L'alterazione della glicemia a digiuno (Impaired fasting glycaemia, Ifg) è una disfunzione metabolica sempre più frequente nella popolazione occidentale. Colpisce il 24% dei maschi e il 17% delle donne oltre i 60 anni: se non trattati, la maggior parte di questi soggetti nell'arco di 10 anni svilupperà diabete di tipo 2 e, conseguentemente, tutte le alterazioni degenerative che questo comporta. Esistono molti rimedi fitoterapici indicati per il controllo della glicemia e il metabolismo dei carboidrati, sia tramand ati dalle diverse tradizioni medicinali e sia più moderni. Nel tempo, le piante maggiormente utilizzate allo scopo sono state Garcinia cambogia, Gymnema sylvestre, Allium sativum, Panax ginseng, ognuna caratterizzata da una differente fitochimica e quindi da diverso meccanismo d'azione, oltre a specie vegetali a effetto più meccanico, ricche cioè in lunghe fibre polisaccaridiche, quali Amorphophallus konjac, Opuntia ficus indica e Momordica charantia. Recentemente, inoltre, ottime evidenze sperimentali sono state mostrate da estratti di Cynnamomum zeylanicum, la cannella, dopo somministrazione orale post-prandiale. Uno studio tutto italiano riporta però in auge, mostrando interessanti risultati, un'altra specie vegetale, il carciofo (Cynara scolymus). I componenti fitochimici principali e maggiormente attivi estratti dalle pa rti aeree di questa asteracea, nota per lo più per le sue proprietà coleretiche, sono l'acido clorogenico e l'acido caffeilchinico; in particolare, il primo è un potente inibitore della glucosio-6-traslocasi, enzima chiave del sistema epatico di regolazione del metabolismo del glucosio, mentre il secondo e i suoi derivati sono coinvolti nella regolazione dell'attività della alfa-glicosidasi, enzima pancreatico la cui attività determina la liberazione in sede duodenale (ed il conseguente assorbimento) di gran parte del glucosio di origine alimentare. Lo studio clinico, condotto in doppio cieco presso l'università di Pavia, ha coinvolto 55 soggetti sovrappeso od obesi la cui dieta è stata implementata, per 60 giorni, con un estratto di carciofo (600 mg/die suddivisi in tre somministrazioni ai pasti principali) o con placebo. L'estratto vegetale utilizzato è molto caratterizzato, nota importante per uno studio in materia fitoterapi ca: titolato mediante HPLC al 60% in acido caffeilchinico, è stato preparato con estrazione idroalcolica (EtOH 70%) ed è caratterizzato da un rapporto droga/estratto di 120:1. Dati positivi e statisticamente significativi sono stati ottenuti non solo per il valore della glicemia a digiuno, ma anche per molti essenziali parametri corollari quali l'indice di emoglobina glicata, i valori di Adag (Media glicemica derivata dalla Hb glicata) e quelli dell'indice Homa per la valutazione dell'insulino-resistenza, tutti ridotti. Azioni positive sono state ottenute, come atteso, per quanto riguarda i parametri lipidemici con una riduzione del colesterolo Ldl ed un miglioramento sostanziale dell'Irc (indice di rischio cardiovascolare). Anche il Bmi risulta migliorato nel gruppo trattato, evidenziando quanto estesamente il supplemento dietetico di estratto di carciofo sia clinicamente efficace.
Rondelli, M., et al., Metabolic Management in Overweight Subjects with N aive Impaired Fasting Glycaemia by Means of a Highly Standardized Extract From Cynara scolymus: A Double-blind, Placebo-controlled, Randomized Clinical Trial. Phytother Res., 2013, Feb 25.doi: 10.1002/ptr.4950.
Matteo Floridia
Biotecnologo, Esperto in Fitoterapia clinica
Milano