Mi occupo di Nutrizione per patologie accertate, Lipedema, Policistosi Ovarica, Intolleranze Alimentari, Disbiosi, Dieta Chetogenica su misura. Ricevo a Messina e Catania. In queste pagine offro consigli nutrizionali, ricette per tutti coloro che si interessano di Dieta, Nutrizione e Salute. Sono disponibile a consulenze online. Questo blog è collegato alla pagina Facebook Camice&Mestoli ed Instagram Bionutrizionistacacciola
29 agosto 2013
21 agosto 2013
IL DISBIOSI TEST
Perchè si fa il disbiosi test?
Il disbiosi test si propone per valutare tra le varie forme che compongono la flora batterica intestinale.Esso è fondamentale per garantire i vari processi di assimilazione, assorbimento e trasformazione degli alimenti e per la produzione di anticorpi per difenderci dalle aggressioni di agenti esterni; è quindi facile comprendere come un'alterazione della flora batterica si ripercuota in maniera negativa sul benessere dell'organismo.Quando e' indicato fare l'esame?
Quando il quadro clinico fa sospettare una alterazione della flora batterica, sintomi comegonfiore addominale, infezioni ricorrenti, ritenzione idrica, alvo irregolare, disturbi
digestivi possono essere messi in relazione con una disbiosi intestinale per cui il disbiosi
test dovrebbe essere inserito negli esami utili.
Ci sono delle controindicazioni?
Praticamente no. È un test che si esegue sulle urine del mattino e pertanto applicabile atutti.
La colite può essere scatenata dal latte?
Spesso la sindrome del colon irritabile è causato dal latte o dai latticini, possiamo direche oltre il 70% delle persone che soffrono di questo disturbo,hanno una intolleranza al
lattosio, uno zucchero presente nel latte. Chi soffre di diarrea, dolori addominali,
intestino irregolare, dovrebbe provare a eliminare il latte e i derivati di mucca, per un
periodo. Se reintroducendo il latte, il disturbo si ripresenta, allora va tolto del tutto. La
causa è da ricercare nell'intolleranza al lattosio. L'enzima che digerisce il lattosio, lo
perdiamo durante la crescita e viene indotto solo in presenza del lattosio. Chi riesce a
digerire il latte e i suoi derivati, rappresenta l'eccezione che conferma la regola, poiché
mantiene, geneticamente determinato, la produzione del famoso enzima, la Lattasi, che
digerisce il lattosio. La lattasi scinde il lattosio nei suoi due componenti il galattosio e il
glucosio.
Il lattosio oltre che nel latte si ritrova nella preparazione di prodotti da forno, purè
pronti, pane al latte,, salsicce, salumi, gelati, frappè, ecc. il DISBIOSI TEST orienta sul tipo
di batteri intestinali alterati e sulla terapia per la disbiosi create dall' intolleranze al
lattosio.
09 agosto 2013
SEMINARIO ORGANIZZATO DALL'ASSOCIAZIONE FARIDEA "DALLE INTOLLERANZE ALLA NUTRIGENETICA"
“Dalle Intolleranze Alimentari alla
Nutrigenetica”
Seminario organizzato da
Associazione FARIDEA
Sabato 19 Ottobre 2013
presso
Cascina Cuccagna
via Cuccagna 2/4 ang. via Muratori
20135 - Milano - (Mi)
20135 - Milano - (Mi)
Responsabile Scientifico
Dr.ssa Maria Stella Cacciola
ACCREDITATO per 8 ECM per Medici, Biologi, farmacisti e Dietisti
COMUNICHIAMO
che è possibile effettuare l’iscrizione
al Seminario "Dalle
Intolleranze alla Nutrigenetica"
organizzato dall’Associazione
FARIDEA con il contributo di IMGEP che si terrà a
Milano presso Cascina Cuccagna
sita in via Cuccagna 2/4 ang. via Muratori .
L’ISCRIZIONE DEVE ESSERE FATTA
ESCLUSIVAMENTE ONLINE SUL SITO www.paroleimmagini.it
Le modalità di partecipazione
sono le seguenti :
Effettuare un bonifico di
60 € a:
FARIDEA
UNICREDIT BANCA - PIAZZA XXV
APRILE - MISTERBIANCO (CT)
CODICE IBAN:
IT32A0200884073000102324934
Specificando nella causale di
versamento: CORSO “DALLE INTOLLERANZE ALIMENTARI ALLA
NUTRIGENETICA” oltre al nome e cognome del partecipante ed inviare copia del
bonifico via mail a: faridea@libero.it
Infine procedere all’iscrizione
online attraverso il sito www.paroleimmagini.it
cliccando in basso a destra su PRENOTA ONLINE.
