03 dicembre 2010

CORSO "GRAVIDANZA SERENA"

ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE

ENDOMETRIOSI E OMEGA3

L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda l'endometriosi e la relazione esistente tra alimentazione e insorgenza di questa patologia.
Ne soffrono, solo in Italia, circa 3 milioni di donne. Si tratta di una patologia complessa e ad andamento cronico, caratterizzata da presenza anomala di tessuto all'interno dell'utero (può interessare i distretti più prossimi all'utero: ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino) che può condurre a infertilità. Ad oggi non si è giunti ad individuare una cura definitiva, ma è certamente possibile agire in termini di prevenzione. 

Gli studiosi della Harvard Medical School di Boston hanno pubblicato i risultati del proprio studio sulle pagine di Human Reproduction. 


La ricerca ha coinvolto 70.000 donne osservate nell'arco di 12 anni durante i quali i ricercatori, guidati da Stacey Missmer, hanno esaminato il collegamento tra la dieta abituale delle donne e l’incidenza dell’endometriosi.

I risultati hanno evidenziato che per le donne che assumevano la più elevata quantità di acidi grassi omega-3, il rischio di endometriosi si riduceva del 22% rispetto alle altre donne.
Non solo, lo studio ha anche osservato come un eccessivo consumo di grassi trans (comunemente definiti “grassi cattivi”) contribuisse ad aumentare del 48% il rischio di endometriosi.
I ricercatori della HMS non sono al momento in grado di determinare l’esatta correlazione tra i due fattori, ma nel frattempo si mostrano soddisfatti per i risultati ottenuti (anche se la correlazione tra omega3 ed riduzione dell'endometriosi è da tempo nota e in particolare attribuibile alla relazione tra acidi grassi omega 3 e metabolismo delle prostaglandine PGE1).


ENDOMETRIOSI E ALIMENTAZIONE

Una dieta equilibrata a base di alimenti integrali e biologici ricca di acidi grassi omega-3 favorisce la prevenzione dell’endometriosi.

Sottolineo integrali e biologici per il semplice fatto che i cibi raffinati sono depauperati delle loro poprietà nutritive e che i cibi non biologici sono poveri a livello nutrizionale e carichi di residui di pesticidi e diserbanti chimici.

Omega 3: un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Si consiglia un incremento di consumo nella dieta di: olio extravergine di oliva e oli vegetali (lino e canapa i più ricchi in Omega3) usati a crudo, noci e semi oleosi (lino, girasole, canapa, noci, zucca), pesce azzurro pescato. 

Ricchi in omega 3 anche gli olii di pesce che personalmente  continuo a sconsigliare per la presenza dei residui chimici usati per l'estrazione e per il crescente inquinamento in metalli pesanti specialmente nei pesci grassi da cui questi acidi grassi vengono estratti.

Le fibre: è noto che un aumentato consumo di fibre nella dieta aiuta la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino. 


L’aumentato consumo di fibre determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti. 


Pertanto è opportuno mettere alla base dell'alimentazione il consumo di: cereali integrali (riso, orzo, farro ecc..), frutta e verdura, legumi.


Tra le verdure in particolare quelle ricche di flavoni (pigmenti gialli, dalla tossicità quasi nulla che costituiscono la vitamina P, attiva nel regolarizzare le contrazioni e la frequenza cardiaca, la vasodilatazione delle coronirie, la pressione arteriosa, le funzioni intestinali e dell'utero, la secrezione biliare, il ricambio del calcio) quali sedano, prezzemolo e timo da consumare freschi e crudi.
Sono particolarmente indicate le verdure appartenenti alla famiglia delle Crocifere (broccoli, cavolfiori, crauti, cavoletti di bruxelles), grazie al contenuto in  indolo-3-carpinolo, naturale regolatore del metabolismo degli estrogeni e agente antitumorale.

