01 dicembre 2010

La fontana della giovinezza? Ridurre lo zucchero Se le cellule tumorali sono «nutrite» con pochi zuccheri muoiono, quelle normali vivono di più: ecco perché mangiare poco aiuta a vivere più a lungo

Su invertebrati, moscerini e topolini c'è la certezza da tempo: mangiar poco allunga la vita, anche di parecchio. Qualche mese fa lo stesso risultato è stato dimostrato in animali che sono nostri parenti stretti, i macachi. Ora una ricerca condotta su cellule umane segna un altro punto a favore della teoria della restrizione calorica, secondo cui «tirar la cinghia» fa vivere più a lungo e molto probabilmente meglio. STUDIO SPERIMENTALE – La ricerca, uscita sul FASEB Journal, è stata condotta su cellule polmonari umane normali e precancerose, in uno stadio che precede di poco la trasformazione tumorale vera e propria. Entrambi i tipi cellulari sono stati fatti crescere in vari terreni di coltura, ricevendo quantità di glucosio normali o ridotte; i ricercatori, del Center for Aging e del Comprehensive Cancer Center dell'Università dell'Alabama, le hanno seguite nel corso di alcune settimane per vedere come e quanto si moltiplicavano e per registrarne la sopravvivenza. Chiari i risultati: se lo zucchero a disposizione scarseggiava, le cellule normali vivevano più a lungo, quelle pre-tumorali morivano. C'è dell'altro: valutando l'espressione e l'attività di alcuni geni-chiave delle cellule i ricercatori si sono accorti che la «dieta» a basso contenuto di glucosio stimolava un aumento dei livelli di telomerasi, l'enzima che «mantiene giovani» i telomeri (le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia); inoltre, la scarsità di glucosio riduceva l'attività di un altro gene che invece rallenta la funzione della telomerasi.
CONFERME – Tutti effetti che non dipendono da mutazioni nel DNA, ma sono una reazione all'ambiente in cui si trova la cellula: si chiamano effetti epigenetici e stanno assumendo una sempre maggiore importanza agli occhi degli scienziati perché possono condizionare il destino delle cellule molto più di quanto ci si aspettasse in passato. I dati degli statunitensi portano acqua al mulino di chi da anni sostiene che ridurre l'introito di cibo (specialmente dolce, parrebbe) possa farci vivere di più e meglio. Il direttore della rivista su cui è stato pubblicato il lavoro si spinge a prevedere che ci vorrà poco per «ottenere una fontana della giovinezza farmacologica, una pillola in grado di far vivere a lungo e senza tumori»; l'autore dell'articolo, Trygve Tollefsbol, spera dal canto suo che «la scoperta possa aiutare a capire come prevenire i tumori e altre malattie età-correlate, riducendo e controllando l'introito calorico in specifiche popolazioni cellulari». In altre parole, «affamare» selettivamente cellule che altrimenti invecchierebbero presto o le cellule tumorali: per farlo ci vorranno farmaci che per ora sono più che futuribili. Per stare meglio e invecchiare senza acciacchi, meglio cominciare allora mangiando poco e sano: la dimostrazione che basta introdurre cento calorie in meno al giorno per tagliare del 10 per cento il rischio di disabilità tipiche dell'anziano è arrivata poco tempo fa, da una ricerca presentata all'ultimo congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatra. Condotta non su cellule, ma su uomini e donne in carne e ossa. E visto che gli indizi vanno tutti nello stesso senso, pare proprio che convenga essere parchi a tavola se vogliamo arrivare a soffiare su 80 o 90 candeline, magari in buona salute.
Elena Meli
21 gennaio 2010

29 novembre 2010

I pilastri della dieta - Fotogallery

I pilastri della dieta - Fotogallery

L'Unesco premia la dieta mediterranea Anche la pasta è patrimonio dell'Umanità


A Nairobi, la candidatura votata all'unanimità dopo una lunga discussione. Il riconoscimento dedicato al sindaco Angelo Vassallo, ucciso in un agguato il 5 settembre a Pollica, in Campania. Il ministro Galan: "Traguardo storico per la nostra tradizione alimentare"

NAIROBI - La dieta mediterranea è patrimonio dell'umanità. Dopo una lunga discussione l'Unesco ha infine proclamato ufficialmente la pasta al pomodoro, il basilico, l'olio e l'insieme delle pratiche alimentari, sociali e culturali che rappresentano la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

L'ok è arrivato questo pomeriggio da parte del comitato intergovernativo dell'Unesco riunito a Nairobi come ha confermato, Pier Luigi Petrillo, responsabile della delegazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che ha aggiunto che la "Dieta Mediterranea è stata approvata all'unanimità". "Al momento della proclamazione - ha continuato Petrillo - c'è stata un'ovazione tra i delegati di tutti i 166 Stati presenti. Molti delegati si sono riuniti intorno alla delegazione italiana per le felicitazioni".

