15 ottobre 2013

Celiachia e Sensibilità al Glutine: Il punto sulla ricerca e le terapie

Celiachia e Sensibilità al Glutine: Il punto sulla ricerca e le terapie

I sintomi, gli strumenti di diagnosi e quelli di cura e le principali comorbidità della celiachia. Le
differenze con la sensibilità al glutine. A fare il punto della situazione una review su New
England Journal of Medicine 
a cura di due importanti scienziati italiani: Alessio Fasano e Carlo Catassi.

Arriva a dieci anni esatti dalla prima pubblicazione sull’epidemiologia della celiachia negli USA l’
ampia review dal titolo “Celiac Disease”, pubblicata da New England Journal of Medicine e firmata da 
Alessio Fasano e Carlo Catassi, membri del comitato scientifico del Dr. Schär Institute e ricercatori ai vertici del Centro per la Ricerca sulla Celiachia (CFRC) dell’Università del Maryland di Baltimora, USA. Un tentativo di fare un po’ di chiarezza sulle più recenti scoperte e su come orientarsi nel panorama in
evoluzione della celiachia e delle patologie collegate al consumo di glutine.
La Celiachia e le patologie glutine correlate dimostrano di essere in costante aumento, con molto ancora da fare per garantire una corretta diagnosi. In continua espansione a livello mondiale, con un’incidenza compresa tra lo 0.6 per cento e l’1 per cento nella popolazione generale, si sta assistendo ad un allargamento del problema anche nei paesi emergenti, come ad esempio Cina e India, dove i regimi alimentari stanno velocemente subendo un processo di occidentalizzazione. Ma se aumenta l’incidenza, molto ancora resta da fare sul fronte delle diagnosi: studi recenti dimostrano come, in Europa, solo il 21 per cento dei casi di celiachia siano diagnosticati clinicamente.
 L’aumento di prevalenza della celiachia è in parte giustificato da una maggiore conoscenza medica e da migliori strumenti diagnostici. Nell’ultimo decennio l’aumento di conoscenza della classe medica e della popolazione generale sul tema celiachia ha portato a un maggior tasso di diagnosi oltre che a una maggiore sensibilità delle persone rispetto al senza glutine. 
Una crescita così rapida ha però generato un po’ di confusione.  
Innanzitutto c’è da dire che la persona con celiachia è più spesso donna, con una prevalenza del 1.5-2 volte rispetto agli uomini, e ha almeno un familiare di primo grado celiaco (fino al 15 per cento per il fattore di familiarità).
 Inoltre, se la celiachia era considerata fino a non molto tempo fa una patologia gastrointestinale propria dell’età pediatrica e della razza caucasica, recenti studi dimostrano come la questa patologia stia rapidamente crescendo in tutto il mondo. “Si iniziano a vedere dei casi in Cina, come in molti paesi in via di sviluppo, nei quali l’occidentalizzazione della dieta comporta un aumento del tasso di celiachia”, ha sottolineato Catassi.
“Oggi sappiamo con certezza che questa patologia autoimmune colpisce persone di tutte le età e razze, con una prevalenza mondiale stimata in 0,6 - 1 per cento”.


Diversa invece è la situazione di chi è semplicemente sensibile al glutine: queste 
persone hanno sintomi simili alla celiachia, sono negative al test per questa ed altre patologie, e tuttavia traggono beneficio dalla dieta senza glutine. “La sensibilità al glutine è una nuova condizione clinica, inquadrata solo di recente”, ha spiegato Fasano. “Ad oggi sappiamo che, probabilmente, è diversa dalla celiachia per quando riguarda la risposta immunitaria e che la sua diagnosi presuppone l’esclusione delle altre patologie glutine correlate, come celiachia ed allergia al grano.”
Ma quali sono i principali punti trattati dalla review? Ecco tutto quello che c’è da sapere su celiachia:

