Mi occupo di Nutrizione per patologie accertate, Lipedema, Policistosi Ovarica, Intolleranze Alimentari, Disbiosi, Dieta Chetogenica su misura. Ricevo a Messina e Catania. In queste pagine offro consigli nutrizionali, ricette per tutti coloro che si interessano di Dieta, Nutrizione e Salute. Sono disponibile a consulenze online. Questo blog è collegato alla pagina Facebook Camice&Mestoli ed Instagram Bionutrizionistacacciola
11 dicembre 2010
09 dicembre 2010
08 dicembre 2010
07 dicembre 2010
Il resveratrolo, attivo contro i radicali liberi
Il resveratrolo ha da tempo attirato l’interesse tra i ricercatori che si occupano di prevenzione delle patologie o di come rallentare l’invecchiamento.
Il resveratrolo si può trovare nel vino, e la sua presenza ha reso molte ricerche favorevoli alla questa bevanda, suscitando un ovvio entusiamo da parte degli appassionati.
Non di rado, infatti, capita di assistere a servizi televisivi, o di leggere articoli su riviste di ampia diffusione che tessono gli elogi di un consumo costante del prodotto, ma pensare di contrastare l’infarto o l’invecchiamento bevendo vino è una palese esagerazione.
Ma cerchiamo di capire innanzi tutto di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo al resveratrolo.
Questa sostanza appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi come l’arachide e in particolari piante (la medicina tradizionale asiatica, ad esempio, prevede l’utilizzo della Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato.
Questa sostanza appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi come l’arachide e in particolari piante (la medicina tradizionale asiatica, ad esempio, prevede l’utilizzo della Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato.
Nell’uva il composto è contenuto all’interno dei semi e della buccia, mentre il contenuto nel vino dipende dalla pianta della vite, dalla posizione geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione.
Come conseguenza, la quantità dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o rosato.
Le attività biologiche di questa sostanza sono diverse. Essendo sostanza antinvecchiamento, il resveratrolo è considerato un antiossidante, attivo quindi contro alcuni radicali liberi, che impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. Questo primo effetto è quindi alla base della motivazione di chi sostiene la sua efficacia contro l’invecchiamento e nella riduzione del rischio cardiovascolare.
L’effetto antinfiammatorio sarebbe invece supportato dalle capacità del resveratrolo di inibire alcune reazioni, come la ciclo-ossigenasi, esattamente come fanno i più classici antinfiammatori.
Oggi si sa anche che aumenta i livelli di Interleuchina 10, facilitando una azione di controllo delle allergie, delle intolleranze alimentari e delle malattie immunitarie.
Le proprietà antiossidanti, antibatteriche ed antivirali del resveratrolo sono solo l’ultima delle conferme scientifiche sull’importanza di una corretta alimentazione nel rafforzamento delle difese immunitarie necessarie a prevenire e combattere anche il virus influenzale.
A tal proposito, un adeguato regime alimentare deve basarsi su un consumo costante di frutta (l’uva) e verdura, che è ricca di antiossidanti, ma anche di latte, uova, alimenti ricchi di elementi probiotici (yogurt) nonché formaggi come il parmigiano. Secondo alcuni esperti va tenuto in debita considerazione anche l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione delle malattie.
Fonte: rivista Tuttobene
03 dicembre 2010
ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE
ENDOMETRIOSI E OMEGA3
L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda l'endometriosi e la relazione esistente tra alimentazione e insorgenza di questa patologia.
Ne soffrono, solo in Italia, circa 3 milioni di donne. Si tratta di una patologia complessa e ad andamento cronico, caratterizzata da presenza anomala di tessuto all'interno dell'utero (può interessare i distretti più prossimi all'utero: ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino) che può condurre a infertilità. Ad oggi non si è giunti ad individuare una cura definitiva, ma è certamente possibile agire in termini di prevenzione.
Gli studiosi della Harvard Medical School di Boston hanno pubblicato i risultati del proprio studio sulle pagine di Human Reproduction.
La ricerca ha coinvolto 70.000 donne osservate nell'arco di 12 anni durante i quali i ricercatori, guidati da Stacey Missmer, hanno esaminato il collegamento tra la dieta abituale delle donne e l’incidenza dell’endometriosi.
La ricerca ha coinvolto 70.000 donne osservate nell'arco di 12 anni durante i quali i ricercatori, guidati da Stacey Missmer, hanno esaminato il collegamento tra la dieta abituale delle donne e l’incidenza dell’endometriosi.
I risultati hanno evidenziato che per le donne che assumevano la più elevata quantità di acidi grassi omega-3, il rischio di endometriosi si riduceva del 22% rispetto alle altre donne.
Non solo, lo studio ha anche osservato come un eccessivo consumo di grassi trans (comunemente definiti “grassi cattivi”) contribuisse ad aumentare del 48% il rischio di endometriosi.
