23 aprile 2011

Salute: Ordine Biologi su prescrizione diete, 11 mila professionisti coinvolti

Roma, 22 apr. (Adnkronos Salute) - La prescrizione delle diete? "Una questione più chiara di quanto non sembri: i medici, con le loro diete, devono occuparsi degli stati patologici del paziente. I biologi, da sempre e anche in futuro, possono tranquillamente elaborare regimi alimentari per far stare in buona salute un individuo ". Lo afferma in una nota l'Ordine nazionale dei biologi, ricordando che "sono 11 mila i biologi nutrizionisti interessati dalla recente polemica innescata dall'Ordine dei medici, finita davanti al giudice unico del Tribunale di Roma". "Una guerra di competenze - spiega Ermanno Calcatelli, presidente dei biologi italiani - che non tiene conto che la materia è ben regolamentata da tempo". L'Ordine ricorda che la competenza del biologo in tema di nutrizione "è affermata da una legge, pienamente vigente (24.5.1967 n. 396). La norma specifica che il biologo può valutare i bisogni nutritivi ed energetici dell'uomo. "Questa competenza, che la legge sancisce con tanta chiarezza solo a favore dei biologi", è ribadita "dal decreto del ministero di Grazia e giustizia, emanato di concerto con il ministero della Sanità n. 362 del 22.7.1993". Sul tema - continua in una nota l'Ordine professionale - un parere del Consiglio superiore di sanità "ha affermato che il biologo nutrizionista può, in situazione di autonomia ed indipendenza, stabilire diete consigliando, altresì, integratori alimentari". L'Ordine ribadisce, insomma, che "la competenza del biologo nel settore della nutrizione ha il più saldo fondamento che si possa ipotizzare. L'unico limite che incontra il biologo nutrizionista è quello di non potere effettuare diagnosi di stati patologici della persona e di non poter consigliare diete come mezzi curativi di una situazione di patologia. Il biologo quindi, come è arcinoto, non può eseguire diagnosi né prescrivere cure, ma nel settore considerato, dopo che il medico abbia effettuato la sua diagnosi, potrà contribuire al ristabilimento del benessere fisico mediante la determinazione dei bisogni nutritivi di quella determinata persona in quelle specifiche condizioni", conclude l'Ordine, sottolineando che anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio, in un recente question time alla Camera, ha ribadito questi concetti.

22 aprile 2011

Fazio, diete dal biologo ma dopo accertamento medico




I biologi possono prescrivere diete, previo, però, un accertamento delle condizioni del paziente che deve essere effettuato dal medico. Lo ha chiarito il ministro della Salute Ferruccio Fazio, rispondendo ieri al question time alla Camera. La questione relativa alle competenze del biologo in relazione a tale materia, ha spiegato Fazio, è stata esaminata dal Consiglio superiore di sanità (Css): «Si afferma dunque» ha chiarito il ministro «che mentre il medico-chirurgo può prescrivere diete ai soggetti sani e malati, il biologo può elaborare diete nei confronti sia dei soggetti sani sia dei soggetti cui è stata diagnosticata una patologia ma previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche effettuato dal medico». Il biologo, ha proseguito Fazio, «può inoltre elaborare in autonomia consigli nutrizionali al fine del miglioramento del benessere della persona che ne fa richiesta». I pareri del Css, ha quindi sottolineato Fazio, «vanno considerati come attività interpretativa di valore tecnico-scientifico. Quindi, allo stato attuale» ha concluso «non necessitano linee guida per definire gli ambiti di competenza del biologo-nutrizionista».

