07 settembre 2015

L'alimentazione personalizzata come rimedio all'infiammazione

L'infiammazione è esperienza condivisa da tutti, tanto che i farmaci antinfiammatori sono in assoluto i più venduti al mondo, come numero di pezzi. Ogni medico inoltre si confronta quotidianamente con fenomeni di infiammazione a bassa intensità che spesso durano a lungo e che per anni sono stati scarsamente compresi. Il sospetto di una relazione diretta con l'alimentazione è sempre stato molto forte, ma molti ricercatori si sono avvicinati in modo spesso controverso al tema delle cosiddette intolleranze alimentari scontrandosi con pregiudizi, petizioni di principio e proponendo in molti casi pratiche diagnostiche dubbie. La scoperta che un alimento può indurre la produzione di Baff (B Cell Activating Factor) o di Paf (Platelet Activating Factor) e provocare tutti i sintomi infiammatori che usualmente sono ascritti al cibo risale agli studi di Lied (1) del 2010 ma solo da poco è applicata in ambito clinico. La misurazione di queste citochine consente di capire il livello di infiammazione correlata al cibo eventualmente presente in una persona e di agire sugli aspetti nutrizionali per ridurla e per controllarne gli effetti sulla salute. Si tratta di una vera rivoluzione concettuale che consente di andare oltre la conoscenza di Ves e Pcr che da oltre 50 anni restano incredibilmente gli unici due "indicatori di infiammazione" usati dalla medicina in ambito clinico. Baff e Paf invece sono effettivi indicatori di una reazione dovuta anche al cibo, come documentato da Piuri (2). Si tratta di un primo passo verso la migliore comprensione delle reazioni dell'organismo che porterà in breve alla acquisizione e alla valorizzazione di altri biomarkers specifici che consentiranno sempre di più di caratterizzare il fenotipo di una reazione alimentare. Sappiamo che si tratta di una reazione dovuta all'immunità innata e all'attivazione di Toll Like Receptors (soprattutto Tlr2 e Tlr4), recettori che svolgono nell'organismo la funzione di segnalare un pericolo, che nel caso del cibo è il superamento di un livello di soglia nell'assunzione di cibo e manifestano la reazione infiammatoria come fosse una "luce di allarme" perché si cambi il comportamento alimentare. Poiché questa reazione non riguarda solo la Sindrome del colon irritabile o la colite ma anche patologie come artrite reumatoide, morbo di Crohn, lupus, diabete (3) e molte altre, l'approccio più moderno è quello di interpretare la reazione infiammatoria come un avvertimento o un segnale per un reale cambio di comportamenti che guidi il recupero dello stato di benessere attraverso una alimentazione personalizzata.
1) Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26
2) Piuri G, Soriano J, Speciani MC, Speciani AF (2013) B cell activating factor (BAFF) and platelet activating factor (PAF) could both be markers of non-IgE-mediated reactions. Clin Transl Allergy 3:O5.
3) Kim YH et al, Exp Mol Med. 2009 Mar 31;41(3):208-16.


Attilio Speciani

03 agosto 2015

La dieta per favorire il concepimento


Uno stile di vita sano è un elemento imprescindibile quando si decide di avere un bambino.  

La giusta attività fisica, una corretta alimentazione e la messa al bando di fumo, alcool e sostanze nocive, permettono non solo si diminuire le probabilità di problemi in gravidanza ma al contempo, anche diaumentare le possibilità di concepimento.
Uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional & Enviromental Medicine e condotto su 367 coppie che avevano precedentemente sofferto di infertilità primaria e secondaria, ha messo in evidenza l’importanza di una corretta alimentazione e i suoi risvolti sulla fertilità.
Le donne partecipanti avevano un’età media di 34 anni e i maschi di 36.
Lo studio è durato ben 3 anni, le coppie sono state sottoposte a  un preciso programma alimentare e l’89% di esse è riuscita a concepire un bambino e dare alla luce bimbi sani. Non si è registrato alcun aborto spontaneo, tutti bimbi sono nati normopeso e in buona salute.
Delle 204 coppie con problemi di fertilità, l’86% ha portato a termine la gravidanza. Se considerate che le tecniche di procreazione assistita hanno una percentuale di successo mediamente del 25% (1 su 4), potete ben capire l’importanza dello studio: una cura mirata allo stile di vita influisce direttamente sull’esito della gravidanza.