- I principali sintomi della celiachia: per uno su due, diarrea cronica e perdita di peso. Le persone affette da celiachia presentano una varietà di sintomi gastrointestinali, come la diarrea cronica e perdita di peso, e altri sintomi clinici, quali fatica cronica, anemia, rash cutaneo e perdita di coordinamento. In alcuni individui, la celiachia può essere “silente”, senza sintomi, gastrointestinali o di altra natura, e può comportare danni intestinali continui dovuti alla cattiva assimilazione dei nutrienti.
 - La celiachia può essere è associata ad altre patologie, tra le principali il diabete di tipo I che è presente dal 5 al 16 per cento dei casi. Nella celiachia, le proteine complesse del grano, della segale e dell’orzo innescano l’attacco del sistema immunitario ai danni dell’intestino tenue. Se non diagnosticata e curata con attenzione, questa patologia può portare allo sviluppo di altre patologie autoimmuni, tra le quali la principale è il diabete di tipo I, ma anche a osteoporosi, infertilità, danni neurologici e, in rari casi, anche al cancro.
 - Gli screening sierologici, anticorpi IgA anti-tTG sono strumento di prima diagnosi. Secondo gli esperti, gli esami del sangue, con il test dell’anticorpo IgA anti-tTG, sono il metodo in assoluto da preferire per la diagnosi iniziale di celiachia. E’ importante sottolineare come, per garantire l’accuratezza diagnostica, il paziente debba assumere glutine prima di sottoporsi al test per la celiachia, per garantire la presenza degli anticorpi nel sangue. Le diagnosi di celiachia sono quasi sempre confermate da una biopsia intestinale, nella quale un campione del tessuto viene prelevato ed analizzato. Secondo gli esperti, questa procedura può essere evitata in alcuni casi pediatrici, se ci sono forti evidenze cliniche e sierologiche di celiachia, evitando sia lo stress emotivo che il dolore di un esame invasivo.
 - Il trattamento per la celiachia consiste in un’adesione rigorosa ad una dieta senza glutine. Gli esperti consigliano ai pazienti di seguire la dieta senza glutine sotto la guida di un nutrizionista, al fine di adottare un regime alimentare equilibrato e sano che consideri sia i prodotti gluten free attualmente in commercio, sia gli alimenti naturalmente privi di glutine.
La sensibilità al glutine è invece una nuova entità clinica, che richiede una diagnosi di esclusione rispetto alla celiachia: il primo algoritmo diagnostico della sensibilità al glutine è stato proposto in occasione della First Consensus Conference on Gluten Sensitivity, organizzata dal Dr. Schär Institute nel 2011 e pubblicato sulla rivista scientifica BMC Medicine nel 2012.


fonte: http://www.quotidianosanita.it

08 ottobre 2013

Potrebbe essere sensibilità al glutine?

Crescono le evidenze scientifiche sulla sensibilità al glutine, una nuova patologia che potrebbe risolvere i problemi alimentari fino ad oggi senza spiegazione, di oltre 3 milioni e mezzo di italiani. La prima Consensus Conference internazionale di Londra sulla sensibilità al glutine sostenuta dal Dr. Schär Institute ne ha elaborato definizione, sintomi ed iter diagnostico.



L’incidenza della celiachia si attesta intorno al’1 per centro della popolazione, mentre, come sostengono i primi dati di origine americana, la frequenza della sensibilità al glutine è intorno al 6 per cento: E’ evidente che questa stima, se confermata, renderebbe la sensibilità al glutine una delle patologie più diffuse in assoluto.

«Possiamo affermare oggi - dichiara il Professor Carlo Catassi, Ordinario di Pediatria presso l’Università Politecnica della Marche, Ancona e membro del comitato scientifico del Dr. Schär Institute - che oltre ad una differenza molecolare la sensibilità al glutine differisce dalla celiachia anche per la risposta del sistema immunitario. Se per la celiachia abbiamo, infatti, un meccanismo di tipo auto-immune fortemente condizionato da una risposta adattativa del sistema immunitario, per la sensibilità al glutine abbiamo osservato un maggiore coinvolgimento del meccanismo immunitario innato senza interessamento della funzione della barriera intestinale. L'incontro di Londra – continua Catassi - è stato fondamentale per definire, per la prima volta, un iter diagnostico in grado di identificare la sensibilità al glutine. Sappiamo oggi, con maggiore confidenza, che per diagnosticare la sensibilità al glutine è necessario escludere tramite gli opportuni e specifici test diagnostici sia la celiachia che l’allergia al grano. Infine la sensibilità al glutine non sembra dare indicazioni temporali precise, può aumentare nel corso della vita o scomparire senza lasciare tracce.»