14 aprile 2011

Lettera aperta a Simona Izzo


Cara Simona Izzo,
so che le sue intenzioni non erano quelle di screditarmi, e credo che se ci fossimo conosciute qualche anno fa avrebbe potuto cambiare idea su di me.
Su di me e su tanti miei Colleghi che a pieno titolo svolgono la propria professione con onestà ed impegno.
Lei ha fatto, com’è giusto, le sue scelte, come noi le nostre.
Non abbiamo voluto fare il medico. Abbiamo scelto di fare il Biologo Nutrizionista.
La stimo molto e seguo da sempre le vicissitudini che lei ha dichiarato aver avuto con i medici.
Ho letto le sue interviste. Quella del luglio 2006 sulle due disavventure medico-estetiche per  una seduta laser e quella che a me sta più a cuore, antecedente, del luglio 2005 a firma di Margherita de Bac  su quante e quali diete avesse seguito senza risultati.
Immagino  che si sia sempre rivolta a medici di alto livello e di averne però cambiati molti.
Sembrava di aver trovato quella giusta, quella che le aveva consentito di mangiare il suo adorato gelatino.
Mi piacerebbe sapere se è il medico che continua a seguirla anche oggi per fare insieme qualche riflessione.
Avrei da farle anche altre domande  e le sarei grata se mi rispondesse.
Perché non si rivolgerebbe mai ad un Biologo Nutrizionista?
Lo sa che è un Professionista qualificato e autorizzato legalmente a svolgere la sua professione?
Lo sa che la non la farebbe sentire un ammalato e difficilmente la invierebbe in farmacia ma l’aiuterebbe a gestire in maniera sana la sua alimentazione?
Lo sa che il Biologo Nutrizionista conosce molto bene gli alimenti, la loro composizione, la loro funzione, il loro valore e gli effetti  da essi provocati su alcune patologie?
Sa che, in media, una visita di un Biologo Nutrizionista non dura mai meno di un’ora?  Sa che anche i successivi controlli durano a lungo?  Mi permetta di dirle perché ciò avviene: perché il Biologo Nutrizionista vuole stabilire, prima di tutto, un rapporto umano, sapere chi è la PERSONA, e non il PAZIENTE,  che ha  di fronte, non solo quanto pesa e quanto vorrebbe pesare.  Il Biologo Nutrizionista sa che il successo di ciò che superficialmente viene definito Dieta dipende fondamentalmente dal rapporto umano che si riesce a stabilire tra due persone che devono percorrere insieme, sia pure con ruoli diversi, un percorso educativo.
E se non lo sa perché mai ha messo in cattiva luce questa figura che ha un ruolo molto importante nella prevenzione  e che tanto può fare per il benessere delle persone?
Cara Simona, la invito al rispetto e le auguro,  con grande sincerità e solidarietà “da donna a donna” di ritrovare presto la sua tanto desiderata forma fisica.
Dott.ssa Rosa Lenoci
Biologa Nutrizionista

07 aprile 2011

Pandora: L'autonomia professionale del biologo nutrizionista

Pandora: L'autonomia professionale del biologo nutrizionista

Sci Transl Med. 2009; 1: 6-14. The Effect of Diet on the Human Gut Microbiome: A Metagenomic Analysis in Humanized Gnotobiotic Mice


Turnbaugh PJ, Ridaura VK, Faith JJ, Rey FE, Knight R, Gordon JI

ABSTRACT
Diet and nutritional status are among the most important modifiable determinants of human health. The nutritional value of food is influenced in part by a person’s gut microbial community (microbiota) and its component genes (microbiome). Unraveling the interrelations among diet, the structure and operations of the gut microbiota, and nutrient and energy harvest is confounded by variations in human environmental exposures, microbial ecology, and genotype.
To help overcome these problems, we created a well-defined, representative animal model of the human gut ecosystem by transplanting fresh or frozen adult human fecal microbial communities into germ-free C57BL/6J mice. Culture-independent metagenomic analysis of the temporal, spatial, and intergenerational patterns of bacterial colonization showed that these humanized mice were stably and heritably colonized and reproduced much of the bacterial diversity of the donor’s microbiota. Switching from a low-fat, plant polysaccharide–rich diet to a high-fat, high-sugar “Western” diet shifted the structure of the microbiota within a single day, changed the representation of metabolic pathways in the microbiome, and altered microbiome gene expression. Reciprocal transplants involving various combinations of donor and recipient diets revealed that colonization history influences the initial structure of the microbial community but that these effects can be rapidly altered by diet. Humanized mice fed the Western diet have increased adiposity; this trait is transmissible via microbiota transplantation.
Humanized gnotobiotic mice will be useful for conducting proof-of-principle “clinical trials” that test the effects of environmental and genetic factors on the gut microbiota and host physiology.

Commento
Alcuni ricercatori hanno trasferito con successo batteri intestinali da esseri umani obesi a topi germ-free per studiare il legame tra microflora intestinale e obesità. E’ stato osservato che le popolazioni microbiche dell’intestino sono diverse tra persone obese e magre e che gli obesi che dimagriscono tornano ad avere lo stesso tipo di microflora di quando erano magri. Questo suggerisce che l’obesità può avere un componente microbica sostanziale. Il microbioma cambia rapidamente passando da una dieta povera ad una ricca di grassi, ma non solo: è stato anche evidenziato che il semplice trasporto del microbiota da topi nutriti con una dieta ricca di grasso in topi germ-free, causava l’accumulo di grasso da parte di questi ultimi, anche se alimentati con una dieta a basso contenuto di grassi.
L’ingestione, tramite alimenti funzionali, di probiotici vivi può alterare la flora microbica intestinale e indurre effetti favorevoli. Inoltre è stato osservato che le fibre prebiotiche (inulina e fruttooligosaccaridi) promuovono la crescita selettiva di bifidobatteri, presenti a livelli più bassi negli animali obesi rispetto ai loro omologhi magri.

IL BIOLOGO NUTRIZIONISTA E LA MEDICINA OLISTICA