Non è stato facile. Per la decisione Italia, Grecia, Marocco e Spagna hanno contato ma l'Albania era contraria. Il percorso era stato iniziato nel 2007 dall'allora ministro dell'agricoltura Paolo De Castro con la sottoscrizione, assieme alla Spagna, di una dichiarazione congiunta. ll responsabile del ministero ha detto che i quattro Paesi che hanno sostenuto la candidatura per la Dieta Mediterranea si sono trovati concordi nel volere "dedicare il riconoscimento al sindaco Angelo Vassallo", ucciso in un agguato lo scorso 5 settembre a Pollica in Campania.

"Noi tutti ricordiamo Pollica come una comunità emblematica - ha precisato Petrillo - Ci tenevamo molto, perché il sindaco Vassallo aveva lavorato con il nostro ministero su questa candidatura. "E' stato un bel momento. Io mi sono un po' commosso", ha concluso Petrillo. "So che a Nairobi - ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - la delegazione del ministero ha dedicato il prestigioso riconoscimento dell'Unesco proprio a un uomo simbolo del Cilento, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Mi associo a loro, non senza commozione, per ricordare colui che con tanta passione aveva sostenuto con convinzione e passione fin dall'inizio questo progetto: sono certo che il risultato raggiunto oggi lo avrebbe reso orgoglioso".

La discussione in sede Unesco è stata problematica e ha rischiato di essere rinviata, ha spiegato Petrillo, da domenica a Nairobi con l'obiettivo di portare a casa il risultato. "L'Albania, membro del comitato che deve decidere - ha detto -, ha fatto un intervento duro nei confronti delle candidature che possono avere valore commerciale come ad esempio la Dieta Mediterranea, e si è detta molto preoccupata che in Italia si stia già festeggiando per un riconoscimento che ancora non c'è".

Soddisfatto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan. "Dopo giorni di trattative, il risultato sperato è arrivato. Questo prestigioso successo mi riempie d'orgoglio e rappresenta un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e per la cultura dell'intero Paese", ha detto. "La proclamazione della Dieta Mediterranea rappresenta una svolta epocale nel processo di valorizzazione di usi e costumi legati alle diete alimentari dei vari popoli, ha aggiunto Galan che poi ha ringraziato "di cuore" la comunità del Cilento, il cui sostegno convinto nel corso della candidatura è stato indispensabile, e in particolare il presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano.

La decisione ha effetti collaterali importanti. All'estero i prodotti base della dieta mediterranea made in Italy stanno già volando forte, con un aumento del 9 per cento nelle esportazioni in quantità, che conferma la grande fiducia conquistata dalle produzioni tricolori a tavola. E ora la Coldiretti può festeggiare, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell'anno, ciò che questa mattina con la prima maxispaghettata doc al Campidoglio a Roma, si augurava e basta. Molto positive, ricorda la Coldiretti, sono le performance di ortaggi (+20% in quantità nell'export), frutta (+18%) e olio d'oliva (+10%), ma anche conserva di pomodoro (+3%), pasta (+2%) e vino (+1%), a dimostrazione della tenuta del made in Italy a tavola nonostante la crisi globale. Il successo all'estero dei prodotti della dieta mediterranea, conclude Coldiretti, rappresenta anche un volano di sviluppo per il turismo enogastronomico che vale 5 miliardi e si conferma il vero motore della vacanza made in Italy, unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale.
(16 novembre 2010)

