22 gennaio 2016

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04 gennaio 2016

Colon Irritabile e carenza da vitamina D

Uno studio condotto presso l’Università di Sheffield e pubblicato sulla rivista BMJ Open Gastroenterology, ha evidenziato che l’82% dei soggetti che lamentano disturbi riferibili alla sindrome del colon irritabile mostrano anche una carenza di vitamina D.

Guidati da Bernard Corfe, gli esperti britannici hanno analizzato il sangue di un gruppo di pazienti con questo disturbo intestinale e osservato che nell’82% dei casi era associato con una carenza di vitamina D. E’ anche emerso che la gravità del disturbo per ciascun paziente è intimamente correlata col grado di tale carenza vitaminica: ovvero maggiore è la carenza, più grave e invalidante si presenta il disturbo. Lo studio suggerisce l’opportunità di fare uno screening della concentrazione di vitamina D in pazienti con questo disturbo e potenzialmente anche di tentare un’integrazione vitaminica per verificare se questa possa essere di aiuto nella gestione dei sintomi.
La sindrome da colon irritabile è un disturbo diffuso e molto variegato, sia nei sintomi (i più comuni sono dolori addominali, crampi, costipazione o diarrea) sia nel livello di gravità che lo contraddistingue. Si stima che colpisca il 10-15% degli adulti, è esacerbato da dieta scorretta e vita stressante e, in molti casi, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita.
http://www.nutrieprevieni.it/colon-irritabile-e-carenza-di-vitamina-d-ID3533 

14 dicembre 2015

Cancro ed antiossidanti



Come evidente dal titolo di questo articolo nella giornata mondiale del cancro si è discusso della prevenzione del cancro con gli antiossidanti anche di origine naturale. In questo sommario di lavori scientifici sull'argomento è evidente che la loro efficacia è dimostrata per lo più in vitro. E troppo spesso è stata presa forse come prova definitiva nella prevenzione del cancro. In realtà in numerosi studi epidemiologici molti antiossidanti si sono dimostrati definitivamente efficaci, ma alcuni di essi, in particolare nei fumatori, hanno aumentato il rischio di cancro, per cui l'argomento è molto più complesso di quanto possa sembrare. L'articolo merita essere letto. È disponibile in Free full text.

Luigi Gori
Cerfit Aou Careggi - Università degli Studi di Firenze

Rafieian-Kopaie M On the Occasion of World Cancer Day 2015; the Possibility of Cancer Prevention or Treatment with Antioxidants: The Ongoing Cancer Prevention Researches. Int J Prev Med. 2015 Nov 4;6:108.


04 novembre 2015

Microbiota gastrico e cancro dello stomaco, qual è il collegamento? Lo stomaco è abitato da diverse specie microbiche il cui ruolo, in condizioni di salute non perfette, potrebbe essere collegato all'insorgenza di cancro gastrico. E' quanto evidenziato da un lavoro tutto italiano pubblicato su Helicobcter.


