08 marzo 2012


"Meno 100 chili – ricette per la dieta della nostra pattumiera" diventa film-documentario, ma serve l’aiuto dei lettori

"Meno 100 chili– ricette per la dieta della nostra pattumiera" di Roberto Cavallo, diventa film-documentario. L'autore ci aggiorna con questa buona notizia, ma serve l'aiuto dei lettori che sono invitati a partecipare alla “produzione popolare” del video.

Il manuale per ridurre gli sprechi alimentari ha avuto un bel successo, al punto da raggiungere la 4° edizione. Ed è nata l’idea di realizzare un film-documentario: il giovane regista Emanuele Caruso e lo sceneggiatore Marco Domenicale hanno elaborato un soggetto e stanno ultimando la sceneggiatura, le riprese avranno luogo in marzo-aprile e a maggio il video prenderà la sua forma definitiva con il montaggio, la colonna sonora e la post produzione. Personaggi come Luca Mercalli, Cristina Gabetti, Licia Colò, Giuseppe Cederna, Gian Maria Testa, solo per citarne alcuni, sono stati coinvolti e stanno seguendo con interesse lo sviluppo del progetto.

Affinché il progetto possa trasformarsi in realtàl’autore sta ora cercando di recuperare una parte del suo ‘budget’ attraverso un progetto di produzione popolare. Come funziona? Sono state predisposte 800 quote da 25€ cadauna: i lettori interessati possono prenotare una o più quote e, quando saranno raggiunte le adesioni necessarie, riceveranno un’email di conferma e la richiesta di pagamento.

Il sostegno non sarà solo ‘morale’: a chi acquisterà una quota sarà inviato un dvd, con 2 quote un dvd + libro, con 4 quote un cofanetto “special edition” numerato e limitato, con dvd e libro autografati dagli autori.

Dario Dongo

05 marzo 2012

ATTENZIONE AGLI ISCRITTI AL CORSO BASE DI NUTRIZIONE
IL CORSO SARA' RIMANDATO IN ALTRE DATE CAUSA NUMERO DI ISCRITTI INSUFFICIENTE!
COLORO CHE SONO ISCRITTI ED HANNO VERSATO LA QUOTA SARANNO CONTATTATI ENTRO DUE GIORNI PER LA RESTITUZIONE DELLA QUOTA!

16 febbraio 2012

CORSI DI NUTRIZIONE ORGANIZZATI DALL'ASSOCIAZIONE FARIDEA


ATTENZIONE A TUTTI I NUTRIZIONISTI

il corso si terrà presso 

l'Aula SHEDAS 

di via Colapesce 11 Messina


il 10 e 17 MARZO 2012


CORSO BASE TEORICO PRATICO DI NUTRIZIONE 


 tutti coloro che hanno interesse per la professione di 

nutrizionista

mi contattino alla mail dell'associazione Faridea 

faridea@libero.it

oppure

a 0902403334

o al cell 3339959391

per informazioni sul programma 

e le modalità di partecipazione

o per prenotarsi 

PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL 

CORSO BASE TEORICO PRATICO DI NUTRIZIONE 2012


IL COSTO è 180 €




a seguire

CORSO LA GESTIONE NUTRIZIONALE 
IN CONDIZIONI FISIOLOGICHE

QUESTO CORSO ED I SUCCESSIVI SARANNO ACCREDITATI 
PER LA FORMAZIONE CONTINUA (ECM)