Proteine, frutta e legumi la dieta perfetta, buona per tutti


Lo studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine. Il progetto guidato dai danesi, partito nel 2005, e finanziato dall'Unione europea. Carni magre e prodotti caseari (magri), uova, pesce e legumi e gran parte della frutta: si può mangiare a volontà, senza pesare le porzioni. E senza accumulare chili di troppo

di ELENA DUSI
SI FREGIA del nome di "dieta perfetta" perché è quella che è stata testata sul più alto numero di persone. E come spesso avviene, contiene una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che si può mangiare a volontà: non c'è bisogno di pesare le mini-porzioni sulla bilancia. Quella cattiva è che pasta e pane sono ammessi solo in forma integrale, mentre carne e formaggi devono rigorosamente essere magri. I carboidrati raffinati sono i veri nemici della linea, è la conclusione dell'università di Copenaghen, che insieme ad altri otto centri di ricerca europei ha coinvolto in uno sforzo di dimagrimento collettivo 772 famiglie con problemi di linea in tutta Europa: il campione più vasto mai arruolato in uno studio per la lotta all'obesità.

Al centro della "dieta perfetta" ci sono le proteine: carni magre e prodotti caseari purché poveri di grassi, uova, pesce e ovviamente i legumi. Alcuni tipi di frutta sono contingentati (banane, uva, kiwi, ananas e melone), ma per il resto si può andare a ruota libera. "Con questi cibi, si ha il permesso di mangiare fino alla sazietà, senza bisogno di fare il calcolo delle calorie e senza guadagnare peso" è l'affermazione più stupefacente dello studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

La dieta collettiva guidata dai danesi prende il nome di "Progetto Diogenes" (da Diet, obesity and genes). È partita nel 2005 ed è stata finanziata dall'Unione europea con 14,5 milioni di euro. Una parte del successo del regime ricco di proteine e povero in carboidrati raffinati sta anche nella sua semplicità. Seguirlo è molto più facile e piacevole rispetto all'alimentazione con pane e pasta a volontà, ma poca carne, formaggi e pesce. "Le proteine - spiegano infatti i ricercatori - danno un maggior senso di sazietà e regalano la giusta sensazione per intraprendere attività fisica". Anche i cereali integrali, rispetto a quelli raffinati, hanno il vantaggio di estinguere prima la fame.

Tra gli altri cibi consigliati nella "dieta perfetta" ci sono noci e mandorle. Niente freni per frutti come mele, pere, arance, lamponi e fragole. Luce verde anche per la verdura, con l'accortezza di preferire carote e barbabietole crude anziché cotte. La pasta andrebbe preferibilmente mangiata al dente. Il riso, oltre che integrale, è ben accetto anche nella varietà basmati. I dolci invece vengono catalogati tra le "calorie vuote": deleterie per la linea e poco utili dal punto di vista nutritivo. È importante, sottolineano i nutrizionisti di Diogenes, che il livello di glucosio del sangue non subisca sbalzi repentini: "I picchi troppo bruschi - scrivono i ricercatori - hanno effetti indesiderati, sia dal punto di vista del metabolismo che da quello delle performance mentali. Sarebbe opportuno scegliere cibi che vengono digeriti lentamente, mantenendo alto il livello di sazietà e più stabile il tasso di glicemia".
(25 novembre 2010)

28 novembre 2010

MCS: AFFINCHÉ VENGA RICONOSCIUTA COME MALATTIA SOCIALE

Il papavero rosso che sboccia oltre le sbarre simboleggia il superamento della condizione di isolamento: è un messaggio di speranza rivolto a chi ha fede e crede nelle proprie capacità perchè sa che desiderare intimamente di compiere un'azione è il punto di partenza per poter raggiungere l'obiettivo prefissato !!!
E' questa, in sintesi, la filosofia del gruppo nato nel giugno 2010 in Sicilia; gruppo che si batte ogni giorno affinchè si dissolvano le barriere chimiche che tendono a limitare la libertà di chi non è nelle condizioni di sopportare i veleni imposti dalla chimica!
I promotori del gruppo hanno deciso di mettere da parte le battaglie personali e la ricerca di piccole utilità e lavorano fianco a fianco in armonia, consapevoli che le battaglie si vincono solo se le forze della disgregazione scatenate dal piccolo ego che si annida nell'essere umano vengono superato grazie ai benefici influssi della fiammella divina che brilla nel nostro cuore!
Chi sceglie diventare componente del gruppo sa che dovrà abbandonare ogni personalismo .
La foto in bacheca, già adottata dal gruppo come simbolo fin dal momento della sua costituzione, è diventata anche il simbolo della manifestazione svoltasi con enorme successo il primo ottobre 2010, con il patrocinio della CRI e del Comune di Catania-Assessorato Politiche sociali e della famiglia.