07 luglio 2015

Con elevato consumo di zuccheri raffinati aumenta la frequenza di depressione

Il consumo di alimenti contenenti alcuni zuccheri, ma non di tutti, si associa alla presenza di disturbi depressivi, almeno secondo le conclusioni di uno studio pubblicato sull'American journal of clinical nutrition da James Gangwisch, professore associato di psichiatria alla Columbia university, che assieme ai colleghi ha voluto chiarire se gli alimenti con indice glicemico (Gi) più alto fossero associati a una maggiore frequenza di sintomi depressivi. «Quand'ero bambino mangiavo molte caramelle, e dopo averne mangiate tante mi sentivo giù di corda» esordisce il ricercatore che pur non toccando caramelle da anni è rimasto con la curiosità di sapere se una dieta a base di cibo spazzatura possa contribuire a rendere depresso chi la consuma. Così i ricercatori hanno esaminato i dati di circa 70.000 partecipanti al trial Women's health initiative, nessuna delle quali depressa all'inizio dello studio, scoprendo che i regimi alimentari ad alto indice glicemico, compresi quelli ricchi di cereali raffinati e zuccheri aggiunti, si associano effettivamente a maggiori probabilità di sviluppare depressione nel corso degli anni. «Ma alcuni ingredienti hanno invece effetti protettivi contro i sintomi depressivi, tra cui le fibre, i cereali integrali, i frutti interi, la verdura e il lattosio, lo zucchero a basso indice glicemico contenuto nel latte e nei prodotti lattiero-caseari» riprende l'autore, sottolineando che questo protocollo di studio rende impossibile individuare un rapporto causale tra dieta e depressione. «Ciononostante, il consumo eccessivo di zuccheri e amidi raffinati è un fattore di rischio per l'infiammazione e le malattie cardiovascolari, malattie entrambe collegate allo sviluppo di depressione» ipotizzano i ricercatori, aggiungendo che questo tipo di dieta potrebbe anche portare a un'insulino-resistenza periferica, anch'essa legata alla comparsa di deficit cognitivi simili a quelli trovati nei pazienti con depressione maggiore. «Sono necessari ulteriori studi per approfondire l'argomento e in particolare l'eventuale nesso causa effetto alla base dell'associazione tra zuccheri aggiunti e depressione emersa da questi risultati» conclude Gangwisch.