Per richiedere informazioni o
chiarimenti contattare :
3475949988-3429557135 ( Dott.ssa
Valentina Ronsisvalle, responsabile segreteria organizzativa)
n Evento 640-74134
sponsor non condizionante:
IMGEP
Programma e Relatori:
Ore 9.30/11.00:
Intolleranze Alimentari: Un approccio teorico e pratico per fare chiarezza.
Dr.Alessandro Scorba: Specialista in Idrologia Medica ed Esperto in
Nutrizione.
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Ore 11.00/12.00: Cibo e Infiammazione: Strategia Nutrizionale
per il mantenimento dei risultati ottenuti.
Prof.Giuseppe Di Fede: Esperto in Nutrizione e Docente al Master in
Nutrizione Università di Pavia.
Dr.Alessandro Scorba: Specialista in Idrologia Medica ed Esperto in
Nutrizione.
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Ore 12.00/12.30: Quali
test e cosa aspettarci oggi dalla diagnostica per le Intolleranze Alimentari?
Dr.Alessio Tosatto: Biologo Nutrizionista.
Dr.ssa Cecilia Pedroni: Dottoressa in Biologia.
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Ore 12.30/13.00: Discussione
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Ore 13.00/14.30: Break
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Ore 14.30/15.00:
Dalle Intolleranze Alimentari alla Nutrigenetica e Nutrigenomica: L’Esperienza di un Nutrizionista.
Dr.ssa Maria Stella Cacciola: Biologa Nutrizionista Esperta in Intolleranze
Alimentari.
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Ore 15.00/15.30: Nutrigenetica:
Quali strumenti sono oggi
fondamentali per un Nutrizionista?
Dr.Sacha Sorrentino: Dottore in Biologia
Dr.Alessio Tosatto: Biologo Nutrizionista.
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Ore 15.30/16.30:
Nutrigenetica e Nutrigenomica: Approccio Nutrizionale
Integrato.
Prof.Giuseppe Di Fede: Esperto in Nutrizione e Docente al Master in
Nutrizione Università di Pavia.
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Ore 16.30/18.30: Discussione
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Durante
il Seminario interverrà il Dr.Angelo Stimolo: Specialista in Idrologia
Medica ed esperto di Idrocolon Terapia.
Certi
della Vostra preziosa presenza, Vi invitiamo a contattare la Segreteria
Organizzativa dell’Associazione FARIDEA per tutte le richieste di informazioni
inerenti al Seminario, alla seguente
mail
oppure telefonare a
tel. 0258300376
Segreteria Organizzativa
Associazione FARIDEA
Via Simeto 35
95030, Gravina di Catania (CT)
Cod. fiscale: 05030100878
faridea@libero.it
L’iscrizione potrà essere fatta solo online dal sito del
Provider:
Via F.Crispi, 125 95131 Catania P.Iva e Codice
fiscale 04810360877
Provider ECM n.° 640 (del. Comm.ECM del 12/4/2011)
REA CT-321174 Tel. 095-7461073 FAX
1782740704/5
29 giugno 2013
Obesità: genetica, stile di vita ed ambiente
L’obesità, malattia in crescente aumento, è influenzata da una complessa interazione tra l’ambiente, la predisposizione genetica e lo stile di vita dei soggetti affetti. Le recenti scoperte hanno aiutato a comprendere come alcuni geni possano causare l’obesità e come possano influenzare la regolazione del peso corporeo.
Un articolo pubblicato sulla rivista ISRN Endocrinology evidenzia che il tessuto adiposo, fino ad oggi considerato inerte, è in grado di sintetizzare proteine coinvolte nel meccanismo fisiopatologico dell’obesità. I ricercatori indicano inoltre come molti geni del tessuto adiposo mostrino un ritmo circadiano: l’equilibrio circadiano regola diversi meccanismi ed un suo squilibrio può essere responsabile non solo dell’obesità, ma anche di diabete di tipo 2 e della sindrome metabolica.