COS'È IL GLUTINE? 
Il glutine è una massa compatta, elastica e porosa costituita da un insieme di proteine presenti nel grano, nell’orzo, nella segale e in diverse altre graminacee. Queste proteine contengono la prolina, poco digeribile per l’organismo umano. Questo, in alcuni individui particolarmente sensibili, può scatenare una complessa sintomatologia, che si può manifestare attraverso disturbi gastro-intestinali, dolori muscolari, fiacchezza, emicrania e nausea. Per quanto utile nella panificazione e negli impasti a base di farine, il glutine può però essere tranquillamente rimosso dalla nostra alimentazione senza alterare le qualità nutrizionali dei cibi. In questo aiuta la scelta di cibi naturalmente privi di glutine o appositamente prodotti in modo che ne siano privi al fine di consentire alle persone sensibili al glutine una dieta varia e piacevole. 

COSA È LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE? 
Essere sensibili al glutine significa avere sintomi simili a quelli della celiachia e dell’allergia al grano senza essere affetti da nessuna delle due patologie. Si tratta di una situazione che, al contrario della malattia, è transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione senza glutine. La sensibilità al glutine è causa di mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari e molti altri problemi a cui, se si ignora la propria condizione di sensibilità, non si sa dare spiegazione. 

QUAL È LA CAUSA? 
Probabilmente un grano "troppo pesante". Secondo gli esperti la “colpa” sarebbe del grano “moderno”, che viene definito “pesante”, perché molto ricco in glutine. Il grano di oggi sarebbe, eccessivamente concimato e conterrebbe una quota di glutine superiore del 12% rispetto al normale, a cui il nostro organismo stenta ad abituarsi.

I SINTOMI CHE SI ASSOCIANO ALLA SENSIBILITÀ AL GLUTINE SONO MOLTI, TRA I PRINCIPALI RICORDIAMO:

• Dolore addominale, anche con bruciore alla bocca dello stomaco, nausea e vomito, gorgoglii e gas intestinale, stitichezza e diarrea.

• Fatica, intorpidimento di braccia e gambe, crampi muscolari e dolori articolari.

• Mal di testa, confusione mentale, collasso, eczemi, mucosa della lingua arrossata e tumefatta con possibili ulcere e chiazze biancastre.

BASTANO POCHI E SEMPLICI ESAMI PER ESCLUDERE ALLERGIA AL GRANO E CELIACHIA:
Gli esami per escludere un'allergia al grano sono i prick test ed i rast test. I primi vengono eseguiti inoculando sotto la pelle del braccio, in modo indolore, una piccolissima quantità di grano. Se la pelle si gonfia e si arrossa in corrispondenza del "buchino" significa che si è allergici. I Rast test sono invece esami del sangue che misurano la quantità di specifici prodotti contro il grano. 

Gli esami del sangue per la celiachia ricercano anticorpi specifici contro il glutine, detti antigliadina, anticorpi specifici contro la mucosa intestinale (antiendomisio) e anticorpi anti-transglutaminasi (Ttg). Per la diagnosi definitiva di celiachia è infine necessaria una biopsia (cioè il prelievo di una piccola parte di tessuto) dell'intestino tenue che rileva eventuali danni ai villi intestinali. 
Un sospetto di sensibilità al glutine e quindi una dieta senza glutine può essere presa in considerazione solo quando le due reazioni al glutine (celiachia ed allergia al grano) sono state escluse con certezza. 


NO AL GLUTINE? ECCO ALCUNE SEMPLICI INDICAZIONI PER LA TAVOLA: 
Se si è sensibili al glutine sarà necessario evitare, tra l’altro, frumento (grano), segale, orzo, farro, kamut, triticale, monococco, couscous, bulgur, seitan. Ecco alcune indicazioni sui cereali permessi o che causano più spesso confusione a chi non può consumare glutine:


Riso: Consentito. I risotti pronti (in busta, surgelati o aromatizzati) potrebbero contenere tracce di glutine.

Mais: Consentito. I Cereali per la prima colazione a base di mais possono contenere contaminazioni di glutine.

Grano saraceno: Consentito. Nella polenta taragna il grano saraceno può essere mescolato al grano.

Amaranto: Consentito. E’ utilizzato sin dall’antichità ed è ricco di fibre e proteine.

Manioca: Consentito: E’ un amido estratto da un tubero che può essere utilizzato per rendere i dolci più morbidi.

Miglio: Consentito. Contiene ferro, magnesio, fosforo e può essere utilizzato per preparare torte salate e dolci.