Latte e derivati: tali prodotti possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 e PGF2A, responsabili di alcuni processi infiammatori. Si consiglia pertanto una assunzione estremamente ridotta di tali cibi.

Carni e grassi di origine animale: stesso discorso fatto per i latticini in quanto anche il consumo di carni (specialmente carni rosse e insaccati) e pesci da allevamento promuove la produzione di PGF2A. Inoltre se industriali tali cibi possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali, in particolare la presenza di diossine nelle carni non biologiche da allevamento intensivo è dimostrato assumere un ruolo determinante nell'insorgenza dell'endometriosi.

Caffè e fumo: Tra le sostanze eccitanti di uso comune andrebbero evitate quelle contenute in caffè e fumo. In particolare caffeina e nicotina, tra i numerosi effetti acuti sul sistema endocrino, stimolano il rilascio di cortisolo e adrenalina: questo meccanismo ripetuto continuamente con l'assunzione di dosi quotidiane delle sostanze eleva il livello di stress psicofisico con tutto quello che ne consegue in generale e in particolare su patologie ad andamento cronico come l'endometriosi.

Altri alimenti da ridurre : 


- alcool, 
- cioccolato, 
- grassi saturi, 
- burro e margarina, 
- bevande ad alto contenuto di zucchero
- carboidrati raffinati (pane e pasta bianca, merendine confezionate, prodotti da forno non integrali in genere). 



Da evitare: tutti i prodotti a base di soia per il loro contenuto di fitoestrogeni.

Stile di vita: periodi di stress prolungato portano a uno squilibrio dei livelli di cortisolo al quale si accompagna l'abbassamento dei livelli di progesterone, condizione questa può favorire l'insorgenza dell'endometriosi. 

02 dicembre 2010

tavola rotonda dal tema NUTRIZIONE E SPORT presso l'Università di Camerino

tavola rotonda ad ingresso gratuito.
NUTRIZIONE E SPORT: DALLA VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA ALLA PREPARAZIONE ATLETICA

L'Organizzazione Mondiale della Salute ribadisce il suo "riconoscimento" all'OSTEOPATIA e indica i paramentri di formazione. da tuttosteopatia.it

L'OMS ‐ Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l'Osteopatia. Il 9 novembre 2010 hapubblicato, dopo diversi anni di lavoro, i parametri di riferimento per la formazione inOsteopatia. Si tratta di 28 pagine (comprese prefazione e riferimenti), in cui si trovano iprincipi fondamentali, i problemi di formazione e di sicurezza affrontati in tema di osteopatia.Il documento, pubblicato in lingua inglese “sarà presto tradotto in italiano dal CSdO in accordocon Regione Lombardia assicura Alfonso Mandara, vice presidente del Consiglio Superiore diOsteopatia e divulgato integralmente”......Questo èsenz'altro un grande passo in avanti affichè il Ministero della Salute italiano possa adottareprovvedimenti legislativi volti a riconoscere l'Osteopatia anche in Italia come in molte Nazionieuropee e non solo. Partendo dai principi base dell’Osteopatia, questa importantepubblicazione ne descrive la storia e la filosofia, apportando delucidazioni in merito a cinquemodelli principali del rapporto tra struttura e funzione: biomeccanico;respiratorio/circolatorio; neurologico; biopsicosociale e bioenergetico.Questi invece i parametri di riferimento per la formazione in Osteopatia:Fissate a 4.200 le ore di studio necessarie per conseguire il diploma in Osteopatia a tempopieno, con 1000 ore di pratica clinica. La scuola full‐time, di 4 anni, è riservata a quanti nonabbiano acquisito conoscenze preliminari nel campo della salute, ma che abbiano conseguitoil diploma di scuola superiore. Essenziale è il tirocinio clinico in una struttura osteopaticaappropriata dove può essere richiesto allo studente la compilazione di una tesi o di unprogetto.La seconda tipologia formativa descritta nel documento (part‐time) è riservata aglialtri professionisti nel campo della salute, che vogliano diventare professionisti qualificati inosteopatia. Questa prevede l’espletamento dello stesso programma di studio, con gli stessicontenuti che tuttavia si legge nel documento insieme alla durata del corso, possono esseremodificati a seconda delle precedenti esperienze e della formazione dei singoli richiedenti. Ilprogramma relativo dipenderà molto dalla formazione preliminare e dalle esperienze clinichedei singoli studenti. Il programma ha una durata di 1.000 ore per essere adeguate in funzionedelle competenze individuali. I Parametri di riferimento per la formazione in Osteopatiasanciti dall’OMS definiscono inoltre nello specifico il piano di studi annuale, compresa laspecifica di ore per ogni materia.L'ultima sezione del documento è dedicata al capitolo sulle “questioni di sicurezza”, fornendodelucidazioni sui parametri di riferimento per comprendere le controindicazioni deltrattamento osteopatico in specifiche condizioni. “Questa relazione – scrive sul sito dell’EFO ‐European Federation of Osteopaths il direttore Armand Gersanois DO sarà senza dubbioutile agli Stati dove l'osteopatia non è ancora regolamentata e in cui il titolo Eur Ost DO,potrebbe diventare il segno distintivo della ricognizione professionale”. Come nel caso italiano.