Il sistema nervoso centrale gioca un ruolo chiave nell’assunzione di cibo, grazie ad una continua comunicazione tra cervello e stomaco che avviene attraverso l’ipotalamo. L’ipotalamo infatti agisce come regolatore centrale, ricevendo continuamente segnali dalla periferia circa l’assunzione di cibo, e a sua volta inviando segnali nei vari distretti dell’organismo controllando così il senso di fame e di sazietà. Esistono diversi “segnali” chimici periferici che regolano l’appetito e che possono influenzare lo sviluppo dell’obesità: per esempio la grielina. Si tratta di un ormone prodotto dallo stomaco i cui livelli aumentano prima di mangiare e si riducono rapidamente dopo l’ingestione di cibo. Si sa inoltre che l’assunzione di grielina ha effetti sull’equilibrio del glucosio, sulla motilità gastrica e sull’attività del pancreas. Questo ormone, sembra sia anche in grado di stimolare la formazione di tessuto adiposo e la glicolisi e quindi di regolare il consumo delle riserve energetiche dell’organismo. Tali conoscenze sono fondamentali anche per individuare nuove strategie terapeutiche e farmacologiche “personalizzate”. Ecco perchè lo studio dei geni coinvolti nell’obesità rappresenta uno strumento importante per comprendere e combattere meglio questa malattia.
Il sistema nervoso centrale gioca un ruolo chiave nell’assunzione di cibo, grazie ad una continua comunicazione tra cervello e stomaco che avviene attraverso l’ipotalamo. L’ipotalamo infatti agisce come regolatore centrale, ricevendo continuamente segnali dalla periferia circa l’assunzione di cibo, e a sua volta inviando segnali nei vari distretti dell’organismo controllando così il senso di fame e di sazietà. Esistono diversi “segnali” chimici periferici che regolano l’appetito e che possono influenzare lo sviluppo dell’obesità: per esempio la grielina. Si tratta di un ormone prodotto dallo stomaco i cui livelli aumentano prima di mangiare e si riducono rapidamente dopo l’ingestione di cibo. Si sa inoltre che l’assunzione di grielina ha effetti sull’equilibrio del glucosio, sulla motilità gastrica e sull’attività del pancreas. Questo ormone, sembra sia anche in grado di stimolare la formazione di tessuto adiposo e la glicolisi e quindi di regolare il consumo delle riserve energetiche dell’organismo. Tali conoscenze sono fondamentali anche per individuare nuove strategie terapeutiche e farmacologiche “personalizzate”. Ecco perchè lo studio dei geni coinvolti nell’obesità rappresenta uno strumento importante per comprendere e combattere meglio questa malattia.
Fonte: Review Article – Recent Advances in Obesity: Genetics and Beyond 2012
18 giugno 2013
SENSIBILITA’ NON CELIACA AL GLUTINE (NCGS)
Una definizione precisa e ampiamente concordata di NCGS (Non-Celiac Gluten Sensitivity) ancora non esiste.
La NCGS è intesa come una condizione associata a vari sintomi in seguito all’ingestione di alimenti contenenti frumento, segale e orzo e la risoluzione di detti sintomi basata sulla eliminazione di detti alimenti
dalla dieta di soggetti nei quali sono state escluse Celiachia e Allergie al grano.
La definizione di NCGS viene quindi effettuata mediante esclusione della Celiachia e della Allergia al frumento secondo quanto riportato nella slide.http://www.reteimprese.it/laboratorioamatomolfetta
13 giugno 2013
Cambia il vento: l'Accademia dei Pediatri conferma l'associazione intestino - cervello nell'autismo
Connessione intestino cervello? Intestino permeabile? L'Accademia Americana dei Pediatri dice che non siamo pazzi!!
L'American Academy of Pediatrics (AAP) ha appena compiuto un enorme quanto finora impensabile passo avanti verso il riconoscimento dell'associazione tra problemi gastrointestinali e disturbi dello spettro autistico: il numero di novembre 2012 della rivista Pediatrics (organo ufficiale di divulgazione dell’Accademia Americana dei Pediatri) pubblica un supplemento di 200 pagine dal titolo “Migliorare l'assistenza sanitaria per bambini e ragazzi con autismo e altri disordini dello sviluppo (Non disponiamo del link perchè l'articolo non è ancora online).
Curiosamente ottimista, ho deciso di rimandare la partita di football del sabato pomeriggio e leggere l'articolo. Dopo soli tre frasi, ero a bocca aperta.