Quali sono i cambiamenti utili da apportare alla dieta?

Vediamoli assieme. Innanzitutto al giorno d’oggi è sempre più complicato assumere le sostanze nutritive essenziali a causa degli alimenti sempre più lavorati e impregnate di sostanze tossiche (come pesticidi). Però tutto ciò che mangiamo e beviamo può influire sulla nostra fertilità e ciò non va sottovalutato.
Per capire se ci sono particolari carenze si potrebbe fare qualche analisi particolare, come l’esame della composizione mineraria del capello ad esempio. In ogni caso si può cominciare semplicemente iniziando a scindere tra alimenti “buoni” e “cattivi”.
Seguire una dieta sana pre-concepimento significa semplicemente introdurre tutte le sostanze nutritive per concepire e far crescere bene il bambino eliminando al contempo tutte quelle sostanze che interferiscono con questo processo.
Tra le varie sostanze che interferiscono con la fertilità ci sono: caffeina, fumo di sigaretta, alcool, droghe, mercurio, piombo, pesticidi e diserbanti.
La dieta pre-concepimento (e per dieta non si intende un programma per perdere peso!)oltre a bandire tali sostanze si propone di fornire alla coppia tutte le sostanze necessarie per il concepimento e una gravidanza salutare.
Il massimo sarebbe quello di poter disporre di un orticello dove coltivare pomodori, carote, frutta… ma non è possibile al giorno d’oggi, soprattutto per chi vive in città.
I prodotti biologici che acquistate vanno bene ma solo se effettivamente tali. Attenzione sempre a quello che comprate, mi raccomando! Qualità prima di tutto! Ne va della vostra salute.
Servono circa 3 mesi di corretta alimentazione affinché la coppia possa iniziare a sentire i primi benefici del nuovo stile di vita.
La dieta pre-concepimento consiste nella giusta quantità di carboidrati, grassi , proteine, fibre, molta acqua (pura). 

Carboidrati

I carboidrati  si dividono in semplici (zuccheri) e complessi (amidi e fibre), entrambi sani ed importanti.
Quando gli zuccheri semplici vengono lavorati per ottenere biscotti, dolci, bevande frizzanti o caramelle, perdono qualsiasi minerale e vitamina, non fanno altro che aumentare i livelli di zucchero nel sangue senza fornire alcuna sostanza nutritiva necessaria.
Meglio quindi tralasciare fonti come lo zucchero raffinato, la farina bianca, il pane e la pasta bianca, dolciumi, biscotti, bevande gassate, marmellate e gelatine, e meglio optare per pari alimenti integrali e cereali. E ovviamente ottima fonte di carboidrati sono la frutta, le patate, i legumi e la verdura fresca o cotta a vapore.

Proteine

Le proteine svolgono un ruolo importantissimo nel nostro corpo in quanto “mattoncini” essenziali di muscoli, enzimi, organi , tessuti, capelli…
Le proteine sono catene di amminoacidi che hanno un ruolo importantissimo anche nella fertilità.
La spermina e la spermidina hanno un ruolo fondamentale nella sintesi dello sperma  e maschi con una bassa conta di spermatozoi hanno anche bassi livelli di entrambe. I livelli di spermina e spermidina possono essere ripristinati con gli alimenti e gli integratori giusti. Da evitare fonti proteiche come le torte e le merende preconfezionate, salsicce, salami, hamburger, wurstel, patè e carni lavorate.