INTERVISTE A CHI CE L'HA FATTA da Voglio vivere così

SANDRO GIACOPUZZI. VITICOLTORE 27/2/2010  
Sandro mi accoglie nella sua enoteca in centro città. Si capisce subito che è una persona generosa perché sul bancone ci sono molte tartine, fresche, disposte con cura, abbondantemente farcite. Gli occhi calmi e stanchi ma di una stanchezza serena, appagata. Riesce a fare molte cose insieme senza mai inciampare in un movimento agitato, sta al suo posto con orgoglio, conosce il ritmo della vita. Questo è il dono che ha ricevuto dal suo lavoro: è un viticoltore, lavora nell'azienda di famiglia insieme ai suoi due fratelli da quando il padre, dopo un periodo di malattia, ha deciso di abbandonare l'impresa edile che dirigeva per dedicarsi alle sue vigne. Quell'anno in cui la vita del padre è cambiata la vita dell'intera famiglia ha subito uno scossone. Sandro tornava da scuola, aveva sedici anni, posava la cartella e si dedicava alla terra fino a tarda sera, insieme al padre.
Professione viticoltore Sandro Giacopuzzi
Sorride al pensiero di come sia divenuta una moda, da qualche tempo, ritirarsi in campagna, per reagire alla povertà della vita in ufficio. Ci si compra un rustico, si vive in simbiosi con la natura, condizionati dal sole e dalla pioggia, di nuovo in silenzio, con l'attenzione agli odori.
La sua azienda vinicola si trova a Castelnuovo del Garda, ospitata in una vecchia corte di fine Ottocento, Corte Sant'Arcadio. La scelta, fin da subito, è stata di privilegiare la qualità e quindi di mantenere il più possibile inalterata la genuinità del vino. Una strada più impegnativa ma l'unica che, alla lunga, possa dare soddisfazione. Da sempre la cura dei vigneti è ecologica, per difendere le piante vengono utilizzate sostanze che siano il meno nocive possibile. Si cerca di sfruttare al massimo l'aiuto della natura, se la quantità eccede, si diradano i grappoli, praticando sapienti potature al fine di consentire al sole di raggiungerli e di maturarli al meglio. La raccolta è fatta rigorosamente a mano e portata alla cantina in cassette, per ridurre il rischio di ossidazione. Il mostofiore viene ottenuto con bassissime rese, cioè non viene schiacciato all'inverosimile ma quel tanto che basta per ricavarne il prodotto migliore.
Corte Sant'Arcadio Verona
La fretta il più delle volte costringe a scorciatoie che tagliano a metà il naturale percorso delle cose, ecco perché invece di eccedere con le sostanze chimiche, Sandro preferisce fare piccoli imbottigliamenti mensili in modo che il vino possa essere il più fresco possibile e conservato nel migliore dei modi.
Non c'è mai un giorno canonico di festa, se c'è siccità l'acqua va data anche di domenica. Però si vive all'aperto, si sente l'aria in faccia e il caldo pizzicare la pelle. La pioggia ti bagna, la terra si prende in mano, si legge. Quante parole risparmiate, invece i sensi di nuovo utili. Sandro ha due bambini e due lavori. La mattina in enoteca e il pomeriggio in campagna. Il lavoro e la vita procedono insieme, i suoi figli sono stati abituati fin da piccoli a raccogliere le uova nel pollaio e a vedere mungere le mucche. Non si oppone a questo ritmo nessun manuale di pedagogia spicciola sui padri che lavorano troppo, nessun consiglio su come stimolare la separazione e l'individuazione dei figli. La vita accade come quando fuori piove, con un andamento necessario, pacificante.
Sandro Giacopuzzi 
A cura di Sara Gamberini