Quinoa: Consentito. E’ ricca di ferro e magnesio ed è molto digeribile.

Sorgo: Consentito. Negli USA sono stati messi a punto alimenti privi di glutine a base di sorgo.

Teff: Consentito. Ha un buon contenuto di ferro e fibre e un discreto contenuto di proteine e calcio.

Avena: Vietato. Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, l’avena è tollerata dalla maggior parte di chi soffre di celiachia. Non si può però escludere la contaminazione con glutine durante i processi di lavorazione. In caso di sensibilità al glutine è bene chiedere il parere del medico.


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Dr. Schär Institute, il nuovo punto di riferimento per il mondo medico ed i professionisti della salute su celiachia, sensibilità al glutine ed in generale sui disturbi glutine correlati www.drschaer-institute.com è una piattaforma informativa internazionale sull’alimentazione senza glutine con due focus specifici su celiachia e sensibilità al glutine. Tutte le informazioni veicolate e rivolte ai professionisti della salute (dietisti, medici di medicina generale, specialisti) sono supportate dal know how trentennale di Dr. Schär in questo settore e validate da un team di opinion leader medici di livello internazionale.

Dr.Schär comitato scientifico
Professor Carlo Catassi, Department of Pediatrics, Università Politecnica delle Marche, Co-Director, Center For Celiac Research, University of Maryland School of Medicine, Baltimore MD. Dopo avere conseguito la laurea in medicina, Carlo Catassi lavora in un primo momento come medico ad Ancona e successivamente inizia la sua attività di ricerca e insegnamento in veste di ricercatore presso l'Università Politecnica delle Marche. Qui, nel 2004, diventa docente di pediatria. A partire dal 2003, Catassi ricopre anche la carica di professore ospite di pediatria e co-direttore del centro di ricerca "Center For Celiac Research" della University of Maryland di Baltimora (USA). Da anni il professor Catassi conduce ricerche nel campo della celiachia, è responsabile delle attività nei settori di gastroenterologia, nutrizione e auxologia presso la Clinica Pediatrica di Ancona ed ha all'attivo oltre 100 pubblicazioni su svariate riviste

Professor Alessio Fasano, M.D., Professor of Pediatrics, Medicine, and Physiology, Director, Mucosal Biology Research Center University of Maryland School of Medicine. Professore Ordinario di Pediatria, ha anche le cattedre di Ordinario in Fisiologia e Medicina alla Scuola di Medicina dell’Universita’ del Maryland dove dirige il Mucosal Biology Research Center and il Center for Celiac Research. Il Prof. Fasano ha pubblicato piu’ di 180 lavori in riviste internazionali di alto prestigio ed e’ inventore di circa 160 brevetti. Il Prof. Fasano e’ membro eletto dell’ American Society for Clinical Investigation e’ ha ricevuto molti riconoscimenti scientifici per i suoi lavori pioneristici nel campo delle malattie autoimmunitarie, incluso l’Innovator of the Year Award dallo Stato del Maryland (2005), finalista del Director’s Pioneer Award del National Institutes of Health (2005), il Best Academic/Industry Collaboration Award dalla Camera di Commercio di Baltimora (2006), l’Entepreneur of the Year Award dall’Universita’ del Maryland (2007), America’s Top Doctor’s Award (2007) ed il Researcher of the Year Award dall’Universita’ del Maryland (2009). Sin dal 1995, la sua ricerca e’ stata supportata dal National Insitutes of Health senza interruzione.
Dottoressa Anna Sapone, MD, PhD in gastroenterologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, Dipartimento di Medicina Sperimentale Magrassi-Lanzara. Lavora da anni sulla permeabilità intestinale ed ha pubblicato sulle principali riviste internazionali di settore come primo autore, tra le principali: “Differential Mucosal IL-17 Expression in Two Gliadin-Induced Disorders: Gluten Sensitivity and the Autoimmune Enteropathy Celiac Disease”, Int Arch Allergy Immunol. 2009 Nov 24;152(1):75-80 e “Divergence of Gut Permeability and Mucosal Immune Gene Expression in Two Gluten-associated Conditions, Celiac Disease and Gluten Sensitivity”, BMC Medicine on line.
Per altre informazioni: Glutensensitive.net http://www.glutensensitive.net/

14 settembre 2013

NUTRIGENETICA: Un nuovo approccio alla nutrizione! SI PUò FARE ANCHE A MESSINA E CATANIA!