"Molte persone con ASD hanno sintomi di condizioni mediche associate, tra cui convulsioni, disturbi del sonno, condizioni metaboliche e disturbi gastrointestinali (l'italicus è mio), che hanno impatti significativi sulla salute, lo sviluppo, la socializzazione e l'apprendimento".
Poche righe dopo ho trovato scritto che vi è una "mancanza di riconoscimento da parte di medici del fatto che alcune manifestazioni comportamentali nei bambini con ASD sono indicatori di problemi gastrointestinali (ad esempio di dolore, malessere o nausea)"
Il mio primo pensiero è stato che qualcuno dell'ARI o del MAPS si fosse intrufolato nell'AAP e avesse cambiato qualche parola di questo articolo prima che andasse in stampa, senza che nessuno se ne accorgesse. Ma arrivando fino alla fine, sono rimasto completamente scioccato dal leggere altre frasi pazzesche come queste:
Si prevedono anche test per: permeabilità intestinale per valutare l'intestino permeabile, calprotectina per l'infiammazione intestinale, test sierologici per la celiachia per valutare la sensibilità al glutine, esami per le allergie alimentari (non so bene per cosa ... forse le allergie alimentari c'entrano qualcosa in tutto questo????), il test degli acidi organici per la vitamina B12 o la carenza di zolfo e l'analisi del microbiota intestinale.
L'articolo si conclude con una discussione sulla mancanza di trattamenti accettati e condivisi per i problemi gastrointestinali specifici per i bambini con ASD e definisce sei obiettivi chiave della ricerca:
Man mano che giungevo alla fine della lettura, lo spirito critico con cui di solito leggo gli articoli sul trattamento dell'autismo veniva sostituito da un grande ottimismo: alla fine la ricerca tradizionale ha finalmente in programma di esaminare gli aspetti gastrointestinali e nutrizionali del trattamento biomedico per l'autismo. Per venti anni o più, i medici che seguivano questo approccio hanno curato i problemi gastrointestinali nell'autismo senza molto sostegno dalla ricerca tradizionale e hanno dovuto sopportare per questo molte critiche e, ancora peggio, i genitori di bambini con autismo hanno scongiurato i loro pediatri chiedendo aiuto, pregandoli di considerare la possibilità di una connessione intestino-cervello nell'autismo. Il vento del cambiamento ha cominciato a soffiare a gennaio 2010 con la relazione del Dr. Tim Buie sui problemi gastrointestinali nell'autismo (Pediatrics. 2010; 125 (Suppl 1): S1-S18). E ora il vento è sempre più a nostro favore.
Questo articolo in realtà non supporta nessun particolare trattamento per i problemi gastrointestinali nell'autismo, e ci vorranno ancora molti anni perchè la ricerca medica giunga a qualche risultato in questo campo, ma è bello sapere che l'aiuto della medicina tradizionale sta arrivando e che se i genitori in cerca di aiuto per i problemi gastrointestinali dei propri figli saranno ridicolizzati da qualche medico avranno ora l'Accademia dei Pediatri dalla loro parte. Potete sventolargli articolo in faccia! Il testo integrale di sarà disponibile on-line al più presto, potete però già visualizzare la prima parte qui:
Se avete un pediatra aperto e avete bisogno di aiuto, portategli questo articolo, e sicuramente il vostro medico potrà testare e trattare alcuni problemi gastrointestinali del vostro bambino.
Come nota a margine, questa stessa edizione della rivista ha un articolo su l'importanza di valutare e trattare la stitichezza nell'ASD. Sicuramente una buona lettura per il vostro pediatra se avete un bambino che lotta con questo problema; l'articolo suggerisce anche di testare i ragazzi per le malattie della tiroide, per sovraccarico di piombo, e, sentite questa,. . . per la celiachia! Ecco il link:
Grazie AAP!
Dr. Bob Sears
Pediatra e Direttore medico della TACAhttp://www.emergenzautismo.org/
L'American Academy of Pediatrics (AAP) ha appena compiuto un enorme quanto finora impensabile passo avanti verso il riconoscimento dell'associazione tra problemi gastrointestinali e disturbi dello spettro autistico: il numero di novembre 2012 della rivista Pediatrics (organo ufficiale di divulgazione dell’Accademia Americana dei Pediatri) pubblica un supplemento di 200 pagine dal titolo “Migliorare l'assistenza sanitaria per bambini e ragazzi con autismo e altri disordini dello sviluppo (Non disponiamo del link perchè l'articolo non è ancora online).