1960-2010. Buon Compleanno Extra Vergine. Tributo Al Re Dei Grassi

Dov'è? Milano (MI)
Per info http://www.olioofficina.it/
Telefono 02.89516688
email info@luigicaricato.net oppure a redazione@teatronaturale.it
Sito Internet http://www.olioofficina.it/2010/11/buon-compleanno-extra-vergine-il-programma-della-giornata-evento/
Cosa succede? Il 2 dicembre a Milano non perdete l'evento dedicato ai cinquant'anni dell'olio extra vergine di oliva. Era il 13 novembre del 1960 quando la legge 1407 ha ufficialmente introdotto la denominazione commerciale “olio extra vergine di oliva”, ad oggi ancora in vigore in ogni angolo del mondo. Per celebrare la nascita del re dei grassi, Luigi Coricato ha ideato una giornata ricca di appuntamenti dalle 10 della mattina al The Westin Palace, sala Sforzesca Piazza della Repubblica, 20. Protagonista è l'olio di oliva extra vergine, di cui si parlerà sotto il profilo economico, politico, storico e ovviamente gastronomico. Si prega di confermare la presenza scrivendo a redazione@teatronaturale.it.
Il giorno da non perdere è: Il 2 dicembre

Se All'acqua Del Rubinetto Preferisci La Minerale... Almeno bevi quella dei paesi tuoi! di Monica Valeri.

da " il giornale del cibo"

01 dicembre 2010

La fontana della giovinezza? Ridurre lo zucchero Se le cellule tumorali sono «nutrite» con pochi zuccheri muoiono, quelle normali vivono di più: ecco perché mangiare poco aiuta a vivere più a lungo