IL COSTO SARA' € 200






CORSO DI NUTRIZIONE APPLICATA 
NELLE CONDIZIONI DI DISBIOSI INTESTINALE

IL COSTO DI QUESTO CORSO SARA' € 100



DIETA MEDITERRANEA E CIBI ANTI-AGING

                                 IL COSTO DI QUESTO CORSO SARA' € 100




12 febbraio 2012

Complessità neuronale: Science 4 Novembre 2011



Complessità neuronale: Science 4 Novembre 2011 - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
La rete cerebrale umana è composta da mille miliardi di neuroni che sono in contatto tra di loro attraverso circa un milione di miliardi di sinapsi. Segnaliamo questo umero diScience per tutti coloro che vogliono conoscere ed approfondire l'attuale stato dell'arte su circuiti e plasticità cerebrale. Nella prima review, intitolata The Big and the Small: Challenges of Imaging the Brain’s Circuits, Lichtman e Denk espongono l'organizzazione cerebrale nella sua straordinaria complessità: si pensi che il sistema nervoso del piccolo nematode Caenorhabditis elegans possiede solo circa 300 neuroni ma ognuno di questi ha una forma e funzione unica. Anche nell'uomo la diversità dei tipi cellulari del sistema nervoso centrale (SNC) è estrema. Gli autori considerano poi l'attività elettrochimica dei neuroni così come le problematiche connesse alle enormi superfici date dai contatti interneuronali. Nella seconda review, The Cell Biology of Synaptic Plasticity, gli autori (Ho, Lee e Martin), considerano i meccanismi che entrano in gioco nel modellamento incessante che caratterizza l' SNC: meccanismi presinaptici e postsinaptici, espressione genica, regolazione trans-sinaptica e le relazioni intercorrenti tra glia e rimodellamento nervoso.
Questo numero ci offre anche altri articoli interessanti a cui accenniamo: Another reason to exercise Exercise and Genetic Rescue of SCA1 via the Transcriptional Repressor Capicua, dedicati agli effetti dell'attività fisica sulla prevenzione della neurodegenerazione; Synaptic Switch and Social Status Bidirectional Control of Social Hierarchy by Synaptic Efficacy in Medial Prefrontal Cortex, dedicati agli effetti neurologici delle relazioni gerarchiche sociali. Questi ultimi studi sono condotti sui topi.

29 gennaio 2012

Latte e derivati indeboliscono il sistema immunitario intestinale?


Il latte vaccino può creare intolleranze? È giusto berlo a colazione? Con cosa può essere sostituito? Domande cui risponde il professor Osvaldo Sponzilli

Latte e derivati indeboliscono il sistema immunitario intestinale?
Tralasciando quello materno, che fornisce al bambino tutti i fattori immunitari di cui ha bisogno finché è in grado di crearseli da solo, e che fa correre meno rischi di sviluppare un tumore al seno,alle ovaie o al collo dell’utero alla mamma che allatta, il latte vaccino può creare intolleranze? È giusto berlo a colazione? Con cosa può essere sostituito? Domande cui risponde il professor Osvaldo Sponzilli, Direttore Ambulatorio di Medicina Anti Aging, Omeopatia e Agopuntura all’Ospedale San Pietro FBF di Roma, nonché Docente Università Tor Vergata Roma.

"Nessun animale beve latte dopo lo svezzamento, tanto più di un’altra specie biologica.  Solo l’uomo continua a berlo. Due sono le  ragioni, una psicologica ed emotiva, che evoca il primo nutrimento materno e il bisogno di affetto e di coccole, l’altra pubblicitaria, dovuta a una informazione "pseudo-scientifica" che lo promuove come indispensabile contro l’osteoporosi. Ma abbiamo mai visto un animale osteoporotico? Come fanno le mucche e gli elefanti ad avere uno scheletro forte mangiando solo erba? L’organismo umano è in effetti in grado di compiere notevoli trasformazioni fisiche e chimiche delle sostanze; se un erbivoro è in grado di costruire le sue proteine di struttura ed i relativi aminoacidi dall’erba, non si vede perché non possa farlo anche l’uomo che, come ultimo grado evolutivo, contiene in se le potenzialità biologiche anche degli erbivori. Questo per sfatare le teorie che gli aminoacidi essenziali della carne o il calcio del latte siano indispensabili alla vita umana".