Sfogliando i vari articoli del supplemento per vedere cosa dicesse appunto l' AAP, la mia attenzione è stata attirata da un titolo finora anche solo inimmaginabile su una rivista di quel calibro: “Patologie gastrointestinali (GI) nei bambini con Disordine dello Spettro Autistico: sviluppare un programma di ricerca”.
Curiosamente ottimista, ho deciso di rimandare la partita di football del sabato pomeriggio e leggere l'articolo. Dopo soli tre frasi, ero a bocca aperta.
"Molte persone con ASD hanno sintomi di condizioni mediche associate, tra cui convulsioni, disturbi del sonno, condizioni metaboliche e disturbi gastrointestinali (l'italicus è mio), che hanno impatti significativi sulla salute, lo sviluppo, la socializzazione e l'apprendimento".
Poche righe dopo ho trovato scritto che vi è una "mancanza di riconoscimento da parte di medici del fatto che alcune manifestazioni comportamentali nei bambini con ASD sono indicatori di problemi gastrointestinali (ad esempio di dolore, malessere o nausea)"
Il mio primo pensiero è stato che qualcuno dell'ARI o del MAPS si fosse intrufolato nell'AAP e avesse cambiato qualche parola di questo articolo prima che andasse in stampa, senza che nessuno se ne accorgesse. Ma arrivando fino alla fine, sono rimasto completamente scioccato dal leggere altre frasi pazzesche come queste:
- "La pratica clinica e la ricerca condotte ad oggi indicano il ruolo importante delle condizioni gastrointestinali nei disordini dello spettro autistico e il loro impatto non solo sui bambini, ma anche sui loro genitori e medici"
- "La connessione intestino - cervello, la funzione immunitaria, e l'interazione genoma-microbioma". Sì, c'è scritto proprio connessione intestino - cervello!
- "Sempre più prove supportano una combinazione di cambiamenti nella microflora intestinale, nella permeabilità intestinale (intestinale cosa?!), una risposta immunitaria inadeguata, l'attivazione di specifici percorsi metabolici e cambiamenti comportamentali"
- "Analisi endoscopiche effettuate nei bambini con ASD e sintomi gastrointestinali hanno rivelato la presenza di una sottile infiammazione diffusa del tratto intestinale"
- "Sono state segnalate risposte autoimmuni nei bambini con ASD e una storia familiare di malattie autoimmuni"
- "Gli autoanticorpi potrebbero indicare la presenza di processi infiammatori e/o una componente autoimmune che potrebbe compromettere l'integrità della barriera mucosale e contribuire alla riduzione dell'integrità di questa barriera"
- "Intestino permeabile." Sì, hanno usato proprio queste due parole che sono state derise per così tanto tempo, e spiegato la ricerca a sostegno di questa teoria in modo che noi pediatri generici potessimo capirla e cominciare a crederci.
- "Lo stato nutrizionale e l'assorbimento dei nutrienti sono inestricabilmente legati nei bambini con autismo"
Si prevedono anche test per: permeabilità intestinale per valutare l'intestino permeabile, calprotectina per l'infiammazione intestinale, test sierologici per la celiachia per valutare la sensibilità al glutine, esami per le allergie alimentari (non so bene per cosa ... forse le allergie alimentari c'entrano qualcosa in tutto questo????), il test degli acidi organici per la vitamina B12 o la carenza di zolfo e l'analisi del microbiota intestinale.
L'articolo si conclude con una discussione sulla mancanza di trattamenti accettati e condivisi per i problemi gastrointestinali specifici per i bambini con ASD e definisce sei obiettivi chiave della ricerca:
- Determinare la patologia delle condizioni GI nell'ASD
- Aumentare la ricerca sugli animali in questo campo
- Identificare biomarker per guidare il trattamento.
- Migliore valutazione dello stato nutrizionale.
- Identificare fenotipi comportamentali legati allo scarso stato nutrizionale.
- Sviluppare algoritmi evidence-based per aiutare i medici nella valutazione e nel trattamento di problemi gastrointestinali nell'ASD.