Su invertebrati, moscerini e topolini c'è la certezza da tempo: mangiar poco allunga la vita, anche di parecchio. Qualche mese fa lo stesso risultato è stato dimostrato in animali che sono nostri parenti stretti, i macachi. Ora una ricerca condotta su cellule umane segna un altro punto a favore della teoria della restrizione calorica, secondo cui «tirar la cinghia» fa vivere più a lungo e molto probabilmente meglio. STUDIO SPERIMENTALE – La ricerca, uscita sul FASEB Journal, è stata condotta su cellule polmonari umane normali e precancerose, in uno stadio che precede di poco la trasformazione tumorale vera e propria. Entrambi i tipi cellulari sono stati fatti crescere in vari terreni di coltura, ricevendo quantità di glucosio normali o ridotte; i ricercatori, del Center for Aging e del Comprehensive Cancer Center dell'Università dell'Alabama, le hanno seguite nel corso di alcune settimane per vedere come e quanto si moltiplicavano e per registrarne la sopravvivenza. Chiari i risultati: se lo zucchero a disposizione scarseggiava, le cellule normali vivevano più a lungo, quelle pre-tumorali morivano. C'è dell'altro: valutando l'espressione e l'attività di alcuni geni-chiave delle cellule i ricercatori si sono accorti che la «dieta» a basso contenuto di glucosio stimolava un aumento dei livelli di telomerasi, l'enzima che «mantiene giovani» i telomeri (le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia); inoltre, la scarsità di glucosio riduceva l'attività di un altro gene che invece rallenta la funzione della telomerasi.
CONFERME – Tutti effetti che non dipendono da mutazioni nel DNA, ma sono una reazione all'ambiente in cui si trova la cellula: si chiamano effetti epigenetici e stanno assumendo una sempre maggiore importanza agli occhi degli scienziati perché possono condizionare il destino delle cellule molto più di quanto ci si aspettasse in passato. I dati degli statunitensi portano acqua al mulino di chi da anni sostiene che ridurre l'introito di cibo (specialmente dolce, parrebbe) possa farci vivere di più e meglio. Il direttore della rivista su cui è stato pubblicato il lavoro si spinge a prevedere che ci vorrà poco per «ottenere una fontana della giovinezza farmacologica, una pillola in grado di far vivere a lungo e senza tumori»; l'autore dell'articolo, Trygve Tollefsbol, spera dal canto suo che «la scoperta possa aiutare a capire come prevenire i tumori e altre malattie età-correlate, riducendo e controllando l'introito calorico in specifiche popolazioni cellulari». In altre parole, «affamare» selettivamente cellule che altrimenti invecchierebbero presto o le cellule tumorali: per farlo ci vorranno farmaci che per ora sono più che futuribili. Per stare meglio e invecchiare senza acciacchi, meglio cominciare allora mangiando poco e sano: la dimostrazione che basta introdurre cento calorie in meno al giorno per tagliare del 10 per cento il rischio di disabilità tipiche dell'anziano è arrivata poco tempo fa, da una ricerca presentata all'ultimo congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatra. Condotta non su cellule, ma su uomini e donne in carne e ossa. E visto che gli indizi vanno tutti nello stesso senso, pare proprio che convenga essere parchi a tavola se vogliamo arrivare a soffiare su 80 o 90 candeline, magari in buona salute.
Elena Meli
21 gennaio 2010

29 novembre 2010

I pilastri della dieta - Fotogallery

I pilastri della dieta - Fotogallery

L'Unesco premia la dieta mediterranea Anche la pasta è patrimonio dell'Umanità


A Nairobi, la candidatura votata all'unanimità dopo una lunga discussione. Il riconoscimento dedicato al sindaco Angelo Vassallo, ucciso in un agguato il 5 settembre a Pollica, in Campania. Il ministro Galan: "Traguardo storico per la nostra tradizione alimentare"

NAIROBI - La dieta mediterranea è patrimonio dell'umanità. Dopo una lunga discussione l'Unesco ha infine proclamato ufficialmente la pasta al pomodoro, il basilico, l'olio e l'insieme delle pratiche alimentari, sociali e culturali che rappresentano la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'umanità.

L'ok è arrivato questo pomeriggio da parte del comitato intergovernativo dell'Unesco riunito a Nairobi come ha confermato, Pier Luigi Petrillo, responsabile della delegazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che ha aggiunto che la "Dieta Mediterranea è stata approvata all'unanimità". "Al momento della proclamazione - ha continuato Petrillo - c'è stata un'ovazione tra i delegati di tutti i 166 Stati presenti. Molti delegati si sono riuniti intorno alla delegazione italiana per le felicitazioni".

Non è stato facile. Per la decisione Italia, Grecia, Marocco e Spagna hanno contato ma l'Albania era contraria. Il percorso era stato iniziato nel 2007 dall'allora ministro dell'agricoltura Paolo De Castro con la sottoscrizione, assieme alla Spagna, di una dichiarazione congiunta. ll responsabile del ministero ha detto che i quattro Paesi che hanno sostenuto la candidatura per la Dieta Mediterranea si sono trovati concordi nel volere "dedicare il riconoscimento al sindaco Angelo Vassallo", ucciso in un agguato lo scorso 5 settembre a Pollica in Campania.