Il latte non è un alimento adatto all’uomo
"Il fatto che il latte non sia un alimento adatto all’uomo dopo i primi anni di vita, lo dimostra il fatto che perdiamo le lattasi intorno ai quattro anni. Il latte è infatti composto da proteine e lattosio, il lattosio a sua volta è composto da due zuccheri, il glucosio e il galattosio, ebbene, la lattasi è un enzima che serve per scomporre il lattosio nei due zuccheri semplici per farli assimilare. Non è un caso che la natura abbia predisposto la scomparsa di questo enzima a 4 anni. Semplicemente perché il latte non è un alimento idoneo all’uomo adulto. La diffusione massiva del consumo di latte è venuta nel dopoguerra, importata dagli americani. Nel passato, i prodotti caseari ricavati dal latte venivano usati soprattutto dai pastori nella transumanza e dai naviganti che avevano bisogno di un grandi riserve caloriche e di grassi. Infatti, formaggi e latticini hanno una quota esagerata e squilibrata di lipidi rispetto alle proteine e agli zuccheri, per cui sono nocivi per colesterolo e trigliceridi. Ma quello che è più importante, è che circa l’80% della popolazione (fanno eccezione i scandinavi) soffrono, spesso senza saperlo di intolleranza al lattosio o alle proteine del latte vaccino. Intolleranza vuol dire che il sistema immunitario intestinale vive perennemente sotto stress biologico, come una vettura obbligata a viaggiare sempre in seconda o terza ed impossibilitata ad andare in quarta e quinta.


Qual è la conseguenza?
"Abbassamento di difese del sistema immunitario, stanchezza, cefalee, catarro o allergie respiratorie, debolezza sessuale nell’uomo e diminuzione di fertilità nella donna o, ancora,  predisposizione ad altre malattie. Ma ci sono anche altre riflessione che dovrebbero tenerci lontani dal "business latte". Le vacche sono riempite di ormoni per produrre il triplo di latte di quello che producevano trenta anni fa, con una conseguente mortalità precoce degli animali. Il risultato è un latte non solo stressante per il sistema immunologico intestinale, ma anche più povero di fattori nutritivo e ricco di ormoni e antiparassitari contenuti nei mangimi. Si potrebbe obiettare che lo yogurt e i formaggi stagionati non hanno più problemi di lattosio perché i processi di fermentazioni hanno fatto quello che avrebbe dovuto fare la lattasi, ma se questo è vero per l’intolleranza al lattosio, non è vero per le intolleranze alle proteine del latte vaccino. Si tratta di molecole proteiche molto più grandi di quelle del latte materno, basti pensare che quest’ultimo, essendo programmato per la specie umana, deve permettere uno sviluppo volumetrico di un bimbo che è assai più piccolo di un vitello".


Perché l’intolleranza alle proteine del latte vaccino è così diffusa?
"Se il problema del lattosio è legato all’assenza dell’enzima, il problema proteico è legato alla precocità con cui si somministra il latte vaccino ai bambini, spesso fin da sei mesi. Per non parlare dei latti artificiali che derivano dal latte di vacca modificato. Ecco come si produce la sensibilizzazione all’alimento in un sistema intestinale non pronto a digerire una proteina inadeguata per l’età. Attenzione bisogna prestare a molti integratori, soprattutto ai pasti sostitutivi di alcune diete iperproteiche, che sono esclusivamente a base di proteine del latte. Dobbiamo quindi uscire dallo sterotipo dell’indispensabilità del latte vaccino per il calcio, in quanto gli intolleranti non ne assorbono affatto e i pochi tolleranti ne assorbono solo una minima parte associata ad altri micronutrienti come il fosforo. La realtà è che in 100gr di latte ci sono circa 118 mg. di calcio, spesso non assimilabile, mentre  altri cibi ne contengono in quantità molto più alta e completamente assimilabile. Citiamo i legumi, le noci e le mandorle, quest’ultime, con 250 mg di calcio su 100 gr. Per non parlare di salmone e sardine con spine, delle alghe che spesso superano i 1000 mg. di calcio su 100 gr., i semi di sesamo e di tahin con 1160 mg di calcio su 100 gr. E poi cavoli, cime di rape, crescione, prezzemolo e tarassaco, tutti con contenuti di calcio superiori al latte.


