come funziona? Sono state predisposte 800 quote da 25€ cadauna: i lettori interessati possono prenotare una o più quote e, quando saranno raggiunte le adesioni necessarie, riceveranno un’email di conferma e la richiesta di pagamento.

Il sostegno non sarà solo ‘morale’: a chi acquisterà una quota sarà inviato un dvd, con 2 quote un dvd + libro, con 4 quote un cofanetto “special edition” numerato e limitato, con dvd e libro autografati dagli autori.

Dario Dongo

05 marzo 2012

ATTENZIONE AGLI ISCRITTI AL CORSO BASE DI NUTRIZIONE
IL CORSO SARA' RIMANDATO IN ALTRE DATE CAUSA NUMERO DI ISCRITTI INSUFFICIENTE!
COLORO CHE SONO ISCRITTI ED HANNO VERSATO LA QUOTA SARANNO CONTATTATI ENTRO DUE GIORNI PER LA RESTITUZIONE DELLA QUOTA!