"Noi tutti ricordiamo Pollica come una comunità emblematica - ha precisato Petrillo - Ci tenevamo molto, perché il sindaco Vassallo aveva lavorato con il nostro ministero su questa candidatura. "E' stato un bel momento. Io mi sono un po' commosso", ha concluso Petrillo. "So che a Nairobi - ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - la delegazione del ministero ha dedicato il prestigioso riconoscimento dell'Unesco proprio a un uomo simbolo del Cilento, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Mi associo a loro, non senza commozione, per ricordare colui che con tanta passione aveva sostenuto con convinzione e passione fin dall'inizio questo progetto: sono certo che il risultato raggiunto oggi lo avrebbe reso orgoglioso".

La discussione in sede Unesco è stata problematica e ha rischiato di essere rinviata, ha spiegato Petrillo, da domenica a Nairobi con l'obiettivo di portare a casa il risultato. "L'Albania, membro del comitato che deve decidere - ha detto -, ha fatto un intervento duro nei confronti delle candidature che possono avere valore commerciale come ad esempio la Dieta Mediterranea, e si è detta molto preoccupata che in Italia si stia già festeggiando per un riconoscimento che ancora non c'è".

Soddisfatto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan. "Dopo giorni di trattative, il risultato sperato è arrivato. Questo prestigioso successo mi riempie d'orgoglio e rappresenta un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e per la cultura dell'intero Paese", ha detto. "La proclamazione della Dieta Mediterranea rappresenta una svolta epocale nel processo di valorizzazione di usi e costumi legati alle diete alimentari dei vari popoli, ha aggiunto Galan che poi ha ringraziato "di cuore" la comunità del Cilento, il cui sostegno convinto nel corso della candidatura è stato indispensabile, e in particolare il presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Amilcare Troiano.

La decisione ha effetti collaterali importanti. All'estero i prodotti base della dieta mediterranea made in Italy stanno già volando forte, con un aumento del 9 per cento nelle esportazioni in quantità, che conferma la grande fiducia conquistata dalle produzioni tricolori a tavola. E ora la Coldiretti può festeggiare, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell'anno, ciò che questa mattina con la prima maxispaghettata doc al Campidoglio a Roma, si augurava e basta. Molto positive, ricorda la Coldiretti, sono le performance di ortaggi (+20% in quantità nell'export), frutta (+18%) e olio d'oliva (+10%), ma anche conserva di pomodoro (+3%), pasta (+2%) e vino (+1%), a dimostrazione della tenuta del made in Italy a tavola nonostante la crisi globale. Il successo all'estero dei prodotti della dieta mediterranea, conclude Coldiretti, rappresenta anche un volano di sviluppo per il turismo enogastronomico che vale 5 miliardi e si conferma il vero motore della vacanza made in Italy, unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale.
(16 novembre 2010)

Proteine, frutta e legumi la dieta perfetta, buona per tutti


Lo studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine. Il progetto guidato dai danesi, partito nel 2005, e finanziato dall'Unione europea. Carni magre e prodotti caseari (magri), uova, pesce e legumi e gran parte della frutta: si può mangiare a volontà, senza pesare le porzioni. E senza accumulare chili di troppo

di ELENA DUSI
SI FREGIA del nome di "dieta perfetta" perché è quella che è stata testata sul più alto numero di persone. E come spesso avviene, contiene una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che si può mangiare a volontà: non c'è bisogno di pesare le mini-porzioni sulla bilancia. Quella cattiva è che pasta e pane sono ammessi solo in forma integrale, mentre carne e formaggi devono rigorosamente essere magri. I carboidrati raffinati sono i veri nemici della linea, è la conclusione dell'università di Copenaghen, che insieme ad altri otto centri di ricerca europei ha coinvolto in uno sforzo di dimagrimento collettivo 772 famiglie con problemi di linea in tutta Europa: il campione più vasto mai arruolato in uno studio per la lotta all'obesità.