Man mano che giungevo alla fine della lettura, lo spirito critico con cui di solito leggo gli articoli sul trattamento dell'autismo veniva sostituito da un grande ottimismo: alla fine la ricerca tradizionale ha finalmente in programma di esaminare gli aspetti gastrointestinali e nutrizionali del trattamento biomedico per l'autismo. Per venti anni o più, i medici che seguivano questo approccio hanno curato i problemi gastrointestinali nell'autismo senza molto sostegno dalla ricerca tradizionale e hanno dovuto sopportare per questo molte critiche e, ancora peggio, i genitori di bambini con autismo hanno scongiurato i loro pediatri chiedendo aiuto, pregandoli di considerare la possibilità di una connessione intestino-cervello nell'autismo. Il vento del cambiamento ha cominciato a soffiare a gennaio 2010 con la relazione del Dr. Tim Buie sui problemi gastrointestinali nell'autismo (Pediatrics. 2010; 125 (Suppl 1): S1-S18). E ora il vento è sempre più a nostro favore.
Questo articolo in realtà non supporta nessun particolare trattamento per i problemi gastrointestinali nell'autismo, e ci vorranno ancora molti anni perchè la ricerca medica giunga a qualche risultato in questo campo, ma è bello sapere che l'aiuto della medicina tradizionale sta arrivando e che se i genitori in cerca di aiuto per i problemi gastrointestinali dei propri figli saranno ridicolizzati da qualche medico avranno ora l'Accademia dei Pediatri dalla loro parte. Potete sventolargli articolo in faccia! Il testo integrale di sarà disponibile on-line al più presto, potete però già visualizzare la prima parte qui:
Gastrointestinal Conditions in Children With Autism Spectrum Disorder: Developing a Research Agenda
Se avete un pediatra aperto e avete bisogno di aiuto, portategli questo articolo, e sicuramente il vostro medico potrà testare e trattare alcuni problemi gastrointestinali del vostro bambino.
Come nota a margine, questa stessa edizione della rivista ha un articolo su l'importanza di valutare e trattare la stitichezza nell'ASD. Sicuramente una buona lettura per il vostro pediatra se avete un bambino che lotta con questo problema; l'articolo suggerisce anche di testare i ragazzi per le malattie della tiroide, per sovraccarico di piombo, e, sentite questa,. . . per la celiachia! Ecco il link:
Management of Constipation in Children and Adolescents With Autism Spectrum Disorders
Grazie AAP!
Dr. Bob Sears
Pediatra e Direttore medico della TACAhttp://www.emergenzautismo.org/
16 maggio 2013
Meccanismi epigenetici alla base dell’autismo
Ricercatori del King's College di Londra hanno identificato meccanismi epigenetici coinvolti nei disturbi dello spettro autistico studiando gemelli identici che differivano per diagnosi di autismo.
Lo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, sottolinea l'influenza che l'ambiente esercita sull'attività di alcuni geni e che contribuisce allo sviluppo di disturbi dello spettro autistico. Gli studi sui gemelli indicano che esiste una forte componente genetica che predispone ad autismo.
Nel 70% dei casi, quando un gemello omozigote è autistico lo è anche l'altro gemello.Tuttavia nel 30% dei casi un solo gemello è autistico. Poiché i gemelli omozigoti presentano lo stesso codice genetico, questa evidenza suggerisce che siano coinvolti fattori non genetici o epigenetici nell'espressione di questa patologia.
Le variazioni epigenetiche influenzano l'espressione o l'attività dei geni senza alterare la sequenza del DNA. In particolare in questo studio i ricercatori hanno valutato la metilazione del DNA, un evento che ha effetto di controllo sulle sequenze geniche che guidano l'espressione del gene e di conseguenza silenzia l'attività del gene. In questo studio è stata esaminata la metilazione di oltre 27000 siti nel genoma ottenuto da campioni prelevati in 50 coppie di gemelli identici (100 soggetti) presso lo UK Medical Research Council (MRC). I risultati hanno evidenziato che:
- - 34 paia di gemelli differivano per diagnosi di disturbi dello spettro autistico
- - in 5 paia di gemelli entrambi i soggetti presentavano disturbi dello spettro autistico
- - 11 paia di gemelli erano sani
E' stata identificato un pattern di metilazione del DNA associato in modo specifico alla diagnosi di autismo e all'aumento della gravità dei sintomi. In particolare il numero dei siti metilati nel genoma è risultato predittivo della gravità della patologia.
Wong et al. 'Methylomic analysis of monozygotic twins discordant for autism spectrum disorder and related behavioural traits' Molecular Psychiatry, 2013; DOI:10.1038/mp.2013.41
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