Le scoperte più recenti sul genoma umano ci forniscono gli strumenti e le basi per comprendere i meccanismi molecolari attraverso i quali singoli geni, o loro combinazioni, rispondono ai cambiamenti nella dieta e nello stile di vita (esposizione al fumo di sigaretta, consumo di alcol ecc.), rendendo un individuo particolarmente sensibile a contrarre un certo tipo di patologia e di far luce sui meccanismi tramite i quali la dieta, influenzando l’espressione genica, può esercitare un effetto protettivo. In definitiva le potenzialità offerte da questo nuovo approccio ci introducono in una nuova era 
della scienza della nutrizione, la nutrigenetica.
La Nutrigenetica riguarda l’identificazione delle variazioni genetiche nell’uomo che causano differenze nella risposta fenotipica alle molecole introdotte con la dieta, con l’obiettivo di valutare i rischi e i benefici per l’individuo di determinate componenti della dieta. In termini pratici, con la nutrigenetica è possibile sviluppare una nutrizione personalizzata alla costituzione genetica dell’individuo, tenendo conto della variabilità dei geni coinvolti nel metabolismo del nutriente e del suo bersaglio.
La Nutrigenetica può avvalersi di potenti strumenti in grado di fornire informazioni specifiche, individuali e precoci, rispetto ai tradizionali sistemi diagnostici, sul ruolo preventivo svolto dai nutrienti. Sono state messe a punto tecniche bio-molecolari per caratterizzare i geni e chiarire le interazioni tra questi e i nutrienti.
Le basi concettuali di questa nuova branca possono essere riassunte nei seguenti punti:
  1. I composti introdotti con la dieta possono esercitare a livello del genoma umano effetti diretti o indiretti, alterando l’espressione e/o la struttura dei geni;
  2. La dieta può rappresentare un fattore di rischio o uno strumento di prevenzione per le patologie degenerative;
  3. Il grado in cui la dieta può influenzare il bilancio salute/malattia dipende dal corredo genetico di ciascun individuo;
  4. Un intervento nutrizionale basato sulla conoscenza del genotipo e dello stato di nutrizione dell’individuo può essere usato per prevenire o curare le patologie.
L’interesse per la componente genetica della suscettibilità a malattie complesse sta assumendo sempre più importanza nella medicina moderna, in quanto si sta mettendo in evidenza il ruolo di alcuni polimorfismi genetici relativamente comuni, ma che se associati tra loro e combinati con specifiche componenti ambientali, possono elevare notevolmente il rischio di sviluppare patologie diffuse nella società industriale.
La Nutrizione Personalizzata( DIETA DNA)
Senza dubbio però la più affascinante delle opportunità che si aprono nel campo della nutrigenetica è lo sviluppo, partendo dalle differenze genetiche individuali, di una «nutrizione personalizzata», allo scopo di ottenere una effettiva terapia dietetica «salutare» in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie
La NUTRIGENETICA, scienza di ultima generazione, concentra lo sguardo  proprio sul singolo individuo e sulle sue peculiari caratteristiche genetiche relazionandole alla sua alimentazione, al proprio metabolismo, alle predisposizioni individuali e all’ambiente in cui vive; nello specifico si occupa  di individuare quelle piccole variazioni genetiche caratteristiche di ognuno (SNPs) che possono tradursi in risposte “errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di determinati alimenti o sostanze.
Sebbene  l’assetto genetico individuale sia immodificabile, l’ambiente circostante, l’astensione o l’assunzione  di alcune sostanze (nutrienti, integratori  alimentari, farmaci ect.) introdotti quotidianamente con la dieta, possono, una volta decifrato il codice, influenzare l’espressione genica intervenendo sulla predisposizione a determinate patologie, prevenendone il manifestarsi, curando, o  semplicemente mantenendoci in buona salute.
L’obiettivo finale della nutrigenetica quindi  è creare un intervento dietetico mirato per ogni singolo individuo che possa ripristinare la salute o prevenire l’insorgenza di patologie partendo dal  genotipo individuale, attraverso specifici TEST GENETICI.
I concetti di base di questa nuova branca di ricerca genetica,possono essere riassunti nei seguenti 5 canoni di Nutrigenetica :
1) In alcune circostanze e per alcuni individui,la dieta può essere un serio fattore di rischio per uno svariato numero di patologie
2) Generalmente  i composti chimici della dieta posso influenzare,direttamente o indirettamente l’ espressione o la struttura dei geni
3) Il grado con il quale la dieta( Dieta DNA) influenza l’equilibrio tra salute e malattie può dipendere dal proprio assetto genetico
4) Alcuni geni (e le loro relative mutazioni)  implicati nei processi metabolici e relativi alla nutrizione giocano un ruolo nell’insorgenza, l’incidenza, l’evoluzione e, o la severità delle patologie croniche
5) L’intervento dietetico basato sulle conoscenze delle richieste nutrizionali, sullo stato nutrizionale e sul proprio genotipo (nutrizione personalizzata) può essere usata per prevenire, mitigare o curare le patologie croniche.
PRESSO LO STUDIO G MEDICAL, DOVE LA DOTT.SSA CACCIOLA MARIA STELLA COLLABORA, SI POSSONO AVERE INFORMAZIONI DETTAGLIATE E FARE I PRELIEVI BASTA TELEFONARE AL 0902921436

