Nelle scorse settimane sono stati pubblicati su PLosOne i risultati di una ricerca statunitense (effettuata alla Columbia University di New York) che ha valutato la
presenza di marcatori di sensibilità al glutine in soggetti malati di autismo (Lau NM et al, PLoS One. 2013 Jun
18;8(6):e66155. Print 2013).
In pratica il lavoro ha rilevato
che i soggetti autistici presentano, in modo molto significativo rispetto ai controlli sani, i segni
di una Gluten sensitivity, cioè di una intolleranza al glutine non celiaca.
In pratica gli autistici hanno anche una reazione importante nei confronti del glutine.
Leggendo la versione integrale del lavoro si comprende come la ricerca sia stata effettuata in modo molto rigoroso e
preciso, a partire dalla definizione corretta della diagnosi di Autismo, di recente ridefinita a livello
internazionale.
La ricerca non precisa (e non
potrebbe farlo) se l'infiammazione di origine alimentare connessa con la
sensibilità al glutine possa essere la causa del disturbo autistico, e si
limita a segnalare che negli autistici esiste una caratterizzazione di sintomi
e di marcatori anticorpali che sono indicativi di intolleranza al glutine, senza che i soggetti siano celiaci.
Di certo la ricerca tocca però un tema di forte
impatto sociale: sia per gli autistici (da molti anni alcune associazioni
sostengono un ruolo della reazione alimentare al glutine nella genesi
dell'autismo) sia per la popolazione in genere che vede la reattività
alimentare, per tanto tempo sottostimata, diventare possibile concausa di
importanti disturbi fisici e psichici.
Diventa necessario che le linee di
ricerca sul possibile ruolo del glutine nel determinare il disturbo autistico
siano libere. Oggi si affronta invece la Gluten sensitivity con lo stesso tipo di forma mentale che si usa per studiare un'allergia
alimentare, mentre il criterio dovrebbe essere quello evoluzionistico, legato
soprattutto ad un possibile eccesso di glutine e ai segnali che l'organismo
lancia verso l'esterno nel caso di una infiammazione da cibo.
Riteniamo che lo studio dei biomarkers infiammatori (BAFF, PAF ed altri ancora) possa essere una ottima chiave di lettura per
caratterizzare un profilo alimentare individuale che può aiutare chiunque a
mantenere il proprio stato di benessere, e ringraziamo studi come questo, che
pur andando un po' controcorrente consentono davvero di fare dei passi in
avanti nella comprensione delle malattie e della relazione con gli aspetti
alimentari.
I ricercatori della Columbia
University hanno finalmente impostato uno studio controllato confrontando i
markers della celiachia e quelli di Gluten sensitivity in coorti di persone con diagnosi di autismo, nei fratelli non malati di
questi soggetti e nei controlli in buona salute. Lo studio è stato effettuato
su 140 bambini in cui sono state studiate le basi genetiche, la produzione di
anticorpi contro la gliadina (ottenuta da un mix di 28 diverse
varietà di glutine) e altre caratteristiche sierologiche classiche della
diagnostica celiaca.
Un vasto gruppo di bambini autistici ha
evidenziato in modo fortemente significativo una reazione immunologica al
glutine, con un meccanismo del tutto diverso da quello della celiachia. La
presenza crescente di anticorpi anti gliadina e la sua associazione con sintomi
gastrointestinali fa ipotizzare l'esistenza di meccanismo immunologico che
alteri la permeabilità intestinale dei bambini malati.
Con un dubbio: è l'eccesso di glutine che provoca
l'autismo o è il fatto di essere autistici che determina la Gluten sensitivity?
Per ora, con il giusto rigore formale, non è consentito dirlo, ma è invece
consentito pensarlo, in attesa di ulteriori lavori che confermino o meno
l'effetto induttivo o concausale dello stimolo infiammatorio intestinale sulla
genesi dell'autismo.
E per tutti, il fatto di conoscere
il proprio profilo individuale e di mantenere un'alimentazione varia, può
consentire di allontanare molti di questi "spettri" mantenendo la
propria salute. In SMA infatti (nostro centro di Milano), da molti anni seguiamo
le persone con una sospetta Gluten sensitivity accompagnandole verso la guarigione con uno specifico percorso terapeutico.
Dott. Attilio
Speciani
Allergologo e Immunologo Clinico