Grassi

Quando si sente nominare la parola grasso di pensa ahimè troppo spesso in negativo. Ci sono grassi e grassi +. Alcuni di questi infatti sono fondamentali per la fertilità. I grassi “buoni” sono rappresentati da i grassi non saturi, che si trovano in pesce, oli, noccioline, semi e contengono acidi grassi essenziali che non possono essere sintetizzati dall’organismo e devono essere introdotto con la dieta. Ok quindi ad omega 3-6 9 mentre le fonti di grassi “cattivi” da evitare sono rappresentate da: carne rossa, agnello, maiale, panna, formaggi grassi, olio di palma, margarina, pasticci, biscotti, torte, patatine fritte, cibi fritti in genere, gelati e barrette di cereali.

Fibre

Le fibre hanno un ruolo fondamentale nel conservare sano il sistema digerente e eliminare sostanze tossiche dall’organismo.
Le fibre aiutano anche ad alleviare i sintomi di alcune patologie come endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) che sono associate ad alti livelli di estrogeni nel corpo. Le fibre agiscono impedendo agli estrogeni di essere riassorbiti nel sangue.

Acqua

Assicurarsi sempre che l’acqua sia di buona qualità e priva di sostanze inquinanti. Sono raccomandati almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.

Vitamine e minerali

Alcune vitamine (ad esempio l’acido folico) e alcuni minerali sono importantissimi prima, durante e dopo la gravidanza.
Ecco uno schema riguardante le quantità raccomandate dei principali nutrienti:
Vitamina A: indispensabile per la produzione di ormoni sessuali femminili. Non vanno assunti integratori di Vitamina A nè durante la gravidanza, nè quando si è in procinto di concepire. Alti tassi di retinolo infatti sono associati a possibili anomalie fetali.
VitamineB : è un gruppo di vitamine molto importanti per la fertilità e il loro assorbimento è inibito da fumo, alcol, stress e antibiotici. L’ipotalamo che rilascia gli ormoni sessuali è molto sensibile alle carenze di vitamina B.
  • Vitamina B1: la carenzadi questa vitamina è associata ad assenza di ovulazione o a mancato impianto dell’ovulo.
  • Vitamina B2: la sua carenza è associata a sterilità, aborto spontaneo e scarso peso alla nascita.Il fegato usa la vit. B2 per eliminare gli ormoni che hanno esaurito il loro compito e che potrebbero, se accumulati, interferire nelle comunicazioni  per la produzione di ormoni nuovi, determinando così disfunzioni.
  • Vitamina B5: importante al momento del concepimento per lo sviluppo del feto.
  • Vitamina B6: importante  per la formazione degli ormoni sessuali femminili.
  • Vitamina B12: necessaria per la sintesi di DNA e RNA.
  • Folati: Livelli di assunzione raccomandati  per le donne in gravidanza 400 mcg/giorno,
Vitamina C:antiossidante e contrasta i radicali liberi ma un eccesso (più di 1000 mg/giorno) può agre come antistaminico e asciugare il muco cervicale.Vitamina E: da studi l’associazione di questa vitamina con la Vitamina C, ha effetti positivi sull’ovulazione. Ha effetti positivi anche sulla funzionalità degli spermatozoi.Zinco: aiuta al mantenimento dei livelli ormonali negli uomini e nelle donne . E’ una componente importante del liquido seminaleFerro: la carenza di ferro può influire negativamente sulla fertilità, mentre una sua adeguata presenza può aiutare a prevenire gli aborti spontanei.Selenio: una carenza di selenio è associata a infertilità e rischio di abortoCalcio: carenza è associata a scarso peso alla nascita e a nascite prematureMagnesio: come nel caso del selenio, una sua carenza è associata a infertilità e rischio di abortoManganese: secondo alcuni studi una carenza di manganese è associata a disfunzioni  nell’ovulazione  e inibisce la sintesi di ormoni sessuali.Co-Enzima Q10: la sua integrazione può innalzare i tassi di fertilizzazione nelle pratiche di fecondazione in vitro.
Per capire dove sono contenuti questi nutrienti vi consiglio di utilizzare questo database dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN): http://www.inran.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html
Fonti:

Marina Nicholas, 3 steps to fertility

Zita West:Fertilità e concepimento 
http://www.periodofertile.it