29 agosto 2013

Corso di Nutrizione applicata allo Sport

ATTENZIONE!
PER COLORO CHE NON RICHIEDONO GLI ECM
IL COSTO DEL CORSO E' STATO ABBASSATO A 700€


Corso di Nutrizione applicata allo Sport
Montalto Uffugo Via S.Antonello
Presso Sala convegni "Balletto di Calabria-Piscina H20 12 ottobre- 16 Novembre 2013

Per informazioni contattare l'Associazione FARIDEA
faridea@libero.it

21 agosto 2013

IL DISBIOSI TEST

Perchè si fa il disbiosi test?

Il disbiosi test si propone per valutare tra le varie forme  che compongono la flora batterica intestinale.Esso è fondamentale per garantire i vari processi di assimilazione, assorbimento e trasformazione degli alimenti e per la produzione di anticorpi per difenderci dalle aggressioni di agenti esterni; è quindi facile comprendere come un'alterazione della flora batterica si ripercuota in maniera negativa sul benessere dell'organismo.

Quando e' indicato fare l'esame?

Quando il quadro clinico fa sospettare una alterazione della flora batterica, sintomi come 

gonfiore addominale, infezioni ricorrenti, ritenzione idrica, alvo irregolare, disturbi 

digestivi possono essere messi in relazione con una disbiosi intestinale per cui il disbiosi 

test dovrebbe essere inserito negli esami utili.

Ci sono delle controindicazioni?

Praticamente no. È un test che si esegue sulle urine del mattino e pertanto applicabile a 

tutti.

La colite può essere scatenata dal latte?

Spesso la sindrome del colon irritabile è causato dal latte o dai latticini, possiamo dire 

che oltre il 70% delle persone che soffrono di questo disturbo,hanno una intolleranza al 

lattosio, uno zucchero presente nel latte. Chi soffre di diarrea, dolori addominali, 

intestino irregolare, dovrebbe provare a eliminare il latte e i derivati di mucca, per un 

periodo. Se reintroducendo il latte, il disturbo si ripresenta, allora va tolto del tutto. La 

causa è da ricercare nell'intolleranza al lattosio. L'enzima che digerisce il lattosio, lo 

perdiamo durante la crescita e viene indotto solo in presenza del lattosio. Chi riesce a 

digerire il latte e i suoi derivati, rappresenta l'eccezione che conferma la regola, poiché 

mantiene, geneticamente determinato, la produzione del famoso enzima, la Lattasi, che 

digerisce il lattosio. La lattasi scinde il lattosio nei suoi due componenti il galattosio e il 

glucosio.

Il lattosio oltre che nel latte si ritrova nella preparazione di prodotti da forno, purè 

pronti, pane al latte,, salsicce, salumi, gelati, frappè, ecc. il DISBIOSI TEST orienta sul tipo 

di batteri intestinali alterati e sulla terapia per la disbiosi create dall' intolleranze al 

lattosio. 