Che lo stomaco non fosse un ambiente sterile, come si credeva in passato, lo abbiamo capito nel 1983 con scoperta al suo interno dell’Helicobcter pylori; ma che anche altri batteri risiedono in questo ambiente e la loro presenza è collegata allo sviluppo di displasia e tumore gastrico è una rivoluzione assoluta e nuovissima. E’ quanto evidenziato in una recente review tutta italiana, del team del prof. Antonio Gasbarrini del dipartimento di Medicina Interna, Policlinico Gemelli di Roma in collaborazione con il dipartimento di Gastroenterologia dell’Ospedale San Pedro de Alcantara, Spagna e pubblicata su Helicobacter.
L’H. pylori non è l’unico “residente” della mucosa gastrica, recentemente una comunità microbica è stata identificata all’interno dello stomaco umano ed insieme all’H. pylori costituisce il cosiddetto microbiota gastrico.
“L’H. pylori era ritenuto responsabile della maggioranza delle gastriti e delle ulcere peptiche. Si è visto che quando l’H. pylori sta per molto tempo nello stomaco determina un danno istologico che si chiama metaplasia o atrofia gastrica; questo è quello che precede la displasia e il tumore dello stomaco”, ha dichiarato il prof. Gasbarrini ai microfoni di Pharmastar.
Il microbiota intestinale colonizza tutto il tratto gastro-intestinale compreso lo stomaco. L’ambiente gastrico è particolarmente difficile da colonizzare per il bassissimo pH (intorno a 1.4); per tale motivo la carica microbica è molto più bassa del colon e del piccolo intestino.
Le specie batteriche maggiormente presenti nello stomaco, in condizioni di perfetta salute, sono Clostridium sp, Lactobacillus sp and Veillonella sp.
L’80% dei microbi non sono però coltivabili e quindi servono tecniche più sofisticate per la loro identificazione.
«Tutto questo lo abbiamo scoperto»-ha aggiunto il prof. Gasbarrini- «solo con le nuove tecniche di microbiologia molecolare che evidenziano questi batteri; questi ultimi infatti non crescono in coltura quindi servono le tecniche di microbiologia molecolare più moderne».
La distruzione del microbiota gastrico umano è stato identificato come trigger di diverse malattie dello stomaco.
Nel caso dell’atrofia gastrica, c’è una diminuzione della barriera acida gastrica dello stomaco che permette la colonizzazione di molti microbi differenti da quelli presenti in condizioni normali. Ad esempio è stato osservato uno shift da Prevotella sp a Streptococcus sp.
Diventa inoltre sempre più evidente il possibile ruolo del microbiota gastrico nello sviluppo di cancro gastrico.
«Si è visto che lo stomaco non è abitato solo dall’H. pylori –ha proseguito il prof. Gasbarrini-ma anche da altri batteri che appartengono a varie specie, molti sono dei Lactobacilli ma di tante specie diverse , e questi batteri sono sempre presenti in basse concentrazioni. Quando l’H. pylori determina la metaplasia e l’atrofia e, quindi, cambia il pH dello stomaco, perché quando c’è l’atrofia lo stomaco produce meno acido cloridrico, questi batteri esplodono nel senso che crescono moltissimo in termini di quantità. Quindi, nelle fasi avanzate della gastrite da H. pylori c’è una pesante disbiosi del microbiota gastrico con batteri che sovra-crescono perché non sono più combattuti dall’acidità gastrica e sembra che questa disbiosi gastrica sia responsabile della transizione della atrofia a displasia e tumore».
I microbi possono guidare e mantenere lo sviluppo di percorsi cancerogeni attraverso diversi meccanismi, tra cui la stimolazione dell’infiammazione, l'aumento della proliferazione cellulare, la disregolazione della fisiologia cellulare delle staminali, e la produzione di diversi metaboliti.
«Sembrerebbe, quindi, che il grande responsabile del tumore gastrico, nella gastrite da H. pylori ,potrebbero essere altri batteri del microbiota gastrico e non solo l’H. pylori»-ha sottolineato il prof. Gasbarrini.
Nella review gli autori evidenziano come esista anche un microbiota esofageo le cui alterazioni potrebbero essere responsabili dell’insorgenza del reflusso gastro-esofageo e di altre problematiche e come lo sviluppo del cancro esofageo; queste ultime sono però delle ipotesi derivanti da pochi studi e che andrebbero confermate in ulteriori trial.
In conclusione, come ha sottolineato il prof. Gasbarrini: «Questa è una scoperta rivoluzionaria perché dobbiamo rivedere tutti i nostri concetti. Noi pensavamo che lo stomaco fosse sterile, poi abbiamo visto che c’è l’H. pylori e poi ancora che ci sono altri batteri e addirittura sembra che questi siano responsabili del tumore dello stomaco».
Emilia Vaccaro
Ianiro G. et al.  Gastric Microbiota. Helicobacter. 2015 Sep;20 Suppl 1:68-71. doi: 10.1111/hel.12260.