Al centro della "dieta perfetta" ci sono le proteine: carni magre e prodotti caseari purché poveri di grassi, uova, pesce e ovviamente i legumi. Alcuni tipi di frutta sono contingentati (banane, uva, kiwi, ananas e melone), ma per il resto si può andare a ruota libera. "Con questi cibi, si ha il permesso di mangiare fino alla sazietà, senza bisogno di fare il calcolo delle calorie e senza guadagnare peso" è l'affermazione più stupefacente dello studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

La dieta collettiva guidata dai danesi prende il nome di "Progetto Diogenes" (da Diet, obesity and genes). È partita nel 2005 ed è stata finanziata dall'Unione europea con 14,5 milioni di euro. Una parte del successo del regime ricco di proteine e povero in carboidrati raffinati sta anche nella sua semplicità. Seguirlo è molto più facile e piacevole rispetto all'alimentazione con pane e pasta a volontà, ma poca carne, formaggi e pesce. "Le proteine - spiegano infatti i ricercatori - danno un maggior senso di sazietà e regalano la giusta sensazione per intraprendere attività fisica". Anche i cereali integrali, rispetto a quelli raffinati, hanno il vantaggio di estinguere prima la fame.

Tra gli altri cibi consigliati nella "dieta perfetta" ci sono noci e mandorle. Niente freni per frutti come mele, pere, arance, lamponi e fragole. Luce verde anche per la verdura, con l'accortezza di preferire carote e barbabietole crude anziché cotte. La pasta andrebbe preferibilmente mangiata al dente. Il riso, oltre che integrale, è ben accetto anche nella varietà basmati. I dolci invece vengono catalogati tra le "calorie vuote": deleterie per la linea e poco utili dal punto di vista nutritivo. È importante, sottolineano i nutrizionisti di Diogenes, che il livello di glucosio del sangue non subisca sbalzi repentini: "I picchi troppo bruschi - scrivono i ricercatori - hanno effetti indesiderati, sia dal punto di vista del metabolismo che da quello delle performance mentali. Sarebbe opportuno scegliere cibi che vengono digeriti lentamente, mantenendo alto il livello di sazietà e più stabile il tasso di glicemia".
(25 novembre 2010)

28 novembre 2010

MCS: AFFINCHÉ VENGA RICONOSCIUTA COME MALATTIA SOCIALE

Il papavero rosso che sboccia oltre le sbarre simboleggia il superamento della condizione di isolamento: è un messaggio di speranza rivolto a chi ha fede e crede nelle proprie capacità perchè sa che desiderare intimamente di compiere un'azione è il punto di partenza per poter raggiungere l'obiettivo prefissato !!!
E' questa, in sintesi, la filosofia del gruppo nato nel giugno 2010 in Sicilia; gruppo che si batte ogni giorno affinchè si dissolvano le barriere chimiche che tendono a limitare la libertà di chi non è nelle condizioni di sopportare i veleni imposti dalla chimica!
I promotori del gruppo hanno deciso di mettere da parte le battaglie personali e la ricerca di piccole utilità e lavorano fianco a fianco in armonia, consapevoli che le battaglie si vincono solo se le forze della disgregazione scatenate dal piccolo ego che si annida nell'essere umano vengono superato grazie ai benefici influssi della fiammella divina che brilla nel nostro cuore!
Chi sceglie diventare componente del gruppo sa che dovrà abbandonare ogni personalismo .
La foto in bacheca, già adottata dal gruppo come simbolo fin dal momento della sua costituzione, è diventata anche il simbolo della manifestazione svoltasi con enorme successo il primo ottobre 2010, con il patrocinio della CRI e del Comune di Catania-Assessorato Politiche sociali e della famiglia.