09 agosto 2013

SEMINARIO ORGANIZZATO DALL'ASSOCIAZIONE FARIDEA "DALLE INTOLLERANZE ALLA NUTRIGENETICA"






“Dalle Intolleranze Alimentari alla Nutrigenetica”

 Seminario organizzato da

Associazione FARIDEA


Sabato 19 Ottobre 2013
presso
Cascina Cuccagna
via Cuccagna 2/4 ang. via Muratori
20135 - Milano - (Mi)

Responsabile Scientifico
Dr.ssa Maria Stella Cacciola


COMUNICHIAMO
 che è possibile effettuare l’iscrizione 

al Seminario "Dalle Intolleranze alla Nutrigenetica"  

organizzato dall’Associazione FARIDEA con il contributo di IMGEP che si terrà a 

Milano  presso Cascina Cuccagna sita in via Cuccagna 2/4 ang. via Muratori .


L’ISCRIZIONE DEVE ESSERE FATTA ESCLUSIVAMENTE ONLINE SUL SITO www.paroleimmagini.it

Le modalità di partecipazione sono le seguenti :

Effettuare  un bonifico di 60 € a:
FARIDEA
UNICREDIT BANCA - PIAZZA XXV APRILE - MISTERBIANCO (CT)
CODICE IBAN: IT32A0200884073000102324934
Specificando nella causale di versamento:   CORSO “DALLE INTOLLERANZE ALIMENTARI ALLA NUTRIGENETICA” oltre al nome e cognome del partecipante ed inviare copia del bonifico via mail a: faridea@libero.it
Infine procedere all’iscrizione online attraverso il  sito www.paroleimmagini.it  
cliccando in basso a destra su PRENOTA ONLINE.

Per richiedere informazioni o chiarimenti contattare :
3475949988-3429557135 ( Dott.ssa Valentina Ronsisvalle, responsabile segreteria organizzativa)



 ACCREDITATO per 8 ECM per Medici, Biologi, farmacisti e Dietisti 
n Evento 640-74134        

sponsor non condizionante:
IMGEP 



Programma e Relatori:

Ore 9.30/11.00: Intolleranze Alimentari: Un approccio teorico e pratico per fare chiarezza.
Dr.Alessandro Scorba: Specialista in Idrologia Medica ed Esperto in Nutrizione.

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Ore 11.00/12.00:  Cibo e Infiammazione: Strategia Nutrizionale per il            mantenimento dei risultati ottenuti.

Prof.Giuseppe Di Fede: Esperto in Nutrizione e Docente al Master in Nutrizione Università di Pavia.

Dr.Alessandro Scorba: Specialista in Idrologia Medica ed Esperto in Nutrizione.


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Ore 12.00/12.30: Quali test e cosa aspettarci oggi dalla diagnostica per le Intolleranze Alimentari?
Dr.Alessio Tosatto: Biologo Nutrizionista.
Dr.ssa Cecilia Pedroni: Dottoressa in Biologia.


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Ore 12.30/13.00: Discussione


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Ore 13.00/14.30: Break


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Ore 14.30/15.00: Dalle Intolleranze Alimentari alla Nutrigenetica e Nutrigenomica:   L’Esperienza di un Nutrizionista.
Dr.ssa Maria Stella Cacciola: Biologa Nutrizionista Esperta in Intolleranze Alimentari.


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Ore 15.00/15.30: Nutrigenetica: Quali strumenti sono oggi fondamentali per un Nutrizionista?
Dr.Sacha Sorrentino: Dottore in Biologia
Dr.Alessio Tosatto: Biologo Nutrizionista.


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Ore 15.30/16.30: Nutrigenetica e Nutrigenomica: Approccio Nutrizionale Integrato.
Prof.Giuseppe Di Fede: Esperto in Nutrizione e Docente al Master in Nutrizione Università di Pavia.


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Ore 16.30/18.30: Discussione



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Durante il Seminario interverrà il Dr.Angelo Stimolo: Specialista in Idrologia Medica ed esperto di Idrocolon Terapia.




Certi della Vostra preziosa presenza, Vi invitiamo a contattare la Segreteria Organizzativa dell’Associazione FARIDEA per tutte le richieste di informazioni inerenti al Seminario, alla  seguente mail


oppure telefonare a

tel. 0258300376

Segreteria Organizzativa

Associazione FARIDEA
Via Simeto 35
95030, Gravina di Catania (CT)
Cod. fiscale: 05030100878
faridea@libero.it


L’iscrizione potrà essere fatta solo online dal sito del Provider:

Parole & Immagini srl 
Via F.Crispi, 125 95131 Catania P.Iva e Codice fiscale 04810360877
Provider ECM n.° 640 (del. Comm.ECM del 12/4/2011) REA CT-321174  Tel. 095-7461073 FAX 1782740704/5