In alternativa al latte vaccino
"Gli altri latti vegetali, soya, riso, avena, mandorle, eccetera hanno il vantaggio di avere contenuto zero di colesterolo, un discreto apporto energetico e si si vuole proprio del calcio in commercio ce ne sono con elementi addizionati tra cui calcio e vitamina b12, ma a mio avviso è meglio cercare il calcio in altri alimenti più salubri".
di Roberta Maresci

27 gennaio 2012

Agopuntura e tiroide



21 novembre 2011
Autore: Prof. Claudio Corbellini
PATOLOGIE TIROIDEE
L’agopuntura tratta con successo la tiroidite di Hashimoto.
E’ come sempre fondamentale la collaborazione con gli specialisti in questo caso gli endocrinologi.
La tiroidite di Hashimoto, chiamata anche  tiroidite cronica autoimmune, che è stata individuata dal Dr. Hashimoto nel 1912, è tra le più comuni e frequenti patologie tiroidee, è la prima causa di ipotiroidismo primario colpisce il 5-15% nelle donne ed il 1-5% negli uomini.
E’ una malattia  a patogenesi autoimmune, caratterizzata da una cronica infiltrazione linfocitaria e dalla frequente evoluzione verso l’ipotiroidismo. Sono presenti autoanticorpi: anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG), fondamentali per la diagnosi.
La Tiroidite di Hashimoto  è l'infiammazione della tiroide  più diffusa. Frequente la familiarità,  è  6 volte più frequente nella donna rispetto all'uomo; la sua incidenza aumenta con l'età.
E' una malattia di tipo "autoimmune" cioè determinata da un’aggressione del proprio sistema immunitario che ne causa  la progressiva distruzione  con insorgenza di ipotiroidismo.
La Tiroidite di Hashimoto ha una sintomatologia estremamente  variabile a seconda della reattività individuale, dell'età e la eventuale presenza di altre malattie concomitanti.
La forma acuta, poco frequente determina una rapida distruzione ghiandolare con liberazione nel sangue di ormoni tiroidei: la tiroide in genere è dolente, ingrossata e si manifestano i sintomi tipici dell'ipertiroidismo :tachicardia, astenia, dimagramento, febbre, insonnia etc...
Nella maggior parte dei casi invece l'esordio è lento e spesso asintomatico o paucisintomatico, infatti per molto tempo la tiroide può  mantenere una normale produzione ormonale ed i sintomi insorgono solo quando c'è l'evoluzione verso l'ipotiroidismo.
Infatti, la Tiroidite di Hashimoto è, infatti, la principale causa d’ipotiroidismo. L'evoluzione, spesso inavvertibile lenta, verso una ridotta funzionalità tiroidea è, infatti, frequente. Occorre eseguire periodicamente controlli ormonali. I sintomi tipici dell'ipotiroidismo sono il facile affaticamento, umore depresso, intolleranza al freddo, difficoltà di concentrazione,  perdita dei capelli. Concomita spesso anche un ingrossamento della ghiandola (gozzo) che progressivamente diviene più dura alla palpazione, che deve essere valutato ecograficamente. Nella donna sono frequenti le irregolarità mestruali.
Questa malattia può essere associata ad altre malattie tipicamente legate ad una alterata funzione del sistema immunitario quali: malattia di Basedow-Graves, gastrite atrofica, morbo celiaco, miastenia, xerostomia, cheratocongiuntivite sicca, deficit surrenalico, menopausa precoce, vitiligine ecc