I ricercatori della HMS non sono al momento in grado di determinare l’esatta correlazione tra i due fattori, ma nel frattempo si mostrano soddisfatti per i risultati ottenuti (anche se la correlazione tra omega3 ed riduzione dell'endometriosi è da tempo nota e in particolare attribuibile alla relazione tra acidi grassi omega 3 e metabolismo delle prostaglandine PGE1).
ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE
Una dieta equilibrata a base di alimenti integrali e biologici ricca di acidi grassi omega-3 favorisce la prevenzione dell’endometriosi.
Sottolineo integrali e biologici per il semplice fatto che i cibi raffinati sono depauperati delle loro poprietà nutritive e che i cibi non biologici sono poveri a livello nutrizionale e carichi di residui di pesticidi e diserbanti chimici.
Sottolineo integrali e biologici per il semplice fatto che i cibi raffinati sono depauperati delle loro poprietà nutritive e che i cibi non biologici sono poveri a livello nutrizionale e carichi di residui di pesticidi e diserbanti chimici.
Omega 3: un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Si consiglia un incremento di consumo nella dieta di: olio extravergine di oliva e oli vegetali (lino e canapa i più ricchi in Omega3) usati a crudo, noci e semi oleosi (lino, girasole, canapa, noci, zucca), pesce azzurro pescato.
Ricchi in omega 3 anche gli olii di pesce che personalmente continuo a sconsigliare per la presenza dei residui chimici usati per l'estrazione e per il crescente inquinamento in metalli pesanti specialmente nei pesci grassi da cui questi acidi grassi vengono estratti.
Le fibre: è noto che un aumentato consumo di fibre nella dieta aiuta la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino.
L’aumentato consumo di fibre determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti.
Pertanto è opportuno mettere alla base dell'alimentazione il consumo di: cereali integrali (riso, orzo, farro ecc..), frutta e verdura, legumi.
L’aumentato consumo di fibre determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti.
Pertanto è opportuno mettere alla base dell'alimentazione il consumo di: cereali integrali (riso, orzo, farro ecc..), frutta e verdura, legumi.
Tra le verdure in particolare quelle ricche di flavoni (pigmenti gialli, dalla tossicità quasi nulla che costituiscono la vitamina P, attiva nel regolarizzare le contrazioni e la frequenza cardiaca, la vasodilatazione delle coronirie, la pressione arteriosa, le funzioni intestinali e dell'utero, la secrezione biliare, il ricambio del calcio) quali sedano, prezzemolo e timo da consumare freschi e crudi.
Sono particolarmente indicate le verdure appartenenti alla famiglia delle Crocifere (broccoli, cavolfiori, crauti, cavoletti di bruxelles), grazie al contenuto in indolo-3-carpinolo, naturale regolatore del metabolismo degli estrogeni e agente antitumorale.
Latte e derivati: tali prodotti possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 e PGF2A, responsabili di alcuni processi infiammatori. Si consiglia pertanto una assunzione estremamente ridotta di tali cibi.
Carni e grassi di origine animale: stesso discorso fatto per i latticini in quanto anche il consumo di carni (specialmente carni rosse e insaccati) e pesci da allevamento promuove la produzione di PGF2A. Inoltre se industriali tali cibi possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali, in particolare la presenza di diossine nelle carni non biologiche da allevamento intensivo è dimostrato assumere un ruolo determinante nell'insorgenza dell'endometriosi.
Caffè e fumo: Tra le sostanze eccitanti di uso comune andrebbero evitate quelle contenute in caffè e fumo. In particolare caffeina e nicotina, tra i numerosi effetti acuti sul sistema endocrino, stimolano il rilascio di cortisolo e adrenalina: questo meccanismo ripetuto continuamente con l'assunzione di dosi quotidiane delle sostanze eleva il livello di stress psicofisico con tutto quello che ne consegue in generale e in particolare su patologie ad andamento cronico come l'endometriosi.
Altri alimenti da ridurre :
- alcool,
- cioccolato,
- grassi saturi,
- burro e margarina,
- bevande ad alto contenuto di zucchero,
- carboidrati raffinati (pane e pasta bianca, merendine confezionate, prodotti da forno non integrali in genere).
- alcool,
- cioccolato,
- grassi saturi,
- burro e margarina,
- bevande ad alto contenuto di zucchero,
- carboidrati raffinati (pane e pasta bianca, merendine confezionate, prodotti da forno non integrali in genere).
Da evitare: tutti i prodotti a base di soia per il loro contenuto di fitoestrogeni.
Stile di vita: periodi di stress prolungato portano a uno squilibrio dei livelli di cortisolo al quale si accompagna l'abbassamento dei livelli di progesterone, condizione questa può favorire l'insorgenza dell'endometriosi.
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