Si possono trattare con l'agopuntura sia gli ipertiroidismi sia gli ipotiroidismi di media entità, ovvero tanto le tiroidi che funzionano eccessivamente o poco. Ottimi gli effetti sulle tiroiditi e su quelle autoimmuni, come, appunto,  la tiroidite di Hashimoto, dove agisce sia i disturbi, sia modulando la risposta immunitaria,  agendo a livello psiconeuroendocrinologico potendo, in tal modo, agire sulla progressione della patologia.
Appare infatti solo una soluzione tampone quella di affidarsi unicamente alla terapia sostitutiva ormonale che mette fuori gioco i meccanismi di autoregolazione, che invece, l’agopuntura tende a riequilibrare.

Zeolina, proteina umanitaria



Prodotta dal Cnr unendo zeina e faseolina, questa nuova proteina è stata donata alla Bill e Melinda Gates Foundation, che l’ha impiegata per incrementare il valore nutrizionale della cassava (o tapioca o manioca), pianta commestibile che rappresenta una delle maggiori fonti di calorie per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo

Grazie alla zeolina, una proteina ‘inventata’ dai ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), un gruppo di scienziati del Donald Danforth Plant Science Center, della University of Missouri (Stati Uniti) e dell’University of Puerto Rico-Mayaguez (Porto Rico), coordinato da Claude Fauquet, ha potuto incrementare il valore nutrizionale della tapioca o manioca, la radice commestibile, propriamente detta cassava, particolarmente utile per far fronte al fabbisogno proteico delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica PloS One.
La zeolina è stata prodotta da un gruppo dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba) del Cnr di Milano e dell’Istituto di genetica vegetale (Igv) del Cnr di Perugia. Mediante ingegneria genetica, unendo la zeina del mais e la faseolina del fagiolo, le due proteine più abbondanti nei semi di queste piante, è stata ottenuta una nuova proteina che possiede un contenuto di aminoacidi essenziali per la dieta umana più bilanciato di quello delle due piante di origine. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plant Physiology.
“La zeolina è stata prodotta e utilizzata dai nostri laboratori”, spiega Alessandro Vitale dell’Ibba-Cnr, coordinatore del gruppo,“sia per verificare la possibilità di ‘inventare’ proteine più nutrienti, sia per studiare i meccanismi molecolari con cui i semi accumulano grandi quantità di proteina. Quattro anni fa abbiamo ‘donato’ il gene che permette la sintesi di zeolina, con un Accordo di trasferimento di materiale (Material Transfer Agreement, MTA), ai ricercatori che lavoravano al miglioramento della cassava, un progetto finanziato per scopi umanitari dalla Bill e Melinda Gates Foundation”.
La cassava (‘Manhiot esculenta’) ha una grande radice commestibile, resiste bene alla siccità e alla scarsità di nutrienti del suolo ed è perenne. Per queste caratteristiche, la tapioca o manioca è la terza fonte di calorie nell’alimentazione delle regioni tropicali e sub-desertiche, dopo riso e mais: in Africa, Asia e America latina la dieta di milioni di persone dipende da questa pianta.
“Malgrado l’elevato apporto calorico, dovuto all’amido, tutte le varietà conosciute di cassava hanno però un contenuto molto limitato di proteina”, spiega ancora Vitale. “I ricercatori americani e portoricani, introducendo nella cassava il gene che permette la sintesi della zeolina, hanno aumentato di quattro volte il contenuto proteico totale delle radici, che risulta in tal modo superiore a quello dei semi di mais”. Le piante non mostrano difetti di crescita e hanno un’ulteriore caratteristica positiva, “una riduzione di più del 50% nel contenuto di cianoglicosidi, composti tossici normalmente presenti nella pianta”, conclude il ricercatore Cnr, “la cui eliminazione richiede solitamente un laborioso processo di pelatura e fermentazione prima della cottura. La riduzione di queste tossine è dovuta probabilmente a un riorientamento del metabolismo della pianta transgenica verso la produzione di zeolina”.